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“Sonja”

E`da molto che non scrivo. Mi riprometto “domani lo faro”, in realtà, le giornate e le serate trascorrono pigramente tra studio, schemi, mappe per il giorno dopo senza produrre nulla. Poi, una riflessione in classe, un evento ela tastiera riprende il suo corso. Lentamente.
La bellezza salverà  il mondo”, scrisse nel 1800 il grande autore russo, Dostoevskij.  Eppure, prestando ascolto ai notiziari o sfogliando le pagine dei quotidiani, si scopre che la bellezza, nella psiche di qualcuno, non salva affatto il mondo, ma contribuisce a ucciderlo. Già,  perché l’omicidio dello scorso febbraio, avvenuto in quella zona di Torino che fiancheggia il Valentino, il polmone verde della nostra città,  ha da oggi un colpevole. Quale il motivo di tanta crudeltà? Un coetaneo uccide un suo pari, con un colpo alla gola, semplicemente perché “aveva l’aria (così sostiene chi ha sentito i notiziari) di un ragazzo felice, spensierato, sereno”, colpevole solo di passare da li, diretto al suo lavoro, un sabato mattina, diverso e cosi uguale a tanti altri. I Cappuccini sulla collina, la Gran Madre oltre il ponte, la scaletta che rasenta il fiume, i tira tardi del venerdì sera rinchiusi in uno dei tanti bar del centro, coppiette sorprese dai primi raggi solari che annunciano primavera esponendo centimetri di pelle per lasciarsi baciare e bruciare  la pelle e i sentimenti dalla grande Stella, del cielo, o di turno, lo sferragliare rumoroso e lento dei tram che stordisce e culla i passeggeri al suo interno. Tutto sembra prendere o riprendere vita mentre un ragazzo di trent’anni sta per lasciarla. È sereno, felice, nessuna traccia del suo passato lascia intendere quel che da li a poco succederà. Un lavoro, una famiglia, amici. Fatalità, un incontro che non è  neanche uno sfiorarsi. Siamo oramai abituati ad una vita frenetica, porte girevoli da autogrill,in questa società liquida, senza legami, con tanti contatti e pochi amici, ma, che qualcuno possa essere infastidito dalla felicità di altri, questo, ancora non era mai capitato nelle lunghe serie di fratture e bruttezza che inquinano l’animo umano. Fin dalla notte dei tempi, del mito delle origini, siamo  abituati a tanta cattiveria dell’uomo che lo abbruttisce sempre più;restiamo e speriamo in un nuovo Umanesimo -Rinascimento, una nuova ecologia, che mai più produca morte verso un suo simile o un Capidoglio spiaggiato, morto con 22 kg di plastica ingoiati, buttati in mare da un uomo che produce e consuma senza criteri e senza attenzione e cura a ciò  che dovrebbe amministrare nel modo migliore. Senza parlare della discarica rinvenuta nei fondali dello stretto di Messina. La contabilità  delle bruttezze che inquinano l’uomo ed il suo habitat potrebbero continuare, snocciolando dati e prospettive. Oggi, piu che di bellezza che salvera’ il mondo, pare  aver letto gran parte di “Delitto e castigo”. Siamo in attesa di una Sonja, per ciascun uomo. Quella si, che sarebbe capace di salvare il mondo. E con la sua bontà, forse anche  l’uomo.

Pasquetta 2016: a Torino

Torino, 28 3 2016 Valentino.foto Borrelli RomanoTorino. Pasquetta 2016. Il sole ha continuato a giocare a nascondino, nascosto tra le nuvole, per gran parte della giornata: si sa, Pasqua marzolina, la giornata e’ ballerina. Entrando nel parco del Valentino, lasciandosi alle spalle la Facolta’ di Farmacia, (un pensiero va a Serena, la giivane studentessa Erasmus deceduta in Spagna insieme ad altre compagne nel tragico incidente stradale) dopo aver disceso qualche scalino, ecco che ci si presentano vialetti ben curati, ruscelli, giardini e i bimbi sui prati e le giovani coppie a giocare  intrecciandosi   le braccia. Corpi distesi in maniera uniforme, “volti” a formare coperte umane sulla terra rimasta per troppi mesi fredda e gelida. Sorrisi ampi e risate, talvolta per un nulla. Borse frigo, plaid, sedie e cibo di ogni fattura e gusto “sprigionati”su tutto il Valentino, parco e polmone cittadino.  La perfezione si sa non e’ di questo mondo ma sotto alberi in fiore va ora in onda il rito laico del picnic: cestini, borse frigo e contenitori di ogni tipo. Palle, palloni, carte da gioco, tutto sopra coperta, doppia ancora meglio. Sono i “pranzialsole” tornati di moda conla mostra di Boccioni (a Milano).Torino 28 3 2016, Valentino foto Borrelli RomanoEra da un po’ che non solcavo questo parco e da piu’ di un Po che non riprendevo fiato su panchine a me conosciute, ove si scartavano e scartano panini. Il fiume scorre lento portando con se chissa’ quali e quanti segreti. Onde si infrangono su un vascello guerriero. Sui prati, dalla parte opposta al fiume un bimbo e una mamma conquistano passo dopo passo la loro meta. Nonostante…Un passo, due passi, un inciampo, una caduta:”Non farti piu’ del male”. Una coppia giovane chiede spazio mentre fa footing, un’altra “saggia” ne cede per evitare  un’eventuale caduta.Sotto il ponte dove tutto riecheggia, rimbomba la frase:”Non farti piu’ del male”, ma non so se sia la voce della giovane mamma, dei saggi o della giovane coppia. O della frase colta che come un ritmo mi rimbomba sopra la testa sotto il ponte. 20160328_162616Bho’…Nell’eventualita’il ponte rimbomba:”Ne vuoi ancora?”Cibo in grande quantitativo pronto da gustare in compagnia.  Il ponte levatoio, il Borgo Medioevale e un intasamento unico. Una grandissima concentrazione in pochi metri. La fontana, la seconda, quella dei desideri, le monete che copiosamente affluiscono sprigionando desideri: “Splasch”. Sarebbe interessante contattare fra un po’ di tempo i lanciatori di monete e provare a chiedere loro: “Notizie del vostro desiderio espresso a Pasquetta?” Poi, sempre all’interno del Borgo, la Chiesa, una riproduzione ridotta di un terzo di altra Chiesa e una mostra al suo interno. Entro. L’effetto “inganno” e’ assucurato: la ricordavo piu’ grande questa Chiesa, in altro tempo. Nel Borgo intanto “piovono” profumi di ogni tipo. Banchetti e cibo. Sulla strada acciottolata. La “rete” intanto rimanda l’assembramento in centro torinese mentre il cellulare l’affollamento dei treni verso il loro rientro. Sia dalla riviera sia dalla montagna. I primi  poi, esauriti in ogni ordine di posti. Compresi quelli della…ritirata. Come ogni anno, tutto diverso senza cambiare molto. E’ ora di rientrare. Un saluto e un grande inchino capace di includere tutti.

Ps. L’orologio nei pressi di Porta Susa continua ad essere avanti di un’ora.20160328_171603

Cala la nebbia

14 11 2015 foto Borrelli RomanoDopo l’estate nel cuore di Torino cala la nebbia. Da quanti anni non si vedeva la nebbia, qui,  a Torino?Torino 15 11 2015 Valentino.foto Romano Borrelli Di quelle che ti ci perdi dentro e non ne esci. Ieri avevo caldo e sete. Oggi  ho freddo e sono algido. La micrometeorologia locale non esiste. Un’insegna all’interno del parco del Valentino afferma  che sono attive le giostre a parture da oggi, almeno fino a gennaio: “Natale in giostra”. Quanti ricordi da queste parti. Ma come si fa ad andarci in giornate come quella di oggi? Non nel senso del meteo ma per i tragici accadimenti, gli attentati a Parigi. Un’ altra insegna indica per il Castello, dove forse e’ allestito un Presepe. Una rapida occhiata al circostante, fiume, parco, quartiere San Salvario, raccatto qualche ricordo e convergo verso casa, con la sporta dei libri sotto il braccio. Infilo la chiave nella toppa. Uno, due scatti e apro. Accendo la tv. Ho ancora un libro sotto mano, “La Ferocia” ma lo ripongo ben presto sul cassetto. Mi Incollo come un francobollo davanti alla tv per  cercare di capire qualcosina sugli attentati a Parigi ma non riesco a pensare. Solo rabbia per una situazione di impotenza. Una parola per Parigi: un abbraccio in tutta liberta’. Una canzone per Parigi: la Marsigliese.

Un incipit allo specchio

20151107_175950Tra un “incipit” e “volto allo specchio” da raccontare non so proprio da quale parte cominciare. O forse si. Sulla mia fronte aggrottata spunta una ruga. Sulla mia testa fili elettrici illuminati 20151107_175935che fanno il giro di Torino ed io, un po’ con la memoria e un po’ con altri fili elettrici viaggio e vagolo. Poso il dito nel breve solco e faccio km di giorno e di notte. Ritrovo l’estate il mare e il sole che vendemmia la citta’,  eterna ed eternamente mentre una foglia ingiallita danza in aria prima di lasciarsi andare. Anastasia invece si lascia dondolare sull’altalena, col capo reclinato verso terra e le braccia allungate e le sue mani che stringono forte le catene. I suoi piedi tesi toccano il cielo e ride quando e’ in cima e le nuvole le si avvicinano. Vuole gioia e reclama vita mentre il sole illumina il suo viso, cosi grazioso e giovanile con qualche sfumatura di rosso. Ascolto in silenzio il suo sorriso triste. Si, ascolto, perche’ certi sorrisi si ascoltano prima di coglierli. Alcuni anziani giocano come bambini e anche loro si colgono a vicenda. Mi piace vederli mentre accennano passi di danza sprizzare vita. Mi piace ascoltarli quando ballano e “sballano”  le ore e i tempi, un po’ come noi negli incontri, spesso “inesatti”. Si passano il fazzoletto di cotone sulla fronte asciugando quel po’ di sudore scoprendo cosi una fitta rete di vie, di strade e di storie gia’ trascorse. Un pensiero mi attraversa la mente: potessi ripercorrerle tutte insieme con loro. I ragazzi sono sparpagliati a due passi da qui, dal fiume, dal Valentino, tentati dai giochi vietati ai minori di anni 14 in una atmosfera che contiene ancora estate ma che si chiama autunno in questa citta’ cosi Artissima e Paratissima. Un flashback…E’ ora di rientrare…lentamente.  I ragazzi si raccolgono, lentamente. Domani in classe raccontero’ di quella volta che cadde il Muro, a Berlino, quando la luna aveva vent’anni, Giulia piu’ o meno la sua eta’e quando…Anastasia intanto continua il suo dondolarsi tra cielo terra e cielo in una spremuta di vita infinita.

1 Ottobre 2015

Torino Valentino 1 10 2015 foto Borrelli RomanoUna sessantina di giorni fa l’afa e il caldo impedivano ogni movimento e camice e t-shirt erano a chiazze e madide di sudore. L’aria mancava o tale era la situazione. O quella, mia percezione. Era l’ultimissimo sforzo che avrebbe concluso “un viaggio” durato 5 anni. Una notte prima dell’ultimo esame. Senza se e senza ma dovevo chiudere. Contro tutti i gufi. Oggi l’aria e’ “abbondante” e cosi il verde, il fresco, gli spazi aperti; la giornata autunnale invoglia ad uscire, ad apprezzare i colori dell’autunno che “entra” e non osservare solo le foglie che cadendo vanno a morire. Al Valentino, il parco di Torino che “sfocia” sul fiumeTorino.Valentino.2 10 2015.foto Borrelli Romano e lo lambisce, gruppi di universitari distesi sull’erba consumano il loro pranzo con una solenne liturgia infrasettimanale. Alcuni “lanciano” cibo a scoiattoli di “altri mondi”; altri corrono sul viale Valentino Torino.foto Borrelli Romanoasfaltato guardando quelli che vogano sulla via fluviale. Al Valentino che “ingloba” e nasconde la magia del castello e di un periodo medioevale, tra finzione e realta’. Coppie che lasciano intendere di essere nel pieno dell’amore e di un anniversario, alla ricerca della fontana magica ove gettare la monetina, passaporto per un imminente ritorno.Cammino, osservo e saluto alcuni studenti che mi riconoscono e io purtroppo, al momento, faccio fatica a collocarli in classe e sezione. Una “questione didattica”. La strada e’ li davanti, non so se in salita o in discesa. Ma e’ la mia, nessuno mi ha accompagnato. Era da tanto che non passeggiavo, qui, al Valentino. Forse era avvolto nella nebbia e io con lui.O forse e’ solo un ricordo. Mi pare di riconoscere il castelli,  le panchineTorino Valentino, foto Borrelli Romano.1 10 2015Torino Valentino.1 10 2015 foto Borrelli Romano, i fiori e le pianteTorino Valentino foto Borrelli Romani.1 10 2015, i giorni e le sere andate anche se, sono quelli che verranno che saranno i migliori. Il resto (molti e molto), e’ stato “catechizzato”, insieme alle parole, parole, parole…Torino Valentino.1 10 2015.foto Borrelli Romano

Ciao Pietro

20150926_151229La strada e’ quasi ultimata. Tra le mani il libro, Sulla strada. Kerouac: una, due, dieci pagine. L’asfalto, i pali della luce, le corsie. Un gomitolo di strade e di pensieri, verso il gazometro, l’Universita’Universita' di Torino.25 9 2015, Borrelli Romano ai piedi della collina, di Superga, un fiume, poi un altro, il trenino e noi stretti. Stretti nel nostro dolore delle nostre parole della realta’ dei fatti… che si poteva cancellare ma non si riusciva a dimenticare. Ci si provava a chiuderlo fuori, uno “zip” di  cerniera, lasciandolo, ancora e ancora fuori. L’evento, la frattura, e ripartire da li, direbbe Michela. In fondo, non volevo, volevamo, mica la luna.Torino 27 9 2015. Univ.foto Borrelli Romano Solo una sana e robusta relazione, una sana e robusta costituzione. Non volevamo la luna. O forse si. Un mondo diverso, possibile, possibilmente. Ciao Pietro (Ingrao).

Profumo di “dolcezza” a Torino

Torino 22 novembre 2014. Gran Madre e Cappuccini. Foto, Romano BorrelliProfumo di dolcezza per le strade della nostra città. “Che dolce che sei”, “Che tenera sei”,  “sei proprio un pasticcino da assaporare”, “tu sei un miele”,  “Troppo buona”(in tema di calorie, pazienza e non se ne avrà male la lingua se compro una vocale, la u)…sono alcune delle frasi tra  “dolci” e particolari “personaggi”catturate qua e là  in piazza San Carlo, nei pressi degli stand. Ma le stesse frasi possono essere catturate e interpretate, anche in mancanza di sonoro, dal “proiettore” che rilancia stralci di film “sullo schermo”  in piazza Castello. La cosa curiosa è che sullo sfondo, oltre il teatro Regio,  la Mole Antonelliana pare essere proprio un’antenna  su quella specie di televisore e la piazza il suo salotto. Ma forse non sembra, lo è. Un’antenna che cattura emozioni del passato e che rilanciano temi e valori  importantiTorino 22 novembre 2014, piazza Castello. Foto, Romano BorrelliNell’ aria si respira ottimismo e un senso di apertura al futuro, nonostante le immagini dei film siano del passato. Il 32 esimo Torino Film Festival avra’ il, suo “posto in prima fila”, qui, a Torino, su “piazze diverse” dal 22 al 29 novembre piu’ una “appendice” domenicale. “Wonderful”. Profumo di dolce di dolcezza che si mischiano vicendevolmente e si contagiano. Oltre, ovviamente, a profumi di cioccolata di ogni tipo e di ogni gusto.Torino 22 novembre 2014, piazza Castello. Foto, Romano Borrelli (2) In tema di passato e di “dolcezza” nel piattino della storia, alcuni frammenti dei film proiettati potevano essere  sicuramente i più visti e i più amati da L. e M. Nel piattino della fantasia, ovviamente. Quella servita nei pressi della casa del caffè, al passaggio del 50 o del tram numero 8. Al tempo di due corse cento lire, notturna 90. E per un film? Chissà.  I Film, o meglio, le “pizze”, al tempo di quello che si chiamava “vuoto” o “cauzione”, quando, dopo aver comprato e bevuto una aranciata o una gazzosa, riportando indietro la bottiglia, ne veniva elargita una seconda con pochissime lire di differenza. Almeno così si narra da qualche parte. Almeno così, ricorda qualcuno. Saggi. E così era solito fare “Fiorino”, così ieratico, rigido, una “maschera”, così raccontano quelli a cui staccava il biglietto nel cinema della circoscrizione 7. Erano tempi in cui erano in voga le cauzioni in alcuni cinema, gli auto riduttori per i concerti, i gettoni nelle tasche per le telefonate. Tempo di Hobby. Poi vennero le “cassette”, poi le te tessere per affittarle, poi i giornali con le cassette e infine internet…Poi, un giro per Torino, per completare la serata, o meglio, la nottata,  e…i Murazzi,Torino 22 novembre 2014, i Murazzi, foto, Romano Borrelli la Gran Madre, il grande fiume nei pressi, con il lento fluire delle sue acque, lucide, oggi, e restare muti e silenziosi davanti questo piacevole scorrere, nei pressi delle arcate, dove trionfavano aperitivi e musica e qualcuno ci scriveva libri e sceneggiature, mischiando fantasia e realta’ all’uscita dall’Universita’. Palazzo Nuovo, a due passi, Lettere anche, le lettere pure.  I Cappuccini, “gallonati”, di blu notte, con tanti cerchietti in testa  a ricordo che  l’atmosfera natalizia, oramai, bussa alle porte.  Wonderful. Un bimbo, “osservato” distrattamente dai genitori lancia una barchetta di carta. Sgridato dai genitori si giustifica dicendo “l’ho fatto per mandare un saluto al mare”. Chissa’ quando e a che ora sara’ previsto l’ arrivo.Torino 22 novembre 2014, la Gran Madre, foto, Romano Borrellipiazza Vittorio Torino 22 novembre 2014, piazza Vittorio, foto, Romano Borrellivia Po, sotto i suoi portici e negozi fino ad arrivare in piazza Castello. Una bella passeggiata.Torino 22 novembre 2014, Piazza Castello, foto, Romano Borrelli Dicono che in un giardino si possa ammirare una bellezza straordinaria. Un albero dai colori stupendi. Decido di verificare, dalle parti di via dei Mille. Torino 22 novembre 2014. La bellezza della natura. Giardini nel centro di Torino. Foto, Romano BorrelliMa oggi, questa sera, Torino 25 novembre 2014. Piazza San Carlo, CioccolaTo'. Foto, Romano Borrelliè tempo di dolcezza e di presente e di presenza.Torino 22 novembre 2014, Piazza San Carlo, foto, Romano BorrelliE in tempo di globalizzazione, che non manchi nulla. Anche il Choco-Kebab.Torino 22 novembre 2014. Piazza San Carlo. CioccolaTo'. Choco-Kebab, foto, Romano Borrelli

Ciao pasticcino” bisbiglia un pezzo di cioccolata  al suo vicino. Ciao, bella dama, se mi lasci avvicinare, ti do un bacio”. Oggi, questa sera, e’ l’elogio della “barretta” o dello “stecchetto”, per una dolcissima crema gianduia.

Oggi, questa sera e’ l’elogio del piattino e della dolcezza di una storia vissuta, da vivere, da fantasticare, da provare a raccontare.
Torino 22 novembre 2014, Torino Piazza Castello, foto Romano Borrelli

Estate, ad ottobre

Torino 18 ottobre 2014. Foto, Romano BorrelliComincero’ col scrivere  dicendo che a Torino, oggi, sembrava cominciata l’estate. Anche tempo fa , lo era. Per scrivere una storia. Via garibaldi. Maniche corte, calzoncini corti e gelati di ogni dimensione.  Introducendosi in un discorso da bar, si poteva benissimo affermare  di aver espletato le ultime faccende, accuratamente chiuso  il rubinetto dell’acqua, il gas e spento la luce, aver bagnato ancora una volta le piante, lasciato le chiavi alla vicina, aver fatto il cambio dell’olio e il pieno di benzina, caricato la macchina ed esser pronti per partire in ferie. Direzione, Matera e poi, ovviamente, Salento. Solo il calendario dice che siamo ad ottobre, che la scuola è cominciata da un pezzo, le interrogazioni pure, e i compiti, in Italia, svolti. Versando lacrime amare…O verseremo, amare lacrime.  Autunno-estate-autunno. In qualche posto, ma davvero, una mano anonima ha scritto di fare attenzione alle zanzare. Torino, scritto in via Giulio, scuola Materna. Sembrava davvero fatta. A pensarci, noi, di essere  in luglio o ad agosto. E le chiavi, pure quelle, sono state consegnate.  Anche il “caldarrostaio” Carmelo ha chiuso i battenti e riposto la carbonella in valigia. Oggi poche castagne. Ne approfitto per  dare un’occhiata a quei fogli di giornale che avrebbero dovuto diventare un cono, un contenitore per castagne. Notizie vecchie ma sempre nuove per chi non le ha mai lette. La Stampa… Strane abitudini: capita anche al mercato dei contadini di Porta Palazzo. Lettura di fogli sparsi. “2012, 2013…” Briciole di notizie sparse. Mai lette o dimenticate troppo in fretta. Come accade talvolta a certe storie. Il caldarrostaio, intanto, gira e rigira quelle poche castagne  che nel giro di poco carbonizzeranno. Suda, come ad agosto. Senza girare. Senza carbonella. Magari andrà meglio domani, alla fiera. I palloncini saranno stretti nelle mani di qualche bimbo, qualcuno sicuramente  volerà in cielo rendendolo ancora piu’ azzurro. Un cuore di cielo. Caldo, si diceva. Anche un topolino ne approfitta per  prendersi una boccata d’aria, uscendo da qualche tombino. Per la felicità di qualche gatto.Torino, 18 ottobre 2014. Foto, Romano Borrelli (2)Non era tempo di castagne, oggi, a Torino, scrivevo. Centro e vie laterali “letteralmente” invase da….torinesi e turisti. Foto di gruppo e messaggi. Da parte mia, il ritrovamento di tasti e testi. Ricoperti di polvere ma ancora bene funzionanti. Una via tradizionale. Di comunicazione. In via Garibaldi  code in molti negozi. E se per la castagna non è tempo, lo è invece per…Torino 18 ottobre 2014. Via Garibaldi, foto, Borrelli RomanoQualche passo e mi dirigo verso piazza CastelloTorino, 18 ottobre 2014. Foto, Romano Borrelli…Torino da qui è davvero bella. La Mole sullo sfondo, con il Museo del cinema, piazza Vittorio da una parte e piazza Castello dall’altra, la collina, il fiume, mani che si intrecciano,  passato e presente, finzione e realtà che si mischiano.  

“Allora, hai preso tutto, domanda lei?”

Lui, prendendole la mano, stringendola forte, con l’intento di rassicurarla le risponde: “Si, ora ho tutto”.

Lasciarono solo un augurio e andarono…Biglietto d'auguri. Da Senigallia a Torino. Foto, Romano Borrelli

 

Allora… buone ferie.Torino 18 ottobre 2014. Via Garibaldi. Foto, Romano Borrelli

Pasqua 2014. Continua.

 

Pasqua a Torino. Un caffè nella centralissima Piazza Vittorio Veneto, osservata e scrutata da una finestra particolare, i portici della nostra città. Oppure stazionare in coda, per tutto il tempo necessario, in altra piazza, Castello, per poter accedere ad un museo. In questo frangente, la coda per visitare la mostra dei Preraffaelliti, “l’utopia della bellezza”, a Palazzo Chiablese Settanta capolavori in un percorso suddiviso in sette temi quali la Storia, la Religione, il Paesaggio, la Vita Moderna, la Poesia, la Bellezza, il Simbolismo. Insomma, Torino come capitale dell’arte.

O  ancora, contemplare, in attesa che arrivi il battello in arrivo dalla parte opposto e il lento fluire del grande  fiume Po. 

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Torino. Domenica 20 aprile 2014. Il Po, l’angolo di Piazza Vittorio e la Mole Antonelliana sullo sfondo.

La vista è da cartolina. La Mole Antonelliana che si staglia nel cielo, visibile sullo sfondo, e la piazza che si apre nel cuore di Torino.

 

In realtà, le alternative  che la nostra città offriva e offre in questa giornata erano davvero numerose.  Oltre alle consuete “mete”, in molti hanno trascorso la festività, o parte di essa, optando per una scelta diversa. Il Serming, per esempio, o una visita, seguendo l’esempio dell’Arcivescovo di Torino, Nosiglia, in visita a qualche anziano o persona sola, sofferente, o ancora presso qualche casa di riposo, di cura o in un centro per anziani. E non si puo’ che immaginare, la felicità di chi, avvezzo alla sofferenza, solitudine, almeno per un giorno, è riuscito a contemplare ed intercettare un viso nuovo e raccogliere e riflettere su qualche parola in più, depositata e scambiata non da e con  qualche personaggio immaginario frutto della propria mente, ma da un parente o conoscente, in carne ed ossa, passato da li, non per caso, ma sollecitato, da qualche bel sermone. E dalla coscienza.  Non più mazzi di carte, o visi riflessi allo specchio, a consultare rughe e  nominarle con nomi di qualche realtà passata. Niente di tutto cio’. Un incontro, una visita, inaspettata per i pazienti, i più deboli, l’ascolto, il parlare. Così, per far passare il tempo, ma in maniera diversa da come accade in qualsiasi altro giorno. Non più caramelle alla menta da scartare, in solitudine o lunghe e infinite passeggiate in qualche cortile di una ex casa per suore ora di riposo. Qualcosa in più, almeno per un giorno. Restituire qualcosa e qualcuno  alla normalità. E la normalità , dovrebbe essere sempre. Uno degli ospiti, entusiasta di vedere volti nuovi, prova a dare prova a dare sfogo alla propria memora nel raccontare l’omelia della Messa. “Il masso del sepolcro spostato, nel giorno della Resurrezione, come sinonimo di barriera da abbattere.” Continua a dipanare il suo ricordo restituendo ai presenti quanto accolto in mattinata, prima delle Specie sacre.  “La lotta fra morte e vita”. E a modo suo, prova a dare una spiegazione, interpretandolo, quel masso spostato, come un ponte, un raltà che tendono ad avvicinare. L’incontro. Gli incontri. Parla, felice di aver trovato qualcuno con cui parlare. E in molti ad ascoltarlo. Con una lucidità incredibile. Gli occhi brillano. La gioia è di casa. Bastava poco. Davvero. E così è  per tanti altri. Per un giorno, in fuga dalla vecchiaia, dalla tristezza, dai pensieri.

Sarebbe bello poterlo fare più spesso.

 

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Torino 20 aprile 2014. Piazza Vittorio vista da sotto i portici.

 

 

 

 

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Torino. Piazza Castello. Domenica 20 aprile 2014. In coda per la mostra sui Preraffaelliti. Mostra a Palazzo Chiablese.

L’amore con gli occhi giusti. O con occhiali, giusti

DSC00562Aspettando il “colore” cangiante della Mole…arrampicato fin quassù, sul monte dei Cappuccini, a “vedere” una Torino diversa, sotto una luce ancora migliore, sensibile, accogliente, solidale, ancora più bella.Mondiale.  Con gli occhiali giusti, seduto su di una di queste panchine, che somigliano a tanti altari iinnalzato,  si riescono  a vedere i confini della nostra città e punti passati della nostra biografia “storica”.Moncalieri, Rivoli, Caselle, Superga, e per ciascuna di queste centinaia di ricordi, che affiorano, lentamente. Questo piccolo monte e’ una lanterna magica, una macchina da presa, e una macchina del tempo. Una macchina che guarda avanti, con occhi nuovi. Ai nostri piedi, il mito della velocita’, qui, qualcisa di eterno, un incongro con noi stessi e con altro.  Una piccola processione, con frate in testa, passa cantando. Giovani che mai avresti pensato passare da qui, a pregare e cantare. Il frate alla testa è di quelli tosti. Lo osservo attentamente. Sul suo viso paiono scritti i versi del Vangelo di Giovanni. E cosi presumo che sia. E li trasmette, con le le parole, i gesti, gli esempi. Tra le mani, una Croce”. Immediatamente rifletto sulla cristologia implicita ed esplicita. Chissa’. Periodo di Passione.Sulle panchine qualcuno scarta la sua cena: qualche tozzo di pane, una bottiglietta d’acqua, due chiacchiere, per chi ha poco e nulla più da offrire e di che nutrirsi. Quando la Parola conta.E aiuta a comprendere meglio il senso della parola e interpretare il silenzio di quelle persone che se ne nutrono. Sul cornicione di questa terrazza panoramica che fa tanto balcone di Giulietta e Romeo, coppie che pensano e ripensano l’amore e ridefinendolo finiscono per accoglierlo in maniera migliore. Ah, i contenuti. Da qui, si contempla, e lo si riesce a chiamare e definire in modo migliore, con gli occhiali giusti.  Si promettono il mondo, i ragazzi, e gli innamorati in genere e si concedono questo stupendo  panorama. E da quassù, uno sguardo alla processione che lentamente termina il suo corso e lassu’, a contemplare, che le cose si spieghino e ce le spieghi in modo diverso. E chi, avvolto in questo cielo torinese c non vedrebbe l’amore con gli occhi giusti? (Non con gli occhiali).  Con gli occhi giusti,  e gli occhiali, riesci a prendere la vita in modo positivo. Ma quali?Una statua fa ombra, un po’ a tutti. Ma forse, meglio dire, protezione. In lontananza, Superga.  Non la si vede molto bene, ma è la, a custodire nitidi ricordi. Il fiume scorre e riflette, luci, vita e amore Lasciata Piazza Vittorio,  (dove stazionano degli enormi occhiali Generali) e i suoi locali, sul corso, la villa di un altro “profondo”, “rosso“, diverso da quello di oggi pomeriggio, dopo averlo fotografato e scritto. Dai Cappuccini, la vista è davvero mozzafiato. I Murazzi, le luci, le arcate, il passeggio in un via vai continuo, sotto questo balcone, dall’altra parte del fiume, che pare di rileggere il libro di Alice Corsi. Pagina dopo pagina, personaggio dopo personaggio, universitarie, universitarie, …Tutto così magico.  Tutto cosi molto… Passion…Passioni che muovono, anzi, smuovono le persone ad andare oltre.

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