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La sedia della maturità

La sedia della maturità è molto più di un oggetto. In quella mezz’ora, di seduta, sulla sedia, tutto ruota nella testa,  le sue rotelle, (ma anche senza rotelle, che va bene ugualmente) in quel preciso momento, con tutta l’ ansia accumulata, poi,  a radiografarla e’ come in  un flipper, che stelle ce ne sono a milioni;  ruota il candidato,  alla Mose’ in san Pietro in Vinvoli,  con la sua torsione, che sembra prendete la via di fuga, verso sei visi, che scrutano, domandano, ascoltano, pesano, la solitudine di quell’istante.  Passano velocemente in mezz’ora cinque anni, due guerre mondiali, morti,  vinti,  vincitori, Foscolo,  Ungaretti,  Montale,  Pavese,  i contratti, le societa’, atti e contratti, Cassola e la fabbrica e la sua paga del sabato, l’iscrizione dopo la terza media, le gite, le vacanze, di Natale, estive,
di Pasqua, gli amori, soprattutto quelli non corrisposti, le delusioni,   quelli che non si sa mai… gli intervalli, i libri,  gli appunti;  poi termina  tutto con la domanda del Presidente: “che farai da domani? Progetti? Lavoro o Università? ” La seduta è tolta, e tutto si scioglie in un men che non si dica: in una stretta di mano.. rimettere la sedia in ordine,  al centro della classe,  chiudere la porta,  che dentro si discute il voto e…  e avanti il prossimo. Sembra ieri quando al posto del candidato  A. e la sua tesina sul lavoro,  c’ero io e la mia solitudine e la giacca e la cravatta troppo stretta che non vedevo l’ora di toglierla  e la sedia messa in ordine per A.  Ma non era ieri. Era oggi, la maturita’ di A., C, A., S…

Tesina e prova finale

Dopo essermi lasciato alle spalle km di strada ferrata e mare (e che mare) , sole, vento, scusate “mare, sule, jentu” eccomi qui dove ci eravamo lasciati. A scuola. Edificio, rampe di scala, cattedra, prima dell’aula 23. Aula. Cattedra, banchi, sedia. Presidente, commissari, interni, esterni, pubblico e io mescolato in questo. Tho’ chi si rivede: “la sedia della maturita’”. “Gli esami  orali  sono viciiiiniii e tu sei molto lontana dalla mia stanza…”, bando alle canzoni in tutti i sensi eccomi qui ad accompagnare, interrogare, ascoltare,  gioire, soffrire, ridere, commentare tesine e vedere questo ultimissimo viaggio d’amore nella scuola, tra spine, petali, rose. Prima. Mazzo no, onestamente. Dopo. Per nessuno. Tutto  e’ andato in maniera serena. “Il volontariato e le leggi che lo regolano: un caso specifico, quello del Cottolengo”; “La gravidanza” e “Animali pelosi”.  Quest’ultimo avrebbe meritato uno spazio sulla rubrica de La Stampa dedicata a cani e gatti. Una bella carellata storica sul tema. Belle, ricche di studio e fantasia. E allora domandiamo. Nel mezzo, Calvino, Montale, D’Annunzio, socialisti, interventisti, pacifisti, prima e seconda guerra mondiale, guerra di posizione, trincea, 1943, 1945, i russi, bolscevichi, il socialismo, il comunismo, il contratto, nullo, annullabile, imprenditore, impresa, ditta, azienda, insegna, funzioni, Freud,  e molta emozione dopo, dopo averle spiegate, ovviamente.. “Signorina, cosa pensa di voler fare da domani?” Tante risposte: scienze della formazione, ostetricia, psicologia, volontariato. E’ andata. Bravissime. Avete scritto una bellissima pagina di storia indimenticabile.Qualcuno la sognera’ ancora, ma non fa nulla. Servira’ a restare sempre giovani. Buone vacanze. Ah: “goodnight”.

Zero 24. Drogheria automatica

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Torino, via Bellezia 7. Drogheria automatica.

Sabato santo. Sabato di pioggia sulla nostra città. Piove da alcune ore. A tratti fa anche freddo. Temperatura in “picchiata” di dieci gradi. Voglia di caffè e cappuccino. Vago alla ricerca di un caffè, approfittando di queste ore di libertà, dal lavoro. Scuole ormai chiuse e libri riposti in un cassetto. Passeggiando tra le viuzze del centro di Torino, con grande sorpresa mi imbatto in un paio di distributori automatici. Ma non la solita macchinetta. No. Una drogheria automatica. Quel nome “gratta” il fondo della memoria. Drogheria. Locali di una volta. Il sale, monopolio di Stato. Le buste sorpresa, per i bambini. Palloni, grandi e piccoli.  Biscotti sfusi e buste di latte a lunga conservazione,  e detersivi di ogni tipo. Commessi e commesse piuttosto anziani con grembiule marroncino. Non si trovano piu’ in giro. Quei negozi. Forse in qualche sperduto paesino del Sud. Negozi, bazar, chincaglierie di ogni tipo, buone per far convergere l’attenzione e i desideri dei bambini, prima di dirigerli verso il gelato quotidiano, dopo tanto sole e tanto mare. E qui comincerebbe a partire il nastro della memoria. Nel centro di Torino, (e non solo) ci si puo’ imbattere in una drogheria automatica. Una sorta di “negozio, zero 24″. E mai più’ avrei pensato di trovare la possibilità di scegliere bottiglie di latte. Fresco e lunga conservazione. Insieme ad altri prodotti e quelli consueti. Chissà che fine avranno fatto quei camion di una volta,  che davvero lo distribuivano il latte, all’interno di contenitori metallizzati che facevano tanto alpeggio. Tempi che cambiano. Tutto a portata di un…click, come il suono della monetina inserita nel distributore automatico. (Per la cronaca, latte fresco e latte a lunga conservazione. Un euro e 70 centesimi, oltre a yogurt e succhi di frutta).

 

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Distributore automatico. Drogheria. Via Bellezia 7, Torino. Prodotti della cascina Fontanacervo, Villastellone (To).

Per la cronaca, chi invece prova a ritornare alla origini è Michele Curto.  Dalla bottiglia del Salento, un nuovo messaggio politico. Un forno particolare, appena aperto. Col pane, un nuovo tentativo di comunicazione politica. Oltre che di impegno. A me, personalmente, il, pane e’sempre piaciuto, come simbolo, come segno, di condivisione, di comunione. Pane, anche Eucaristico. Pane che manca, pane come lavoro, pane come fatica, pane come alimento necessario, di sopravvivenza, lotta per il pane e pane per la lotta. Dacci oggi il nostro pane quotidiano, Padre. E non vorrei sembrare poco rispettoso della persona come delle persone lo sono altri, ma basta con la speculazione sul pane, e su ogni altro genere di necessita’.E la politica, a sinistra, lo aveva gia’ segnalato che il pane lo si poteva vendere ad un euro al kilogrammo e non a tre, quattro….E l’ iniziativa di Michele, devo dire, piace a molti, a guardare in quanti si interessano a questo suo impegno. Altra nota, la voglia di pane, come partecipazione e democrazia di elementi giovani, all’alba della loro maturita’ osservata dall’ottica di una primavera.

Distributore automatico. Drogheria automatica. Via Bellezia, 7. Torino
Distributore automatico. Drogheria automatica. Via Bellezia 7, Torino

 

 

Pane della vita. A ridosso della Pasqua non si puo’ non pensare al pane. Sono le 5 e 36 di sabato, pomeriggio. Sento qualcuno chiamare il nome “Giovanni”. Non e’ un caso.  Quasi ora di andare e restare. Nel nome del pane.

 

Dal fronte della scuola, invece, nell’uovo di Pasqua, una sorpresa per un centinaio di ata: dopo anni di precariato, il contratto.

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“Il forno”. Da Michele Curto. Via Principessa Clotilde 27. Torino.

MARCIA per il LAVORO e per la DIFESA del CONTRATTO

Riceviamo e Pubblichiamo:

marcia-per-il-lavoroMARCIA per il LAVORO e per la DIFESA del CONTRATTO

Tra il 21 e il 27 febbraio sono stati organizzati (vedi calendario) dei volantinaggi per promuovere la manifestazione regionale

“MARCIA per il LAVORO e per la DIFESA del CONTRATTO”

che si terrà sabato 28 febbraio 2009 ore 9,00
concentramento in P.za Vittorio Torino
corteo e comizio finale in P.za Castello.

Tutti coloro che volessero dare la loro disponibilità per partecipare a quelli già previsti o organizzarne di autonomi fuori dalle proprie scuole sono pregati di comunicarlo nella giornata di lunedì al seguente indirizzo e-mail: castelnuovo@cgiltorino.itN.O.S.P.A.M.
(cancellare la scritta N.O.S.P.A.M. dalla e-mail)

CALENDARIO VOLANTINAGGI
21-2 supermercati (filcams) – mercati (spi)
23-2 banche, assicu.(fisac) – stazioni – metro (filt)
24-2: ospedali (fp) – comunicazioni (slc)
25-2: comuni (fp) – az. Agroalimentari (flai) – mercati (spi)
26-2: aziende meccaniche (FIOM)
27-2: aziende Filcem, Filtea, fillea,scuola e università.

Locandina Manifestazione Marcia per il Lavoro

Contro lo sbarramento: “saltare un giro è come proporre saltare un pasto per combattere la crisi”

In questi giorni mi sono soffermato su alcuni articoli de Il Manifesto. Sicuramente, l’intenzione di chi ha scritto l’articolo su quel giornale, Polo, con contenuto “fermarsi un giro”, (come veniva sostenuto sul Manifesto), era “sollecitare una riflessione”. Una riflessione che ha aperto un contraddittorio, una dialettica. Io penso che l’elezioni europee non abbiano come scopo “la stabilità” di un governo e, quindi, non ne capisco il senso del porre uno sbarramento.newsweek-veltrusconi Ma, a prescindere, penso che a tutti, ma proprio a tutti, debba essere garantita la rappresentanza. Sarà anche un “aiuto a far riflettere”, ma onestamente, chiediamocelo, quanti hanno capito questo e quanti hanno capito diversamente? Allora cosa proponiamo ai lavoratori, di saltare il giro anche con il contratto non firmato dalla Cgil? Saltiamo il giro e non chiediamo il referendum? Allora cosa facciamo, noi “classe operaia”, “fasce deboli”, “precari”, dato che non possiamo comprare per “far girare l’economia” come qualcuno, dotato di un’intelligenza molto raffinata, propone, “saltiamo un pasto”? Penso che esistano altre forme di dissenso, e soprattutto, se l’intenzione è quella di stimolare, “provocare” una riflessione, facciamolo, indichiamo il nostro ragionamento, da dove si vuole partire a dove vogliamo arrivare. Io, personalmente, “un pasto, non lo salto se ho già digiunato a quello precedente”, nè, tantomeno, “salto un giro”. Voglio che: tutto ciò che mi è intorno, che è politica, sia deciso anche da me. Non voglio certo delegare nulla ad altri che non mi rappresentano minimamente. E poi, se lo scopo è far uscire una indicazione netta, chiara, di un forte astensionismo, qualcuno si ricorda quanto già alta era questa percentuale nelle scorse elezioni o, al precedente digiuno come preferite? NO, “Io non salto il giro”.

Articolo di Rossana Rossanda

Accordo separato per spezzare la forza contrattuale dei lavoratori

Riceviamo e Pubblichiamo:

La Rete28Aprile chiama alla massima mobilitazione contro l’accordo della complicità tra Confindustria, Governo, Cisl e Uil

Firmato ieri l’accordo separato sulla riforma del sistema contrattuale. La gravità dell’attacco ai diritti richiede lo sciopero generale. Come prima risposta la Rete28Aprile opera affinché allo sciopero del 13 febbraio delle lavoratrici e dei lavoratori metalmeccanici e pubblici, con manifestazione nazionale a Roma, partecipino altre categorie e altri luoghi di lavoro.
E’ necessaria una lotta lunga e duratura, perché la rottura è di una gravità senza precedenti e mette in discussione i principi fondamentali dell’iniziativa sindacale e dei diritti delle lavoratrici e dei lavoratori. L’accordo della complicità apre la via alla distruzione del contratto nazionale e alla totale flessibilità del salario; minaccia ancora di più la salute dei lavoratori con il vincolo della produttiva del salario; estende la precarietà e l’incertezza dei diritti.
Si apre così una fase nuova nella quale bisognerà rovesciare l’accordo categoria per categoria, luogo di lavoro per luogo di lavoro.
Vogliono eliminare il conflitto sociale; invece dovranno raccoglierne una quantità tale da sconfiggere il loro disegno di far pagare integralmente la crisi al mondo del lavoro.

Roma, 23 gennaio 2009

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