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26 Dicembre

Torino, 26 dicembre 2014, via Garibaldi, foto, Romano BorrelliTorino 26 dicembre 2014, piazza Castello, foto, Borrelli RomanoLe ragazze sono brave. La musica è dolce. Le loro penne, un flauto traverso ed un violino. Scrivono melodie nell’aria e suonano dal cuore al cuore di molti. In via Garibaldi e oltre. Melodie natalizie che rimandano ai migliori anni. Molti si soffermano, spostano leggermente il cappello per lasciare libero spazio al libero suono in liberato orecchio. Un biglietto ai miei piedi, lo raccolgo, lo leggo, lo colgo: “Io sono presente al mondo solo tramite il mio corpo. I miei pensieri, i miei sentimenti, non si esprimono o non si rivelano se non tramite il mio corpo”, (sul retro e me ne accorgo solo dopo, “l’insieme degli eventi-avventi, con il loro perpetuo moto costituisce una sorta di ritmo naturale e anche un messaggio da captare per cui la materia e lo spirito si danno in un unico insieme come creato”, Stefano Verdino), lo piego e lo conservo…le ragazze continuano a suonare e allietano passanti e coloro che sono in sosta ormai da un pezzo.  La città, nella giornata tradizionalmente dedicata al cinema è stupenda. Dopo le poltrone rosse e il maxi-schermo, una camminata, su questo porfido liscio che sembra un puzzle. I discorsi, il vociare sono una cascata di cibo e di ricette. A raccoglierle ci verrebbe fuori un libro da far concorrenza a suor Germana. L’Italia del pranzo di Natale è servita. (il pranzo di Natale, anche. La tv, per la cronaca,  ha restituito immagini del Vescovo di Torino, Cesare Nosiglia, che serve il pranzo ad una decina di persone in difficolta’. Con tanti auguri “a mille”). La città, e’ squadrata. Il suo mantello, disteso al nostro passaggio sembra una scacchiera ed ogni suo pezzo in perenne movimento.  L’alfiere posto dinanzi alla torre prova ad infilzare la luna.Torino 26 dicembre 2014, piazza Castello, Foto, Romano Borrelli I cavalli ancora ai loro posti, aspettano un cenno, per essere mossi, sull’enorme scacchiera. Una “L”, la mossa del cavallo, nel cuore di Torino, nella piazza preferita, una fuga, ed uno scacco.  I pedoni si ergono a difesa del palazzo, d’inverno, in attesa di Jvan, previsto nelle prossime ore notturne. Atteso, come la neve. Le luci abbagliano e assumono forme diverse…Non avevo granchè voglia di scrivere, onestamente, solo di immaginare questa enorme tavolata torinese. Su di essa, torinesi e turisti si muovono a loro agio, ado occhi chiusi, un po’ per sognare un po’ per forza d’abitudine, molto per amore e sognarsi e trovarsi ancora innamorati. Cioccolata alla mano occhi posati un po’ qua un po’ la, oltre le vetrine, alcune “accese” and “open” in questa appendice natalizia. I sorrisi si allargano e si donano, a …piene mani. I piedi, di tanto in tanto, quelli battono il ritmo sul selciato. Un po’ per scacciare il freddo un po’ per darsi il ritmo.  Un gesto democratico, “orizzontale”, al apri di quelli sulla rete. Alcuni tra le mani i doni di ieri, da cambiare. Altri, i doni di ieri, per cambiare. Altri ancora provenienti dallo shopping center di Porta Nuova, aperti per le feste.  Ad ogni modo, il luogo migliore delle mani e’ quello di ritrovarsele tra altra mano, a patto, come scriveva una scrittrice, che non sia la propria. Il caldo delle tasche era un luogo sicuro per le mani…….levarle da quel tepore, un affronto poco carino, e poi, c’era questa partita immaginaria su di una scacchiera tutta torinese…con tanta voglia di giocare. Torino 26 dicembre 2014, foto, Romano BorrelliTorino 26 dicembre 2014, foto, Romano Borrelli (2)Torino 26 dicembre 2014, piazza Castello, Palazzo Madama,foto, Borrelli Romano

La mia Torino 24/05 continua

Torino 24 maggio 2014. Ore 18.30 circa. Fra tenerezze e...crampi. Foto Romano Borrelli

DSC00988La lunga giornata volge al termine. Stanchezza, fatica, fame prendono il sopravvento. Cominciano davvero a farsi sentire. Ma la forza dei sentimenti, è più forte. Anche quando non hanno modo di esprimersi dopo un anno e si sciolgono in un abbraccio, commosso, intenso, interminabile. Quando il tempo sembra non passare mai e l’attesa diventa infinita, come prima di una finale mondiale. Ci si siede e si aspetta. Pazientemente. Altri ne approfittano, seduti, consumando la propria cena al sacco. Nel frattempo sono in arrivo gli ultimi, con mezzi di locomozione di fortuna, più ecologici, come una bicicletta. Al lavoro anche alcune volontarie che dedicano del tempo alla preparazione delle candele.Torino 24 maggio 2014. Ore 19.00 Cortile Basilica Maria Ausiliatrice. La preparazione delle candele da parte delle volontarie. Foto Romano Borrelli

Torino 24 maggio 2014. Ore 18.30. Cortile Maria Ausiliatrice. Per chi usa la bici, pur di esserci. Foto Romano BorrelliTorino 24 maggio 2014. Cortile Maria Ausiliatrice. Ore 19.15 La cena. Foto Romano BorrelliTorino 24 maggio 2014. Ore 19.00 Cortile di Maria Ausiliatrice. Aspettando, insieme. Foto Romano Borrelli

 

Dopo Nosiglia, è tempo per il Rettor Maggiore. La porta di casa rimane sempre aperta.

 

Torino 24 maggio 2014.Ore 18.30 Cortile Maria Ausiliatrice. Riabbracciarsi...un anno dopo. Foto Romano Borrelli

Pasqua 2014. Continua.

 

Pasqua a Torino. Un caffè nella centralissima Piazza Vittorio Veneto, osservata e scrutata da una finestra particolare, i portici della nostra città. Oppure stazionare in coda, per tutto il tempo necessario, in altra piazza, Castello, per poter accedere ad un museo. In questo frangente, la coda per visitare la mostra dei Preraffaelliti, “l’utopia della bellezza”, a Palazzo Chiablese Settanta capolavori in un percorso suddiviso in sette temi quali la Storia, la Religione, il Paesaggio, la Vita Moderna, la Poesia, la Bellezza, il Simbolismo. Insomma, Torino come capitale dell’arte.

O  ancora, contemplare, in attesa che arrivi il battello in arrivo dalla parte opposto e il lento fluire del grande  fiume Po. 

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Torino. Domenica 20 aprile 2014. Il Po, l’angolo di Piazza Vittorio e la Mole Antonelliana sullo sfondo.

La vista è da cartolina. La Mole Antonelliana che si staglia nel cielo, visibile sullo sfondo, e la piazza che si apre nel cuore di Torino.

 

In realtà, le alternative  che la nostra città offriva e offre in questa giornata erano davvero numerose.  Oltre alle consuete “mete”, in molti hanno trascorso la festività, o parte di essa, optando per una scelta diversa. Il Serming, per esempio, o una visita, seguendo l’esempio dell’Arcivescovo di Torino, Nosiglia, in visita a qualche anziano o persona sola, sofferente, o ancora presso qualche casa di riposo, di cura o in un centro per anziani. E non si puo’ che immaginare, la felicità di chi, avvezzo alla sofferenza, solitudine, almeno per un giorno, è riuscito a contemplare ed intercettare un viso nuovo e raccogliere e riflettere su qualche parola in più, depositata e scambiata non da e con  qualche personaggio immaginario frutto della propria mente, ma da un parente o conoscente, in carne ed ossa, passato da li, non per caso, ma sollecitato, da qualche bel sermone. E dalla coscienza.  Non più mazzi di carte, o visi riflessi allo specchio, a consultare rughe e  nominarle con nomi di qualche realtà passata. Niente di tutto cio’. Un incontro, una visita, inaspettata per i pazienti, i più deboli, l’ascolto, il parlare. Così, per far passare il tempo, ma in maniera diversa da come accade in qualsiasi altro giorno. Non più caramelle alla menta da scartare, in solitudine o lunghe e infinite passeggiate in qualche cortile di una ex casa per suore ora di riposo. Qualcosa in più, almeno per un giorno. Restituire qualcosa e qualcuno  alla normalità. E la normalità , dovrebbe essere sempre. Uno degli ospiti, entusiasta di vedere volti nuovi, prova a dare prova a dare sfogo alla propria memora nel raccontare l’omelia della Messa. “Il masso del sepolcro spostato, nel giorno della Resurrezione, come sinonimo di barriera da abbattere.” Continua a dipanare il suo ricordo restituendo ai presenti quanto accolto in mattinata, prima delle Specie sacre.  “La lotta fra morte e vita”. E a modo suo, prova a dare una spiegazione, interpretandolo, quel masso spostato, come un ponte, un raltà che tendono ad avvicinare. L’incontro. Gli incontri. Parla, felice di aver trovato qualcuno con cui parlare. E in molti ad ascoltarlo. Con una lucidità incredibile. Gli occhi brillano. La gioia è di casa. Bastava poco. Davvero. E così è  per tanti altri. Per un giorno, in fuga dalla vecchiaia, dalla tristezza, dai pensieri.

Sarebbe bello poterlo fare più spesso.

 

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Torino 20 aprile 2014. Piazza Vittorio vista da sotto i portici.

 

 

 

 

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Torino. Piazza Castello. Domenica 20 aprile 2014. In coda per la mostra sui Preraffaelliti. Mostra a Palazzo Chiablese.