Fin dalle prime luci dell’alba, Torino è un fiorire di zainetti e dizionari: e’ l’annuncio di una nuova maturità alle porte. Trentamila? Chi lo sa. Molti, tanti, pero’. Carta di identità, biro, occhi stropicciati per una notte insonne o a singhiozzi, in tutti i sensi; eccoli pronti, i “maturandi” con un passo fuori dalla scuola e uno ancora dentro, in ogni caso, in piedi, “davanti al cancello” prima dell’appello, prima della busta, prima del tema o saggio, cellulare alla porta, ovviamente, prima di tutto. Un viaggio, per loro, di 5 anni che va esaurendosi, lentamente, ma che ricorderanno, per sempre. Nei discorsi, nelle sere d’estate che verranno, negli incontri che faranno, porteranno sempre “tracce negli occhi”. Ne parleranno, se ne parlera’ e riparlerà, per molto… ancora molto. Tutta una vita davanti. A buste aperte provo a leggere. Quella sul miracolo economico l’avrei svolta subito, immediatamente, con tutti quei ricordi universitari…miei; il movimento studentesco, quello operaio, Palazzo Campana, le contestazioni, il triangolo industriale, l’Italia che è una Repubblica fondata sul lavoro, ma che a Marcinelle (Belgio, accordo governo italiano-belga, minatori in cambio di operai minatori)morirono tantissimi italiani… e la politica, gli accordi, le ferie, il ritorno al Sud, le Ferrovie dello Stato e le industrie di stato… Ma anche il progresso materiale, morale (che dire? abusivismo, condoni, sanatorie, ne scriviamo?) e poi la tecnologia, il lavoro… erano belle e interessanti tracce. Nelle aule, una domanda: “Caproni, chi era costui? “
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Maturità: primi esiti di una musica che continua
Maturità. La sedia comincia a sentire l’avvicinarsi del termine e della sua futura solitudine. Anche lei, dopo aver garantito un posto dove riposarsi, andrà a raggiungere le sue colleghe già collocate in ferie dall’inizio di giugno. Tra poco sarà maturo il tempo in cui tornerà a far compagnia alle altre, come le foglie d’autunno quando cadono. Lentamente “escono” i cartelloni con i voti dei primi” licenziati”. M.67, G.60, C. 70, M. 80 e da domani probabilmente leggeremo sui quotidiani le votazioni dei primi maturi “fioriti” in giro per la nostra città. Probabilmente.
Esami di maturità che proseguono e che riguardano anche gli studenti delle scuole italiane all’estero. Come ad Instanbul dove molto è doppio. Maturandi sospesi tra Europa, Asia in una doppia gestione. Ma per restare a noi, la “musica” dell’esame continua e i candidati, “cantano” le proprie tesine, anche se ormai, gli appuntamenti lentamente tendono ad esaurirsi.
Maturità è quando un ragazzo espone la sua tesina sui Beatles e uno dei commissari lo noti intento a vedere il filmato e gustare la musica di sottofondo, il tutto mentre muove soddisfatto la pianta del piede. Sicuramente avrebbe voluto esprime la sua felicità e la sua contentezza in altro modo. Quel piede raccontava tutta una voglia di togliersi quel gesso di dosso, posato appena oltre le sue spalle, in attesa di settembre, o forse, o solo di riappropriarsi di quelli che sono stati i suoi anni. In ogni caso, quella tesina è piaciuta, a tanti. I Beatles in Italia, in Europa, sui giornali dell’epoca. Quanto e quale peso avevano dato gli organi di informazione italiani per quell’evento, di un concerto italiano sul nostro Paese? Fenomeno “Beat o rock?”. Beatles beat o rock? Pensieri a ritroso. Sospensione momentanea della realtà. Per una volta la sospensione non è un atto comminato dal dirigente e consigli vari, ma una chiusura tra parentesi del presente. Per riprendersi almeno mentalmente il passato. Vorrei dare il ritmo anche io, alla mia pianta del piede mentre la musica corre e smuove l’ascensore del ricordi che materializzano una macchina in corsa, e quelle canzoni che “passano”. Pensieri che fanno compagnia. Un attimo. Solo un attimo. Poi, si ritorna sul “pianeta” aula. L’esposizione continua. E via con le contestazioni giovanili del ’68, le occupazioni degli universitari. Penso a Marco Revelli, agli studenti e l’occupazione di Palazzo Campana, e il grande soggetto che con l’autunno caldo entra in campo: la classe operaia, le lotte, le conquiste. Esposizione continua di una altrettanto lotta continua. Un fenomeno che continua ancora dopo il’ 68 e il ’69. I movimenti migratori, il triangolo industriale, le cattedrali nel deserto e il Sud e le sue campagne che si spopolano. Penso ad un testo, “Storia dell’Italia contemporanea dal ’48 ad oggi”. Un tomo bellissimo, dalla copertina bianca, con la fotografia di una ruota. Bellissimo libro. Mentre il candidato continua la sua esposizione penso e ripenso ai treni descritti in quel tomo, all’arrivo dal Sud, da Napoli, Bari, Lecce, Palermo di migliaia e migliaia di uomini e donne pronti a cercare un riscatto. Convogli che scaricavano futuri lavoratori delle fabbriche. E poi le lotte, le richieste di uguaglianza, sociale, economica. La richiesta di case, di strutture abitative. Il boom economico, la prima macchina comprata a cambiali, le prime ferie (nel senso di ferie come conquista), la mensa e la mezz’ora pagata (già perché non tutti sono a conoscenza che la mensa non c’era). Ripenso ai miei volumi di storia sociale contemporanea, al professore G.C., ai mesi trascorsi in biblioteca tra documenti, interrogazioni, mozioni delibere, interviste. Una realtà che cresce socialmente ed economicamente analizzata e studiata attraverso i documenti, i giornali, le interviste. Già, le interviste. La tesina aveva come oggetto proprio le interviste ai Beatles. Ricordi, pensieri e tanto cuore- Per molti la maturità è entrata di diritto nei ricordi personali. Pensieri.