Archivi tag: Berlinguer

Giovanni e la radio

28 7 2016 foto Borrelli RomanoNella” rimessa”l’odore della benzina agricola era forte e nauseabondo.  A terra,  sul pavimento spartano,  una doppia striscia di olio faceva intuire che il trattore era stato posizionato fino al fondo, lasciando cosi pochi centimetri di spazio tra il muso e il muro. Tra l’entrata e il posteriore del trattore un paio di metri buoni permetteva il passaggio ora a destra ora a sinistra dove una porta sempre chiusa collegava questa rimessa col resto della casa. Rigorosamente bianca. Al lato destro del locale  enormi recipienti contenenti orzo e grano e attrezzi da campagna in attesa di qualche altro raccolto. Due sedie ed una finestra. A sinistra recipienti di olio e vino.  E quest’ultimo,  a dire il vero a sentirne l’odore,  molto probabilmente poteva essere aceto. Sul trattore una gallina aveva approfittato del portone aperto e  si era posizionata sul sedile. E covava. Gli odori non si facevano certo mancare tanto che neanche Rocky,  il cane di casa,  aveva piacere a sostare e anche la presenza umana che in quel momento ne registrava l’assenza lasciava le sue tracce con  un cappello di paglia,  pantaloni sfilacciati e camicia a quadrettoni leggera. Un paio di stivali ai piedi di tutto cio’. E poi cestini in vimini intrecciati un pallone bocce e boccino: presenza di qualche ragazzo che ora probabilmente aveva trovato nuovi e più  “attraenti” giochi. Faceva fresco li dentro dove il sole non entrava mai. Negli anni precedenti si raccontava che erano in molti a cercare riparo. Da cosa non e’ mai stato chiarito. Ma il luogo eletto era la sedia con la  radio. Era il periodo delle radio libere.  Una storia dell’estate di 40 anni fa. Adagiata su di una sedia al fianco di un’altra sedia libera. Giovanni,  mezzo cieco,  adagiava la mano sinistra sul bastone e con la destra girava e rigirava la manopola bianca della radio alla ricerca di qualcosa di interessante.  Era impressionato da tutti quei mondi racchiusi in quella scatola. Era felice e quando una musica andava si alzava e accennava passi di danza dall’alto dei suoi 80. Ma non erano passi: in realta’ stava fermo,  cioè. E anche la sua Paglietta  si muoveva sul suo capo calvo. Fino a pochi anni prima si raccontavano nello stesso luogo antiche storie popolari e si cantavano in dialetto canzoni dei tempi andati.  Tata Giuanni era uno spettacolo e un’attrazione per tutti i bimbini del posto che non andavano solo per osservare Giovanni e i suoi movimenti ma soprattutto per ascoltare tutti quei programmi che uscivano dalla scatola inframezzati da tanta pubblicità.   E quel concerto provocato dal movimento di due manopole era una festa libera per tutti. Cioè,   radio libere e commerciali per tutti. Un pensiero oltre a questo racconto è  andato alla stesura di una ricerca,  sul 1976,  RadioBra Onderosse e tutta la sua storia e quella di Carlo Petrini e Azio Citi,  verso Livorno alla ricerca di un… carrarmato americano abbandonato. Poi passarono gli anni insieme alle radio,  ai pretori che chiudevano e riaprivano radio e…  ed il resto lo conosciamo. Ma forse la storia di Giovanni detto “tata” non la conoscevate. Poi passarono altri anni,  5,  e Berlinguer ci disse qualcosa sulla questione morale. Tempo passato o presente?

Dalla radio…. un amore senza fine.

Torino, città “aperta”. Da “leggere”

Strada facendo
Torino. Piazza Castello. “Strada facendo. L’amore e il suo corso. In piazza”.

La primavera, finalmente. Su tutte le porte.  La grande bellezza in “salsa” torinese si “offre” ai torinesi,  e turisti in ogni suo angolo. Meglio, sotto forma di “crema” gianduia. Una “città da leggere”. E quindi da “assaporare”.  Non solo “Torino, città aperta”. La città della Mole è un libro aperto. “Strada facendo” si aprono vite e  piazze reali. In due, poi, la visuale è migliore. “Un uomo che legge vale il doppio”. Due che leggono poi… Dopo il lungo autunno, in cui, a farla da padroni, un po’ per le giornate più corte, un po’ per le poltrone comode erano le piazze virtuali, finalmente ci si riappropria di quelle reali. Di piazze.  E non solo quella antistante la “Chiesa reale”.   Luoghi di grande bellezza, riconoscibili ovunque. Il tram storico che continua a girare in questa “metà” di ex “coppa rotatoria” e “dolci metà” che la percorrono tutta.  Occhi in su e occhi negli occhi. Piazza di zucchero e “miele”.  La “luna” avrà modo di arrivare. Ora, solo e soltanto miele.  Ogni cosa a suo tempo. Ora è il tempo di camminare e godersi questa bellezza. E l’amore. Che è simile al testamento. L’ultimo annulla tutti gli altri.  L’aiuola ai “piedi” della bicicletta bianca ha preso colore e vedere la città con “occhiali diversi” aiuta a mettere a fuoco  i “suoi colori”. Un invito a “vederci positivo”. Le tazze di  cioccolata fumante  hanno lasciato il posto al gelato in un tripudio di creme e frutta. Sotto i portici, in via Po, e non solo, si registra “il tutto esaurito”. Gruppi di “saggi”  torinesi si raccontano il nuovo corso di vita sperimentato e in via di sperimentazione,  con il “silver co housing”, una strategia resistente al costo della vita. Ma non solo. Una riscoperta e una “rilettura” delle nuove offerte che la vita pone. Nel breve, nell’ambito delle iniziative dell’Università, questi “ragazzi” si danno appuntamento per una “presentazione”. Di un libro. Da bravi ragazzi, e ragazze, cercano sempre, in qualsiasi modo, “La forza di una donna”.  In questo caso, pero’, la presentazione è di un libro.  “La forza di una donna“, di Patrizia Berti. Per l’appunto. Un appuntamento per lunedì, alle dieci, da Fogola.

 

.

Piazza Castello
Torino. Piazza Castello. Spuntano fiori ai piedi della bici. E della Mole.

 

Dalla panchina,  un’occasione per rileggere una poesia. “Con il naso sul collo ringrazio la fortuna di essere incappata per caso nell’amore che dopo tanti anni conservo ancora intatto il suo splendore. Abbracci, leggeri nell’acqua calda, bagnati dalla luce ambrata dalle candele, sentivo che mi fondevo …un percorso lungo e sconnesso, inciampando, cadendo, rialzandoci, tra litigi e riconciliazione, ma senza mai tradirci. La somma dei giorni, dolori e gioie condivise, era già il nostro destino.” (Amore, Isabel Allende).

Davanti al Cinema Massimo, le locandine “offrono” alcuni film. Uno di questi su Berlinguer…Ah, la questione morale.

 

Torino, un libro aperto
Torino. Piazza Castello. “Chi legge vale doppio”.