Una cosa che non deve mancare, soprattutto in periodi caldi come questo, è la mazzetta dei giornali, perché la lettura è questione….quotidiana, “la preghiera del mattino dell’uomo moderno”. Poi, a corredo di quelli, anguria (o cocomero), pasticciotto e un buon caffè, di quelli forti, robusti, scuri, come questa terra e il volto abbronzato di molti, cui la protezione non ha alcuna difesa, un caffè Quarta, tanto per intenderci, da queste parti o caldo o con ghiaccio è salutare.
La giornata è lunga, l’antenna tv non riceve e cosi non resta che riannodare i fili del tempo e informarsi con la carta, che a me, personalmente, piace più e molto rispetto a quelle tratte da palmare. Poi, la musica del mare, le onde che si infrangono, fanno il resto. Immaginazione, fantasia e racconti o chiacchiere che a sera paiono sortite dal caminetto, narrazioni domestiche, famigliari, come quelli di Roosvelt lanciate dal 1933, senza radio ma con tanti ascoltatori che faticano a prender sonno per il troppo caldo, non dal caminetto, ma da un sole che fa 40, insistendo tutto il giorno. Radio, discorsi, come quelli di Papà Pio XII. Il sole si ritira, e con permesso o senza queste del tramonto sono le ore piu belle per l’ammollo in acqua. Sulla sabbia trasformata in porte girevole tra chi lascia e chi arriva, ci si contende qualche scampolo di metro per l’ultimo selfie della giornata.
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Salento: ciao mare
L’estate non ha ombre. A parte queste
. Mi piace scrutare oltre i fichi d’india e i loro colori e vedere quelli del mare, così cangianti, al confine tra blu e verde. E sentire “lu rusciu te lu mare”. Mi piace il fico
(o la “fica” come si chiama quaggiu, pensando così a tutti i “ficaroli”) declinato nelle sue “scritture”. Dolce, con le sue foglie ed il suo latte cosi urticanti.
. Mi piace questo odore del legno, intriso di sabbia e umidità che converge ad imbuto e diviene passerella verso il mare, palco del miglior teatro mondiale, dove si balla, si canta, si gioca
Mi piace immaginare l’amore che evocano due ulivi
che continuano da anni a scambiarsi amore. Abbracciandosi. E noi, stupiti, a guardarli. Invidiandoli un po’.
Ps. A dire il vero, le ombre dal settentrione lentamente si sono allungate e distese, lungo la vastità dei corpi esposti al sole in questa vetrinizzazione estiva, in spiagfe dai nomi belli, e bacini altrettanto graziosi. Già perché il sole filtra le nuvole ugualmente come l’odore delle creme solari che si spargono nell’ambiente e dai rumori dei colpi dei nipoti dei tamburelli diventati col tempo “racchettoni millennial”. Ambulanti sostano per cercare il giusto riposo ed esporre la propria mercanzia sulla sabbia e sotto il sole, coperto. Cocco bello continua imperterrito a svolgere il suo mestiere, tempo determinato, due mesi, mai usurato, rispondendo a chiamata dei vacanzieri, mentre i vecchi e cari “geleeeti” pare siano stati collocati a riposo o auto-pensionati. Chissa’. Non dovendo ricercare un posto ombra, grazie a questo cielo che sa sempre come fare, sfoglio i miei cari “quotidiani” di oggi e di ieri, provando a pensare, tra un articolo e l’altro, come possa essere vista la spiaggia e la terra rossa dal mare, oggi, e i domani in inseguimenti continui dall’alba al tramonto.
Lecce, ciao
Intorno alle 19 l’esercito dei trolley o vacanzieri tira un sospiro di sollievo: il viaggio è terminato. Fortunatamente, questo giro, è stato più breve, e lungo ugualmente. Chi cerca parenti, chi abbraccia e non si stacca, chi un taxi, chi…
la Sud est per le mete gettonate, la città bella, Otranto, Gagliano… e chi altro. Il Salento e’ molto esteso. A me, piace.
Naturalmente, un bagno al tramonto, ci sta.
25 luglio
25 luglio, una data che nelle spiegazioni, a scuola, è fondamentale, così come l’8 settembre. E anche durante l’ultima maturita’ le due date sono state sviscerate dai candidati, su richiesta del commissario. Ma oggi e’ 25 luglio 2016. Come sempre Caronte si è affacciato e ha caratterizzato la giornata rendendola ulteriormente pesante e faticosa. In spiaggia, chi passeggia e chi sonnecchia e il caldo la fa da padrone. Asciugamani colorati sottolineano ed esaltano ulteriormente la bellezza dell’estate. Tutti in forma e prove costume ampiamente superate. Poi, se qualcuno no, “chissene… ” direbbero i miei studenti. Le conchiglie sulla sabbia e deposte sulla riva inanellano numerose perle, e certo anche quelle sotto l’ombrellone cappello in testa non si fanno mancare. E’ bellissima questa luce che si insinua in ogni dove
. Sulla spiaggia, verso l’ora del tramonto, son riuscito a trovare qualche lettrice, al riparo dal sole sotto gli ombrelloni, immersa nella lettura e pagine di qualche bellissimo libro
. Oltre che di crema solare. Il mare o le sue onde che si accavallano e ricamano trame bellissime con il filo dell’acqua e della schiuma rimandano ai miei piedi qualche conchiglia proveniente da chissà dove, chissà quali terre. Ne colgo una e la avvicino all’orecchio rimembrando un gioco passato. Dal suo interno si propaga una musica, “Tu come stai” mentre il mare fa la sua parte. “Gioco con i punti cardinale e immagino la Grecia, la Calabria, l’Africa, il mar Adriatico, poco più su. E chissà che la conchiglia non giunga proprio da li. “Qual e’ il più bello tra lo Jonio e l’Adriatico dal tuo/mio punto di vista?” provo a domandarmi. Un po’ come chiedere per quale squadra tifi o la classica domanda posta ai bambini: “vuoi più bene a mamma o papa’? ” A me piace tantissimo questo mare ma Santa Mara di Leuca dove confluiscono i mari creando quegli effetti ottici così particolari non scherza cosi come non scherzano i colori di Otranto. E se dovessi pensare ad un posto dove stare sempre forse direi…. nel faro!!! Come classe, come scuola, come cattedra. E forse anche la conchiglia ci starebbe bene, nella macchina della luce. Qui che e’ Salento dove mare e terra si confondono, tra ulivi, viti e muri a secco e masserie.
Torno sulla conchiglia che innesca una trama di ricordi e diviene per me una penna per inanellare racconti. Un po’ come aprire una cassapanca, coi suoi ricordi…”Cup o tea” direbbero gli inglesi.
“Cassapanca”
A Lecce, quando non si parte e non si arriva e’ tutta un’altra storia. Lecce: Firenze del Sud, citta’ stupenda, barocca. Sole alto e luce obliqua. Il treno e’ li, fermo, sul primo binario, ma non e’ stato e non sara’ il mio. Ha smesso da poco di “vomitare” persone, trolley e storie e solo per un caso o gioco del destino molti viaggiatori si sono incrociati, parlati, conosciuti per alcune ore. Un treno blu, notte che profuma di Alpi, Appennini, Pianura Padana, fiumi, mar Adriatico, citta’ e raffinerie e ha portato con se chissa’ quale carico. E’ li e ora riposa dopo aver fatto il suo mestiere e non andra’ mai in pensione. Silenzio. Anche l’altoparlante non annuncia nulla stamattina. Silenzio che e’ attesa. Vado alla ricerca spasmodica di un caffe’, del pasticciotto e del Quotidiano di Lecce e questi si, restano invece la stessa storia
e fanno letteratura che non e’ vita ma esaltazione della vita. Da qui si scrive e racconta. Oggi la luna si accende, mercoledi di plenilunio, e quindi riflettori accesi su molto. Stazione. Un sorriso lungo un viaggio, anche se oggi, fortuna, non si viaggia ma si raccontano viaggi. Qui e’ il posto preferito per gustarmeli, i pasticciotti, e chissa’ perche’, resta sempre il bar della stazione il luogo preferito dove farlo. Forse perche’ da qui i sogni viaggiano e hanno gambe. All’uscita qualche taxi in attesa di qualcuno mentre altri attendono e ciondolano per l’arrivo di “quello da Torino”. Emozioni e ansia congelati almeno per altri dieci minuti. Oltre i taxi il viale alberato, il centro, il gazebo.
. La ricerca del Salentoinbus idem. Niente orologio niente tempo. Alle 8 di mattina il sole era gia’ alto, e sui nastri d’asfalto lungo la direttrice Porto Cesareo-Lecce i venditori ambulanti hanno gia’ sistemato nelle macchine cassette di frutta e verdure pronte per la vendita. E l’immancabile bilancia, strumento commerciale da sempre e simbolo di giustizia. Le terrazze leccesi richiamano vita: sventolano 251 bandire del Gusto, un ottimo risultato se si tiene conto che in Italia sono 4. 965. Sulle terrazze svetta e veglia il campanile del Duomo con i suoi 5 rettangoli che sono li, disponibili alla vista di tutti, fin dall’accesso della città e oltre. Poi il ritorno. Sole ancora piu alto e tutto come prima, con qualche macchina in piu verso il mare. 25 minuti di strada e di caldo, qualche rotatoria e si e’ a Porto Cesareo dove un’altra giornata di mare è pronta per essere consumata. Un giro veloce nel Paese tra negozi che richiamano “pillole felici”
e il solito “chiodo fisso”
. Il sole ora è già molto alto e scotta anche. Acceca. Cerco un riparo, sotto la veranda. Li fuori, oltre le finestre, persone e personaggi che hanno fatto la storia della via (che e’bellissimo un quartiere! )si aggirano con una consueta flemma. Escono dai loro fantasmi e si materializzato divenendo personaggi. Mi muovo sorridendo, al fresco. Incrocio una cassapanca la apro e. .. al tatto impatto in una storia gradevole. Un tempo contenitore per la farina, buona per il pane. D. ricorda quando il forno era unico e le giornate per cuocere i “pezzi” erano solo due la settimana. Il fornaio passava con il suo camioncino e sulle tavole di legno depositava i pezzi. “E come facevano a non confondersi tutti quei pezzi di pane? Perché i numeri sono numeri ma le forme, la farina forse no”, potrebbe domandare qualcuno dotato di buon senso. Semplice: ognuno sul suo pezzo metteva l’iniziale del nome o cognome. L. per esempio e si capiva cosi a chi apparteneva. Ma questo, un tempo. Oggi ho ritrovato storia recente, che mi ha tolto il fiato, per un po”, tanto quanto potrebbe farlo una bellissima foto del mare del Salento
. Con dedica di… corredo. Proprio come una cassapanca.
Oltre me…Il Salento!Tanto di…cappello!
“Grazie per l’ospitalita’, grazie per l’affetto, grazie per il calore e grazie per questa bellissima realta’”. Cosi Liga a Melpignano, cosi io, qui. Così ho voglia di dire salutando questo sole, sabbia e mare. Oltre me? Il Salento!Ho bisogno di qualcosa di forte e a quest’ora non puo’ che essere un caffe’, Quarta.
Il mio concorso, che non è fotografico, l’ho già vinto. Questa terra, questo mare, questo sole, …il caffe’ mi appartengono. Da sempre. Quello che ho davanti e’ un Belvedere.
Ora, dalla schiuma del mare allo spumone gelato
: dolcezza alla dolcezza, non puo’ che essere così. Per i titoli di coda, facciamo domani? Ora ho bisogno di raccogliere tutta l’attenzione che posso e lanciare una nuova sfida, da qui, dal Salento: lu sule, lu Mari lu ientu!
Sotto la Torre
Al mattino presto il sole brucia gia’ sulla pelle. Profumi intensi, aria pulita, mare cristallino, gente che corre. La pioggia di ieri e dell’altro ieri ha modificato leggermente qualcosa nell’aria. Sono giorni di temporali, che scendono, dal Nord Ovest. Profumo di bagno schiuma al pino, di sughero, di spugnette umide, di capperi, fichi…Di latte fresco e caffe’ caldo e pasticciotti appena sfornati. Un “grappolo” di magliette verdi “, i ragazz* addett* al Lido Belvedere” scambiano tra di loro alcune parole, frutto della notte allungata e “non consumata” nel dormire. Sono solo attimi.Non tutto e’ condivisibile. La connessione ad Internet non sempre e’ facile.Coda avevate capito? Probabilmente il popolo dei connessi che scruta il proprio tablet o smartphone almeno 70 volte al giorno e’ tutta qui, nel Salento “aperto per ferie”. Come che sia, un motivo in più per guardare il proprio smartphone, esiste: nell’applicazione “Salento Eventi” si trova di tutto: spiagge, eventi, cultura.Una App che si compone di tre categorie.
Per quel motivo, nel vai e vieni della connessione (tutt* conness*) finisco per “sfogliare” l’evasione tradizionale, quella del Dottor Zivago, di Boris Pasternak. Sorseggiando l’espressino leccese (caffè, latte, cacao) e addentando un pasticciotto leccese. Una musica martella “mi piace vederti e sentirti sotto le coperte e non sulle copertine”….però ora…silenzio…parleranno le stelle.
A proposito, in fatto di mancata connessione, ieri non ho potuto segnalare e condividere un gesto di solidarieta’: una famiglia salentina condivide parte del suo pranzo con una venditrice ambulante di libri, bimba al seguito, sulle spalle.
Un pensiero a Torino, dove a Valdoccco fervono i preparativi per una grande festa. Il tutto in attesa, come accennato, delle stelle cadenti e dei desideri da esprimere: Lacrime di San Lorenzo, Peseidi.
Salento: cheap e chic
Affacciato sulla “terrazza” di Bacino Grande frugo all’interno del mio zaino contenente una quindicina di libri e una trentina di riviste. Dopo aver interpretrato la parte dell’accumulatore di fresco, godendo dell’aria condizionata altrui, scroccandone il fresco a buon mercato, mi ero ripromesso, nell’ultimo periodo, di esserlo anche di quella cultura trascurata nell’ultimo scorcio della mia carriera universitaria. Libri e riviste accatastate a pile e “rimandate” con “sospensione di giudizio” come accade ai ragazzi delle superiori, ad un futuro prossimo, stazionavano in bella evidenza pronte all’uso . Accatastati un po’ come queste sedie bianche, nel mare.
Alla rinfusa, a “grappoli” come quel branco di pesciolini, davanti ai miei piedi.
Lo zaino al mio fianco, affacciato al Belvedere alla scoperta di tesori racchiusi fra le righe tra i “Tesori di Terra d’Arneo” ( vedere la guida appena pubblucata “Terra d’Arneo).
Chissa’ quanto saranno lunghe le sue vacanze in Salento”, mi avevo domandato un inquilino forzato del treno notturno Torino-Lecce nello scrutare il mio zaino, carico di libri comprati nel tempo, ultimo, pre-tesi e suggeriti dall’amico Massimo. Ecco, ora nel pensare a quel commento frugo e pesco il libro di Sabrina Rondinelli, “Il contrario dell’amore”, Indiana Edizioni. Di questo sono alle ultime battute….Anche questo lo ritengo un libro davvero interessante.
Ho terminato da poco la lettura del libro “L’Invenzione della madre” di Marco Peano, Edizione Minimum Fax: un libro di un amore unico, grande, immenso. Lo suggerisco, lo consiglio vivamente.
Un tuffo tra mare e fantasia
Nuotare e non pensare a nulla. Lavare l’inverno e levare tensioni e tossine. Poi, di colpo, fermarsi e rilassare le braccia, dare loro tregua e recuperare il fiato. Abbracciare questa grande bellezza e volerla trattenere a se’, come fanno i bambini con il loro giocattolo, o un po’come accade tra due amanti al loro rivedersi, nei primi rodaggi. Guardarsi intorno, davanti alla spiaggia e scoprire l’assenza, qui, di quei “parallelepipedi” che in lontananza (altrove) appaiono ai nostri occhi simili a tanti teli da mare, ondeggiati dal vento, appesi ad asciugare, ma che in realta’ sono catene sterminate di alberghi e pensioni. Strutture ricettive che sul far della sera conferiscono l’idea di essere in altro posto, in America, grazie a quelle girandole di luci che fanno tanto Natale. Nomi che si ripetono in gran parte dello stivale: Eleonora,Tramonto, Bella Italia, Cristallo, Mare e monti…Qui, per fortuna, no. Arte, cultura, “angioini, aragonesi”, treni d’altri tempi, caseddhe e masserie, pietra leccese, barocco, tufo, tutto sintreccia e si tiene: storia, spiagge belle e spiaggia bella, e questo Belvedere con un Bacino Grande da inviare a qualcun*.
Uscire dall’acqua e scoprire qualche lembo di terra ancora selvaggia e immergersi in questa realta’ giocando con la fantasia. Girare il telo mare intorno alle spalle e legarlo a mo’ di mantello e con qualche nocciolina stretta far le mani fare finta di essere superpippo. Castelli e case di sabbia sono a due passi, pronti per essere sorvolati allargando le braccia. Se a tutto cio’ ci aggiungiamo un paio di ciabatte ormai fuori mercato chiamate “batman” il divertimento e’ assicurato. Tutto e’ pronto per spiccare il volo. Una ragazza, pelle brumita cosparsa di crema solare, una spruzzata di efelidi sul viso e gli occhiali calati sul naso, ripone il suo libro mentre sorride divertita.
Lecce
Incredibile ma vero.Il treno “757” che avrebbe dovuto partire alle 20 . 20 da Torino Porta Nuova per Lecce è giunto a destinazione in orario.Il tempo di scendere, salutare e….si va ancora…Poi, dimenticavo: un caffe’ Quarta e un pasticciotto!!!come da prescrizione medica. Nello stesso posto dove avevo consumato i due (caffe’ e pasticciotto, vedi blog) l’anno scorso mentre promettevo a me stesso che sarebbe stata una storia (la mia) fantastica, unica, irripetibile. Ero qui, su questo stesso binario, a ferragosto, e poi ancora per la notte della Taranta e ora, eccomi ancora qui: sono ritornato.Con la mia valigia: i miei occhi, come sostiene il libro “Gli anni al contrario” e la mia…nuova laurea al posto della…valigia di cartone. Ho sentito il profumo di casa quando ancora mancavano km.Poi il profumo di caffe’ che invadeva binari e il deposito stazione ed entrava (ed entra nello stesso luogo)nel treno e ti sveglia:”oh, guarda che sei arrivato”! Scendi dal treno ti aiuti con gente che non hai mai visto prima ma che condividi il ritorno..A casa. Poi il bar poi…Una cinquantina di passi, il viale, i bus…non so dove andare: e’ tutto bello, tutto meritato. Non sento nulla addosso. A parte tanto calore. Solo un “cambio di vocale”: colori e trecce e code….di cavallo; sembra mezzogiorno ma non importa, tanto e’ lo stesso…330 giorni dopo….ancora il mare. L’estate e’ addosso, un anno e’ passato, l’estate e’ la liberta’….saluti dallo spazio…Lorenzo Cherubini canta e cosi pure il bus “Salento in bus” e tutti balliamo fino a quaando non rimane neanche un posto in piedi; musica nelle orecchie e panama in testa comincio a girare e quella mi duole…”baby I love you..” I cartelli mi indicano varie direzioni: Gallipoli, Porto Cesareo…Non so cosa scegliere.Tutto e’ casa. Sollevo il mio panama e saluto ogni cosa. Gli ulivi. Uno di quelli e’ danneggiato seriamente. Un altro e ancora un altro. Non siamo piu sul binario 10 di qualche anno fa o “al centro” e coda “fago”? PIANGO davanti all’ulivo.Poi decido, scelgo dove andare. A casa-casa. A porto Cesareo il bus prosegue per Gallipoli.Io scendo. Ho la navetta per Bacino Grande. Poi, la grande abbuffata. Sembra il titolo di un film. Nel pomeriggio un tuffo e una salutare nuotata…esattamente e veramente un anno dopo.