
Mi piace molto osservare il tutto dai piedi di questa torre. Non entro nel merito storico,della costruzione e di molto altro, potrei sbagliare, anche se a livello generale, 2 cosette da interrogazione potrei provare a dirle e ricavarne un 6 pulito, ma entro nelle sensazioni che da queste due panchine, seduto, sdraiato, appisolato, capo chino, si possono avere. Vedo due occhi, un naso e bocca laterale, una frangettina, nuvole, fresco. Mancherebbe una fontanella, e purtroppo ne mancano da queste parti. Peccato. Si potrebbe provare a chiederne una. Mi manca molto il mio torto verde torinese, sempre generoso e mai avido. La torre, dona fresco e ombra, insieme alle nuvole che da un paio di giorni non sono più passeggere, come certi amori estivi. Come in un film vedi passare gente di ogni genere e provenienza dialetti, lingue, muniti di ogni cosa. Al loro seguito in molti sembrano avere casa e dove la piazzeranno è un bel dilemma. I bimbi poi, con i loro attrezzi, qualcosa senza fondamenta la costruiranno pure, utile per scenari futuri, un pochino come abbiamo fatto tutti. I più giovani, parole, fiumi, o mare, e qualcosa, la costruiranno pure loro, dove, non è dato saperlo. Mozziconi di frasi, discorsi, buttati qui e là a intermittenza, cose piacevoli da appuntare e se si fosse capaci a scrivere, magari un libro. Difficile trovare altri momenti come questi dove la libertà è davvero elastica e negli incontri e nell’esprimere, in pochissimo spazio. Forse capita a Natale ma non certamente in fusione e vicinanza così ridotta. Quante cose e persone è storie, e presente da stabilizzare e futuro forse da ipotecare ci potrebbero stare e ci stanno. Nei discorsi c’è di tutto. Manca ancora la politica. Forse è nella borsa frigo. Chissà. In ogni caso, sotto la torre è piacevole stare anche se non è come le altre, essendo priva di scala esterna. Piacevole però, stazionare e immaginare di scrivere riposando.