Questa mattina, intorno alle 10, mi sono catapultato in uno degli ultimi tram arancioni torinesi alla moda, il 13; destinazione, capolinea, dove si trova la gran Madre e dove si può trattenere in un colpo d’occhio parte della bellezza cittadina. Cappuccini, piazza Vittorio, la Mole, il fiume e tanto altro ancora. È un posto molto bello, con vie pedonali, tanti negozi, alla moda. Vita tranquilla insomma. Da lì, a distanza, si vive la Torino che si muove, che non sta mai ferma. Gli scalini della Basilica ricordano i tempi della patente, della chitarra, di quando ci si poteva sedere e suonare e passare il tempo strimpellando, quattro chiacchiere tra amici, coi tepori primaverili. Il tempo che era e che sarà, di un altro anno trascrso senza concorso, e alla faccia di tanti e mia che avrebbe dovuto essere bandito entro l’anno e mi lascerà ancora precario fino a chissà quando. Il fiume Po scorre velocemente e cosi la gente. Vita frenetica sotto lo sguardo vigile della Mole, di un albero di Natale e il calendario dell’avvento che stazionano al centro della piazza oramai da giorni. Fa freddo, alla faccia di giorni che avrebbero dovuto essere miti, almeno stando agli annunci o “grida manzoniane di rete”. Al capolinea, un tram riparte, stanco, (perché tram avanti, quassù, nonne vanno avanti più), sulla strada del ritorno, un altro è pronto subito dopo. Mi ci infilo, con destinazione piazza Castello, dove scendo e raggiungo il Duomo dove è allestito un bellissimo Presepe, lucano, Matera, direi sullo sfondo e quasi al centro le statuine dei santi sociali torinesi, don Bosco tra i suoi ragazzi e Domenico Savio. Per ammirarlo occorre fare un po’ di coda ma ne vale la pena. La Luce della candela accorcia il tempo. I re Magi stanno arrivando.




Un presepe davvero bellissimo con il passaggio dall’ombra al sole… vivo ancora oggi!
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