A Roma, a volte, certi luoghi li riscopri così, per caso, magari arrivandoci perché ci dovevi passare proprio da li, per giungere ad una meta prestabilita oppure perché cerchi un aiutino in rete e si viene a conoscenza che quella zona è stata un set cinematografico. O per più di un set. Altre volte poi, restano impressi, quei luoghi, perché affiorano ricordi che segneranno un rito, un passaggio, un prima e un dopo, la libertà come era prima e come abbiamo avuto modo di conoscerla poi. Per esempio, dell’Aventino ricordo la vigilia del lockdown, una passeggiata, fine febbraio, e fra centinaia di persone, in giro per la città eterna, delle voci, fra la massa, si levano, “prof prof”, studenti a Roma durante le vacanze di Carnevale. Nessuno poteva essere a conoscenza che quelli sarebbero stati gli ultimi spicchi di una libertà poi limitata e soggetta a restrizioni. Insomma, ero, eravamo, appena in tempo per rientrare s casa. Il lockdown ci avrebbe segnato per molto e impedito i nostri movimenti e visite per molto tempo.
Scopro così di essere “comparsa”, o volendo, protagonista solitario, venti anni dopo, di un “Ultimo bacio”, giungendo sull’ Aventino dopo esser sceso con la metro al Circo Massimo per una visita a tre Basiliche importantissime e già visitare altre volte. E così, scopro che potrei esser Carlo al lavoro, o che incontra, per caso, Francesca all’uscita di scuola. Complice il caldo, gira di qia per seguire l’ombra che offre riparo in una Roma dove il caldo spacca anche le pietre, e scendi di la, si giunge in Largo Arrigo VII, luogo di riprese del film citato. Esattamente nel cuore, anni dopo, della “Grande Bellezza”, un Oscar.
Dalla visita a Valle Giulia, invece, ritornerò sul “set” come comparsa ….ma di questo racconterò poi.