Da una delle finestre aperte di un palazzo anonimo della nostra città, le pale del ventilatore girano velocente e più che a spostare aria come a sparare parole a casaccio tirate fuori da un dizionario e accendere riflettori sulla storia e pettinare ricordi e memoria: 20 anni fa il movimento di Genova: tragedia o speranza? Un altro mondo era davvero possibile. Piu che Genova mi sovviene la preparazione di quei giorni, con i suoi portavoce, i social forum, Don Gallo, Agnoletto, Caruso, Casarini, le tute bianche, la zona rossa, le reti, la sospensione dei diritti, le stazioni Brignole, Principe. La Tobin tax. Il partito, il movimento, il cappello su quello, ovviamente no, la passionee i bisticci sempre ricomposti con i colleghi su chi dovesse essere la cingjia. 20 anni dopo Genova ricorda il no al G8, piazza Alimonda, Carlo Giuliani e la riscrittura di un mondo possibile con la passione civile rimasta intatta. Spesso mi chiedo che fine abbia fatto tutta quella passione a volte sbiadita. Riavvolgo il nastro della memoria con le parole della Ginzburg messe in bocca ad Aurora, in Famiglia:” “Tre sono le cose da rifiutare nella vita e cioè l’ipocrisia, la rassegnazione e l’infelicita’.