Febbraio sfila via veloce lasciando poca voce ad un mese di suo già corto: 28 febbraio, san Romano, per la precisione. Nei ricordi del Santo di oggi, una prof.che mi manda, su consiglio, ad uno ad uno gli studenti a farmi gli auguri. Forte. Poche ore e si aprirà marzo con tutte le sue incertezze ed i suoi chiaro scuri, i suoi caldi ed i suoi freddi, i suoi timidi accenni alla primavera, ma mese ancora ben piantato nell’inverno. Le luci serali che giungono dalla collina torinese hanno una luminosità nuova quanto antica nelle serate tiepide e musicali di un mese dedicato a Sanremo e alla sua gara canora mai cosi controversa come quello di quest’anno. Sanremo si, Sanremo no, perché “Sanremo è sempre Sanremo”. E allora, “portami al mare” con Pattu Pravo è ancora bella e orecchiabile, sempre attuale. Due passi in centro, alla vigilia di un arancione piemontese con folle in alcune zone in un continuo “cin cin” e calice in aria e birra in mano. La sensazione che spesso , a fondo non si percepisce bene, ed il comportamento corretto solo nelle intenzioni. “C.zo, questa me la tolgo, non riesco a parlarti bene”, il motivo più ripetuto, dopo i bicchieri in mano per brindare chissà che alle 17 del pomeriggio”. Ad un anno dai primi numeri di tutto sfoglio “l’album dei ricordi, un tabellone degli arrivi, partenze, i primi casi. Il pensiero va a Roma, in quei giorni, come in altri. Le catacombe di San Callisto, il parco degli Acquedotti, piazza San Giovanni, poi…….ultimi scampoli di libertà… “Lasciarsi un giorno a Romw”, perché Sanremo è Sanremo.
