Gennaio ha qualcosa di giovane nel suo cuore, molto probabilmente grazie al giorno dedicato al Santo che lo chiude: San Giovanni Bosco. Oratorio, casa, accoglienza, educazione, scuole professionali, contratto, lavoro, sistema preventivo, tutto in un’unica espressione: don Bosco, il suo lascito, i giovani. Ci sarebbe molto altro ma credo non mai sufficiente per descrivere l’orgoglio che fin da piccoli si prova nell’ attraversare quella piccola porticina che augura, accoglie, nel ‘1 Oratorio di don Bosco e immette in un grande campo da gioco. Più o meno tutti in circoscrizione 7 siamo passati da quella porticina per vari motivi e in tanti samo stati in uno dei tanti oratori del Santo dei giovani. A Torino, molto parla di lui, dei giovani. Lungo le strade del quartiere , dalle case rimbombano oggi le parole del suo successore, della messa celebrata a Roma e trasmessa in tv. Più o meno quasi tutti sono a conoscenza che la giornata di oggi è a lui dedicata e se non ci fosse stato il problema Covid, pane, salame, lenta e allegria l’avrebbero fatta da padroni. A Torino, città della manifattura, un tempo del lavoro, i salesiani, sull’esempio del Santo fondatore, ci provano sempre, a dare risposte, dalla formazione al lavoro. Ai giovani…così probabilmente poco presi in considerazione in questo difficile periodo di pandemia.