Pensiero

Ad un certo punto della giornata, ieri, in punti diversi della nostra città, come immagino in qualsiasi parte d’Italia, l’aria, si era riempita delle note di ” noi 2 nel mondo e nell’anima”, e al ritmo di un certo ” Pensiero”. Un pochino come era già capitato per Battisti, nel giorno del suo commiato,solo con piu finestre aperte e molte piu radio di oggi, lentamente, ieri come oggi, e ieri,l’aria si fece e fa densa delle sue canzoni e diStefano. Solo piu tardi, seppi, cosi è capitato ieri, e improvvisamentedella scomparsa di un cantante dei Pooh. Complice il lavoro, la scuola, i ragazzi, mi son balenati i ricordi, del mio tempo della scuola, di quando al sabato si andava, e al venerdì sera, al Palasport, al”Ruffini” si potevano gustare i concerti. E così capitava per i Pooh, felici di andarci, persi nelle nebbie di un autunno inoltrato, quasi invernale, con alcune compagne e compagni per raccontare le emozioni il giorno dopo, a chi non ci era andato, avvolti nelle sciarpette comperate per l’occasione, con la voce rauca e un fischio nelle orecchie. Che volto hanno quei ricordi? Quei ricordi hanno il volto dei numerosi “tratto-pen” colorati, depositati sul banco, sdraiati, scelti con passione, cura, uno dopo l’altro per depositare sul foglio bianco pezzi di canzoni, di emozioni rimaste nelle nostre teste. E quei giorni, quegli anni, hanno dei nomi: Fabri, Gio, Bibi, e altri, cancellati dalle nebbie del tempo e che chissà che fine avranno fatto. Volti e canzoni nelle nostre corse sui bus, arancioni rumorosi come lavatrici,il 46, il 51, fino li, dove finisce Torino o inizia, il che è lo stesso, sotto due grattacieli grandi come due vedette all’entrata di una caserma, e un grande piazzale. E una caserma nei pressi, davvero esisteva, dato che la nostra compagna era figlia del maresciallo, e c’era ricordo anche un cane, Serpico, sempre pronto ad accogliere noi e e quegli anni, i nostri, forse migliori. Spensierati, ma sempre in cuore e in gola un Pensiero. Piu avanti, negli anni della stessa scuola, quei cantantiavevano il volto della prof di diritto, forse unatal Marella, che alcuni di loro, cosi ci raccontava, li aveva avuti in classe, ed era bello cominciare le sue lezioni di diritto con i suoi racconti di quando……e a noi piaceva un sacco farcele raccontare, quelle storie. Almeno tanto da andarci anche in gita, a Bergamo, per sentirle meglio e provare a vedete se, chissà, con una buona dose di fortuna…..

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