Apparentemente è tutto immutato: dal sole che picchia forte sul bianco delle costruzioni e che ricaccia in casa le persone alle stesse ore, pigre, lente, lunghe, alla luce che penetrando nei pertugi piu nascosti allaga gli ambienti, ai gatti che ciondolano pigri alla ricerca del fresco, al cane che acciambellato non abbaia neanche piu per la stanchezza, al geko “appoiallato” a fil di palo in attesa del suo pranzo, un paio di zanzare che seguono fasci di luce, all’urlo del vento, un lamento violento che a tratti lascia il posto a quelli delle macchine che sfilano verso altri altrove. Ma solo attimi, il tempo di riprendere fiato e forza ed ecco un altro urlo più forte. Avete presente quel rumore che si sente appostati vicino ad un caminetto? Le cose in ordine, (solo un pochino impolverate, per l’abbondanza di umidità che ha tolto via la calce)lasciate da un anno all’altro, sono tantissime e ad elencarle ci si metterebbe molto tempo, una eternità. Meglio non farlo e osservate il ciclo della natura. Il centro, il Duomo, un campanile, un anfiteatro, pochi turisti, cappello a visiera in testa, meraviglia e stupore nello zaino e “35” il numero della temperatura segnalato dalla farmacia vicino al bar A., unodei piu conosciuti e frequentati della citta’. Alcune coppie, amici, seduti intorno a manciate di tavolini sorseggiano il loro caffè con ghiaccio accompagnato da un noto dolce alla crema, molto buino, classico.Un piccolo particolare lo fornisce il viso delle persone che evidenzia una realtà profondamente mutata: una striscia azzurra, celeste, chirurgica, a coprire bocca e naso indica un mutamento profondo. Le persone si stenta nel riconoscerle e anche il suono della voce risulta modificato, impercettibile. Chi lo avrebbe mai detto che dalle maschere indossate per le feste di Carnevale saremmo passati ad altre piu “pesanti” e cosi…”dolorose”? La gente, sandali ai piedi, pantaloncini e magliettine colorate scivola via, sulle pietre lucide, verso un altrove, forse il mare, chissà quale dei due.