Questa mattina, qualcosa di nuovo, nell’aria, e non era solo qualche macchina in piu a movimentare il traffico cittadino. E non solo quell’aria che esce dalle marmitte e che ci eravamo tanto dimenticati. Piu leggeri, però. Profumo di caffe, e rumore di cucchiaini, tanto dimenticati. Leggerezza. E forse per un certificato in meno, in tasca, di quelli che avevamo con noi, stretti, nelle mani, per evitare che qualcuno ci gridare dietro perché andavamo a fare la spesa. Più leggeri, forse, complice anche l’aria, il tempo che anticipa e chiama giugno, anche se, l’acconciatura è lunga, richiama periodi invernali e anni ’70, e a tratti, come il fratello di casa d’Este uscito di prigione anni dopo, con i vestiti e la capigliatura, o capigliatura di quando entrò nel castello, in prigione. Aria nuova, di riapertura, e grande festa, per le celebrazioni eucaristiche col popolo. Nella Basilica di Maria Ausiliatrice, a Torino, due adesivi sono posti ai lati estremi delle panche. Finalmente. Fedeli ben disposti,dopo aver ascoltato le corrette procedure, oggi è il giorno dell’applicazione, sotto lo sguardo vigile della Madonnina, che chissà se il 24 di maggio uscirà in Processione per le strade di Torino. Negozi con saracinesche giu e molte su, e qualche studente per le strade che fa festa con amici per il tablet o device giunto a deztinazione. Finalmente le lezioni. Interessante il punto di vista e racconto su La Stampa di oggi.
Mi mancano poche pagine per terminare “La peste” di Camus ma chissà per quale motivo non ne ho voglia di conoscete il finale. Avevo voglia di aria fresca…