Nella giornata di oggi i ricordi e le mancanze affollano la mente come tanti personaggi di un romanzo qualsiasi di Dostoevskij, la folla in uno dei tanti bus mattutini, pieno di studenti, quelli del prima che entrassero in vigore le restrizioni causa coronavirus che in un colpo solo ci ha portato via affetti, persone, celebrazioni, rito, La fiaccolata. Già, perché la vigilia del 25, il 24 a sera, da piazza Arbarello, zona centrale del torinese, partiva sempre il serpentone, la fiaccolata, con in testa, i reduci, i partigiani, “Il fiore, del partigiano”. E li, i saluti, gli abbracci, degli amici, compagni di fabbrica, di un tempo, quelli che vedi certamente in due occasioni, con l’orgoglio di appartenere ad una classe, operai all’Arpino, per intenderci. Era bello vederli confluire tutti, stanchi, ma soddisfatti, tutti, alcuni, di aver donato, col sangue, la liberta, altri, molti, che l’hanno avuta, in dono, prima di giungere dopo aver attraversato via Cernaia e via Pietro Mucca in piazza Castello. Si è portato via, questo covid, non solo quei momenti, fatta di abbracci e di grazie, il fiore, rosso, che la mattina presto si lasciava nei vari angoli della città di Torino, dove una lapide ricorda un caduto, morto per la libertà. Si cominciava dalle parti di piazza Statuto, porta Susa, piazza XVIII dicembre. Fiori, tanti fiori. Silenzio. Ricordi. Poi, lentamente verso altri punti, fino a confluire in piazza Carlina, luogo di Gramsci, verso mezzogiorno. Ognuno poi, un discorso. Ci tornavo poi, in silenzio, da solo, nel pomeriggio, perché il silenzio è pieno sempre. Mi mancano le bandierini del tricolore, sui bus, quelle che mio padre mi introdusse a vedere, da piccolo, quando, come in un film in bianco e nero, quei bus erano ancora verdi, poi rossi e poi ancora arancioni. Mi manca un giornale, Liberazione, che ne portava il suo nome, in rosso, quello del grande Curzi, con il suo testone ed il suo viso bonario, la pipa ed il suo editoriale in prima pagina. Sandro, quello della mia tesi di laurea, Sandro, come l’altro grande che diede l’annuncio.
Mi manca non poter sentirne i ricordi, dachi ha combattuto, perla libertà, ora possiamo e dobbiamo leggere e studiare. Si è portato via molto, a tutti, questo covid. Ed era bello, vedere passando dalle Chiese come questo giorno fosse destinato alle prime Comunioni. Il bianco, dei vestiti, e poi il rosso. Speriamo dipoter rientrare presto e bene in possesso di tutte queste cose.
Sono le 15. Spuntano “fiori del partigiano” dai balconi. Resistere dobbiamo. Alziamo, usciamo sui balconi, cantiamo. Bella ciao.