3.36, 24.08.16
Le auto, dalla freccia, sembrano giocattolini mossi dalle mani di bimbi, sorpassate velocemente da questo muso rosso. Le auto si fermano, il controesodo è partito, le ferie, per molti, vanno a concludersi. Chiudo gli occhi e riavvolgo velocemente il nastro dei ricordi.
Roma. Il tempo di dormire un paio d’ore, poi, le plafoniere che sembravano venir giu, e cosi la stanza, dalle sembianze di una persona dai capelli tirati, strattonata, fortemente, ora a destra ora a sinistra, con forza; minuti lunghissimi, interminabili, parole impronunciabili, pichi secondi per cercare pantaloni e scarpe, infilare le scale, raggiungere il cortile, dove c’erano già altri, che avevano anticipatamente compreso….”troppo forte questo, e vicino, deve aver combinato qualcosa, ma speriamo di no”, cosi sentivo i primi parlare e continuare “epicentro dalle parti di….” poi, dai cellulari, prime immagini e le prime foto e scritte …”Amatrice non c’è piu”.