Il mare è chiaro, limpido, cristallino;
la Torre sempre avvolta nel suo mistero e alla sua ombra, da anni, accumulano fresco una dozzina di persone che si contendono ombra, e staziona pure una fontana che ha dissettato generazioni di autoctoni e turisti, ora a piedi, ora in bici, ora con le taniche custodite in macchina, ad ore precise, quando per bere era necessario passare da qui, o da altre fontane. Tempi andati, mica moderni. Eppure le luci della ribalta passaronno da qui e in milioni di case italiane ai tempi del codino di Fiorello e del suo karaoke, una sera di un gennaio di tantisssssssimi anni fa. Poco distante, “Manuela Arcuri” è ancora fotografata e ricercata, non più come ai vecchi tempi, ma lo è sempre perché nel corso degli anni è riuscita a mantenere intatto il suo fascino.
Eppure si tratta solo di una semplice statua che fece ingelosire mogli di pescatori che a suo tempo la resero oggetto anche di “Stalker”. Povera statua “tagliuzzata”. Pensate un pochino che guaio. Tutto come sempre, o quasi, se non fosse per un calo copioso, affermano alcuni negozianti, di turisti, rintracciabile dagli incassi.
Un gruppo gioca a carte con una finestra aperta sul mare, un pochino in collera, mentre i primi, una carta giu l’altraa su, sono davvero presi dal loro gioco. Un caffè, un pasticciotto, “crema 1,20, nutelli,pistacchio, amarena, 1,50”. Sorseggio e mangio, ma non hanno, per me, lo stesso identoco gusto. Personalmente non so che dire, tranne che una assenza, questa si, la sento, la vivo, la soffro.