Galleria Borghese

Mi lascio alle spalle Piazza del Popolo e cerco li nei pressi la banchina dei bus per individuarne uno direzione Galleria Borghese. È  un peccato che in questo periodo, visitando Galleria Borghese, a Roma,  non si possano fate foto per tutta la durata di altra mostra in corso. Già  è  difficile trovare posto, non avendo prenotato in precedenza, prenotare ecc.ecc.; oggi, per esempio, c’era la possibilità di accesso alle 15 o alle 17. La prendo comunque. Numerosi sono  i turisti che magari non avranno la possibilità di fare ritorno a Roma per chissà quanto tempo, e allora, perché non concedere il permesso di fare fotografie o piccoli video? Per esempio, l’ultima volta che sono stato in visita alla Galleria  Borghese era databile agosto del 2016. Già  arrivare fino a qui, da piazza del Popolo (piazzale Flaminio) è  stata un’impresa. Appena saliti sul bus, pochi metri e….”scendere, signori, o tornare alla pensilina o farsela a piedi costeggiando la strada o arrivare alla prossima fermata e attendere. Il bus si è  rotto”. Capita.  E questo lo si sopporta, nonostante il caldo. Meno sopportabile è  il fatto di non poter fotografare il ritratto di giovane donna con unicorno di Raffaello, per esempio, o la Madonna col bambino del Perugino o ancora dello stesso il  San Sebastiano con le 5 frecce, delle quali una conficcata nella gamba destra, gli occhi verso l’alto, i capelli lunghi, lo spago intorno al braccio, il tallone destro all’insù. Un Raffaello e la deposizione di Cristo, un Pinturicchio con “crocefissione tra i santi Cristoforo e Girolamo” e ancora Andrea del Sarto e Giulio Romano… E ancora il Correggio, il Caravaggio. Davvero un peccato. Avrei voluto dare continuita` ​al mio percorso (per la scuola) ma dovro` rimandare la visita e accontentarmi di appunti con lapis su foglio volante e memoria. Peccato anche per i busti degli Imperatori. Mi sarebbe piaciuto poter “memorizzare”  Adriano con altro e non solo lapis e memoria. A sera riguardo sempre gli appunti presi durante le visite, e osservo nuovamente le mie foto, non quelle di internet, fatto questo che per alcuni istanti mi permette esattamente di tornare a quel preciso istante in cui fissavo attenzione e posavo lo sguardo su di un’opera d’arte.

Ancora una cosa. Le bottigliette d’acqua non si possono portare con sé all’interno della Galleria (sarà così anche a Palazzo Barberini). O si beve tutta l’acqua o la si lascia. Peccato. D’estate, col caldo…non so. Sicuramente è  giusto cosi, non discuto, ma nell’occasione, prima di entrare, vedendo molti bere tutto il contenuto delle bottigliette, mi è  venuto in mente Fantozzi: “beva, beva ragioniere…”

Musei Vaticani (Pinacoteca)

20190730_164659A Roma fa caldo, ma non eccessivamente. Si vocifera che il merito sia stato di una pioggia dei giorni scorsi, ed è  meglio così, perché  anche con questa fortuna il caldo, a me,  pare davvero eccessivo. In piazza della Repubblica noto con felicita che davvero la stazione metro è  stata ripristinata e riaperta al pubblico. Mi munisco di un biglietto metro 24 h, scale metro, metro e mi lascio condurre fino a Cipro Musei Vaticani, cominciando la visita dalla Pinacoteca. Giotto (“Trittico Stefaneschi”), Cola dell’Amatrice con  “Assunzione della Vergine”  e Perugino, “Madonna dei Decemviri”, Pinturicchio con “la Madonna col bimbo sul davanzale”. E poi ancora Filippo Lippi, Beato Angelico, Melozzo da Forli. Comincio dalla Pinacoteca per avere una visione organica, dopo i tesori umbri, in particolare per arricchire le conoscenze sul Perugino, che qui si trova anche in Cappella Sistina con “La consegna delle chiavi”. Insieme a questo approfondimento un “ripasso” di Raffaello e Caravaggio 20190730_163830 “La deposizione”, facendo mentalmente un parallelo con “la Pietà” di Michelangelo”.

20190730_160648Del primo,  Raffaello, “la Madonna di Foligno”, ” “La Trasfigurazione”, e “Incoronazione della Vergine” e ancora, Annunciazione, Nativita` e presentazione di Gesù  al Tempio. E ovviamente gli arazzi. Ogni volta è  sempre come la prima. Con la speranza  di poterli riprendere all’avvio della scuola.

Fontana del Bargello (Gubbio)

20190724_124228Una cosa in particolare (tra le tantissime belle) mi ha incuriosito e fatto sorridere nel viaggio a Gubbio. E` la fontana  del Bargello o "dei matti" situata  nel cuore della cittadina umbra. Ho provato a chiedere, in giro, tra un ascensore e l'altro, luoghi "esposti" all' ombra e piu facile da  incontrare gente, incuriosito dalla cosa,in quanto giaprima della partenza, alcuni amici, sapendo della mia puntata a Gubbio, mi avevano sollecitato a “prendere la patente”. Ho provato a chiedere ad un paio di ciclisti, immaginando fossero dei don Matteo in “ripresa” e cosi ad alcune negozianti in attesa di qualche cliente. Stupito dell’invito degli amici ho provato a chiedere in loco alcune delucidazioni in merito. Pare sia sufficiente fare tre giri intorno ad essa per ottenere la patente, da matto, ma occorre rispettarne alcuni regolamenti e leggi.  Bisogna infatti compiere i giri in presenza di un cittadino di Gubbio e che lo stesso faccia la  richiesta per il candidato “corridore”   versando così un contributo all’associazione “Maggio Eugubino” che provvedera` ad emettere il documento che attesta il tutto. È  un rito che ha preso piede verso la fine del 1800 mentre la fontana è  del 1500 circa e si dice, parrebbe, che sul luogo ci sia stata la contaminazione di una sostanza particolare. Chissà.  Comunque tutto cosi bello…

Non ho fatto i tre giri, dato il caldo, l’ora, l’impossibilità di chiedere e trovare un cittadino di Gubbio, con la voglia di sudare per verificare i miei giri, che onestamente non avevo intenzione di fare, data la stanchezza, ma ho trovato un posto dove pranzare tranquillamente, con gusto e stare a mio agio, tranquillo e riprendere forze per continuare a girovagare, presso il Ristorante pizzeria “Il Bargello”, a due passi dalla fontana.

Al termine di questo racconto, un augurio nella giornata di oggi,  a tutte le Marta. Oggi, 29 luglio, Santa Marta.

Assisi

20190725_094107Per giungere in stazione, a Perugia, si può decidere di, andarci a piedi, in bus o in mini metro. Curiose queste “capsule” che sono frequenti nei loro passaggi, piccoline, con pochi passeggeri a bordo. Quando senti la prima volta “appena giunto a Perugia, a sinistra c’è  la stazione del mini metro” mi pareva una cosa cosi…curiosa. Li vedi sfilare via appena sopra i segnali luminosi della ferrovia e resti impressionato. “Fontivegge” è  la stazione metro vicina a quella ferroviaria, uscendo, a sinistra, senza neanche attraversare. Ci si può arrivare anche costeggiando il binario uno. Dalla parte opposta della strada una Coop. A dire il vero, “il mini”  sembra una funivia, da lontano, ma poggia su una base a guardar bene poi da vicino. Fontivegge, Case Bruciate, Cupa e cosi via le sue stazioni. Costo del biglietto: un euro e cinquanta. Il suo tragitto dovrebbe coprire  se non sbaglio, anche lo  stadio Renato Curi. La mia opzione, oggi, è  stata quella di essere qui, in stazione, preferendo la scelta “a piedi”, per andare, o tornare, ad Assisi. In treno. Percorso, in minuti, una ventina.20190723_130040Giunti ad Assisi occorre recarsi o presso il bar della stazione o dal giornalaio per i biglietti. Un bus appena fuori dalla stazione è pronto o sta per giungere per condurci a destinazione. Il panorama è  bellissimo e il caldo rende ancora piu vivi i colori. Govoni, grano, campi falciati, turisti a piedi, suore, frati, una processione di tutti e di tutto alla ricerca di fede, spiritualità, testimonianza, preghiera. 20190723_134927Tutto sempre molto bello:  il paese, la Basilica, Superiore, Inferiore, le persone che si incontrano, sfiorano, le case, gli affreschi. Tutto è  cosi bello, perfetto, intimo. Un buon cammino è  l’augurio più bello che si possa fare e ricevere. Mi addentro, ancora una volta, come fosse la prima. È  da tantissimo tempo che ne attendevo il ritorno. Nella terra di San Francesco.

Firenze

20190725_134951Un paio di orette la distanza coperta da un regionale da Perugia a Firenze, costeggiando il lago e transitando da Arezzo. All’interno del vagone l’aria condizionata funziona ma è  out la presa per ricaricare cellulari e tablet, ma la cosa non è  per nulla importante. 20190725_122347Il fatto rilevante è  che appena sceso dal treno, il caldo fa 40, picchia duro e si fa sentire su ogni centimetro della pelle e sembrano inutili ogni tipo di protezione. Firenze, città  d’arte, Rinascimentale e non solo, è  la più calda d’Italia. L’acqua, che fino a pochi minuti prima, di scendere dal treno,  dopo pochi istanti, sarebbe buona per la pasta e certamente non per dissetarsi. Il caldo però  non impedisce ai turisti di viverla e cercare l’arte e la cosa è  davvero bella. Ovviamente, locali pieni come i pochi posti ombreggiati. Al Battistero, si forma una coda esagerata e cosi in altri luoghi, in particolar modo sul Lungarno…e cosi non resta, armati di pazienza, di ripassare e osservare meraviglie.

S.Anna

20190724_174914Perugia aveva e possiede   (ancora oggi seppur  in ristrutturazione) una bellissima stazione che si 20190724_174703chiama S.Anna. Si trova a due passi dalla stazione dei bus, quelli che tanto per intenderci portano anche a Gubbio,  in piazzale Partigiani e ad altri due che aggiunti agli altri divengono, a questo punto, quattro,  da un cinema e una piccolissima curva e una discesa. La stazione ha 4 binari,ma non è più  funzionante dal 2017 per ristrutturazione in corso ed elettrificazione della linea e forse il suo raddoppio. 20190724_175145Quando funzionava doveva essere molto utile e forse luogo di incontri, per innamorati, nuove conoscenze, sbrigare affari. Pare sentire : “Dove ci si vede?Binario 1 a S.Anna, andrebbe bene?” E poi, chissà quanti amori sbocciati e intrecciati a S.Anna! Chissà,  sarebbe interessante conoscerne e scriverne. Per farmi una idea di come era, a suo tempo, e poterla immaginare,  decido di entrare e fare una rapida ricerca su internet. Individuo una rampa, una scaletta, all’estremita del binario e accedo. Da lassù  è  piu facile immaginare il tempo andato. Nebbia, neve, sole, girandola di syagioni e di anni…Trenini a gasolio, foto di alcuni vagoni pitturata da writer. Ho la sensazione che dovesse avere un suo fascino, e mantiene certamente un che di romantico o nostalgico come la scaletta da cui si può immaginare e costruire storie. Dalla stazione di S.Anna, che richiama un’ acqua di cui ne abbiamo tanto bisogno, un augurio a tutte coloro che portano questo bellissimo nome.

Intanto, dovrò  convergere su altra stazione per recarmi a Firenze. Hot, hot, hot….

Perugia, ciao

20190724_102030A Perugia il buongiorno si vede dal mattino. Trombette e coriandoli e qualche bottiglia “stappata” e  svuotata dopo “5 anni” alla presenza di mamma e papà e parenti vari; un evento che corona un percorso universitario, con le sue gioie, i suoi intoppi, cadute e risalite che culmina con la laurea. Tappo, bollicine e sane bevute, un percorso terminato, un altro che comincia. Ma a questo, ci penseranno domani. Ora, si festeggia e si deve. “In nome del popolo italiano”…Un momento bellissimo, ai piedi della fontana, del Duomo,  che diversamente da altri non  dà  la sua “faccia” sulla piazza ma da un’altra parte non partecipando cosi  a questi eventi gioiosi. Deve essere un rito convergere qui dopo la laurea, sotto la fontana Maggiore, in presenza della statua che rappresenta Perugia. Noi spettatori, del prima e del dopo, guardiamo e in molti riviviamo sulla pelle quella campanella e il Presidente della Commissione che  conferisce il titolo, insieme ai commissari e al relatore che ci stringono la mano dopo averci aiutati nell’elaborato e aver sudato 7 camicie. Come passa il tempo! Eppure la discussione di laurea è  uno di quegli eventi che resterà  per sempre. Non so se tanto quanto la maturità che la si sogna all’infinito. Decido di partecipare alla loro gioia infilandomi in un bar  pasticceria a pochi passi, “Sandri”, e fare il pieno di delizie. Perugia è  una cita`caldissima ma si fa abbastanza in fretta a smaltire le calorie: basta non usare le scale mobili e scarpinare.

Arrivederci Perugia.

Gubbio

20190724_150204A Gubbio c’è  caldo e aria di quelle che furono riprese televisive di don Matteo. Ma c’è  profumo di crescia e buon cibo. Un’oretta e qualche “etto” di minuti da Perugia, (e qualche kg in piu, sulla via del ritorno),  piazzale bus, piazzale Partigiani, pochi metri da una stazione di Perugia,  santa Anna al momento fuori uso, e mi ritrovo su altro piazzale alla base di questa bellissima cittadina;  sono cosi, per scelta, mica tanto, dato che a settembre, una strizzatina d’occhio e un’apertura d’orecchie al Festival del Medioevo verrò a darle (25-29 settembre) a Gubbio, una cittadina medievale, forse la piu antica e c’è  chi dice la piu bella delle medievali. Durante le vacanze di Natale sulle sue colline  ridenti spunta l’albero piu grande  e ora, oggi  gia` dalla strada, se ne puo immaginare la sua costruzione e posizione osservando una “ferita” che  poi è la risalita per la funivia sul monte Eletto, luogo in cui si conservano i ceri. Ci penso molto se infilarmi in una di  quelle tante gabbiette per una risalita di 6 minuti. Alcune indicazioni-guide “on line”affermano “bellissimo panorama ma sconsigliato per chi soffre di vertigini”. 6 minuti per  salire, 6 per scendere..vabbè  proviamo. Gubbio è  davvero bella: scale, scalini, costruzioni caratteristiche, ascensori, la rendono ancora piu affascinante. A Palazzo Beni scopro che i Papi Martino V e Giulio Il soggiornarono per un certo periodo di tempo in questa bellissima e calda cittadina. Scopro inoltre che lo Studiolo del Duca di Montefeltro (identico a quello che si puo ammirare ad Urbino) fu venduto per poche lire e si trova oggi negli Usa mentre qui vi si ammira una fedele riproduzione costata anni di produzione. La cattedrale è  bellissima e cosi il museo diocesano. Il teatro Romano, inoltre, è  bellissimo, ai piedi della cittadina.Tutto così bello, nonostante il gran caldo, nonostante le agitazioni di oggi che rendono complicato il muoversi con i mezzi pubblici. Un posto bellissimo, a frotte turisti e scene da archivio e caccia alle fontanelle d’acqua. Le amiche che si aspettano a vicenda sotto un porticato dove alcuni accumulano aria fresca per farne conserva nelle ore ancora lunghe della giornata. Si prospettano giorni da bollino rosso; qui, sotto il portico, ragazze e ragazzi  si stringono in abbracci eterni; ragazze accompagnate da padri che forse avrebbero voluto sonnecchiare e motorini d’altri tempi ma a disposizione di figlie appiedate. Prendo la mia crema solare 50, e il suo profumo ha l’effetto di farmi  ripensare alla special, quella di Cremonini, che però  erauma motoretta,  e dei tempi. Il tempo passa ma il contenuto, il desiderio di viaggiare, è  identico.

Perugia, “sapore di un bacio, non lo dimentichi”

Buongiorno Perugia.20190723_100358 in corso Vannucci esiste un locale con un insegna che richiama il bacio e inevitabile il pensierova a Raf e la sua canzone anni ’80.  E appena vista l’insegna e collegato il ricordo alle note, il temlo di canticchiarla e titrovi in un  posto che vale la pena. Un articolo di questo blog infatti, si potrebbe dedicare  solo alla Madonna di Benois, di Leonardo, dalle collezioni dell’Ermitage, qui in esposizione presso la Galleria Nazionale dell’Umbria, a Perugia. Che bell’opera. Una Madonna così giovane, quasi una bambina, che gioca col Figlio. Davvero un invito a vedere, a studiare quest’opera. E  poi, la 20190723_100005Natività del Perugino, che mi rimanda al tempo del Natale e alle lezioni con i ragazzi e alle rappresentazioni di molte natività,  in particolar modo questa, e ancora la Pala di Santa Maria dei Fossi del Pinturicchio. Le grandi opere in esposizione sono davvero molte e tutte belle e il tempo per tutte, come mi ricorda un immenso orologio , davvero con molto rammarico, non è  sufficiente. E allora, un bacio e,…arrivederci a  presto. Belle opere, vi mando un bacio.

 

Ciao Perugia!

20190722_182420E così, gira e rigira, tre anni dopo ecco nuovamente si  svela Perugia. Lasciati alle spalle treni e ritardi cumulati, ora tutto sarà  un’opera d’arte a partire dal Perugino,che ha molto da raccontare in via Vannini. 20190722_180744Tutto sembra intatto, così come era stato lasciato una mattina d’agosto del 2016. Il Mini metro, Fontivegge, Cupa, il piazzale, le scale, tante, gli archi, parecchi, la Fontana Maggiore, il Duomo, con la sua facciata che non “conferisce” verso la Piazza, l’università per gli stranieri, l’arco, la via dell’Acquedotto. Perugia, città  calda, ma dolce. Una musica risuona ancora con quel suo benedetto caffè  che risuonava in uno dei bar della citta universitaria….”Perugia, ma cosa hai messo nel caffe che ho bevuto su da te….” sembrava un dolce invito a tornare che ho piacevolmente assecondato, seppur in ritardo.