Le statue della piazza, dei comizi e del concertone del primo Maggio, è vuota; la Basilica di San Giovanni è immensa e ombreggia “fazzoletti” di turisti, cittadini, studenti, e fedeli, sparsi qua e la, carte, cartine e rosari tra le mani;
il tram sferraglia verso Porta Maggiore e oltre, rasentando un vecchio “Oviesse” mentre nell’altra direzione, scorre via veloce, verso “Manzoni” e una discesa, un teatro dove nacquero partiti e tesi.
Come una, delle mie. Ad un tratto dalle porte dei tram, in entrambe le direzioni, sembrano fuoriuscire personaggi di libri, letti e conservati e animati in qualche anfratto della memoria: ora di Pasolini, intenti alla vendita di qualche oggetto, ora della Morante, con Nino, e Useppe, ora dell’orologio di Levi, politici in atto di dareun assetto all’Italia, e ora dell’altra Levi, Natalia, con uno dei fratelli. Che bella la lettura!E lafantasia., esercitata e militante. In piedi, al centro della piazza, una zingara legge la mano, come fosse li, immobile nello stesso gesto, da anni, come l’avevo lasciata, in posizione caravaggesca.In città, un pochino ovunque, si stende un profumo di aranci, ma è da un sottoscala, poco distante dalla Basilica, in quella zona dominata da vie Piemontesi, che sale il profumo più buono e intenso:quello della sorchetta del sorchettaro piu famoso, almeno in via Cernaia.Se è doppia poi…