Sfoglio velocemente le pagine per ritrovarti, ritrovarmi, ritrovare, il coraggio, leggendomi, rileggendomi di una dolce illusione. Gli scritti, saltuari, a conclusione di una giornata, passata insieme, o poche ore, per le vie della citta’, o del mare, o di chissà dove, sono un dolce tuffo nel passato, una possibilità di ritrovarti. Una dolce malinconia di tempi andati ma vissuti intensamente, arricchendomi. Ricordi, dolci rimpianti e malinconia, dei tempi o del tempo andato. La voglia di abbracciare quelle tue fragilità in un tempo sospeso, una sorta di limbo, mi sarebbero sufficienti, ora, me le farei bastare, nonostante il tuo essere intrappolato in quel limbo, e invece, una telefonata mattutina, inaspettata, ha reciso anche quella possibilità. Là dove si era riusciti a vincere una polmonite, una calda mattina d’estate alla vigilia della maturità 2018, ora un banale colpo di tosse del pomeriggio (sole 12 ore prima che te ne andassi), annunciava invece altro che non avevo compreso a fondo, venendoti a trovare. Mattino presto. Cellulare acceso. Sabato. Telefono che squilla. La tua corsa, ultima. Un colpo di telefono, sufficiente per innescare una corsa in ospedale, veloce ma non abbastanza, come la tua, perché forse, del limbo ne avevi abbastanza. Non ho voglia di condividere altro, perché certe cose sono difficili da pronunciare, dire, scrivere, e con la volontà di restare personali. Mi manca molto la tua presenza, il tuo corpo morbido sul quale da piccolo mi assopivo davanti la tv o al cinema. Mi manca il tuo avermi accompagnato nei traguardi più importanti della vita. Gli esami, la laurea, il mio arrivare in ferie e il mio ripartire, le guide…Mi manca il tuo domandarmi: “ma cosa scrivi?cosa fotografi?” E io a raccontarti del blog, e che dovevo scrivere, le cose che sentivo e che vedevo e che in qualche modo tu c’entrava qualcosa e tu che guardandomi rispondevi: “allora sei giornalista?” No, non sono un giornalista. Mi manchi tanto, da 4 sabati, i più freddi degli inverni da me trascorsi. Da quel sabato mattina presto che una telefonata ha reso ancora più freddo. Quella corsa ha spezzato la tua vita e ora mi manca il fiato. Mi sento pesante, con i miei sassi nelle tasche. Ciao pa’.
Spero il mio abbraccio possa scaldare anche solo in minima parte il tuo cuore. Il mio con te ❤
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Conosco questo dolore. Che è anche conforto, a volte. È comunque un sentimento nuovo, che accompagna per il resto della nostra vita.
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