Loreto

Tornare a Loreto, guardando l’orologio, e scoprire di essere in ritardo,  di un paio di anni. Un posto,  Loreto,  dove la fede la tocchi davvero con mano. Lungo la scalinata che porta su,  in cima al Santuario,  non si incontra nessuno. Si sente,  e si ascolta(cicale cantare) e l’odore del mare,  qui,  a due passi,  ad una collina d’altezza che,  sale su;  si vede il luccicchio  del mare,  a distanza,  il Conero,  immaginando Numana,  e i bagni fatti,  e Sirolo,  quelli immaginato. Il Conero, che sembra una balena spiaggiata,  l’ A 14 e l’Italia che parte,  o riparte, gli ulivi e molto altro ancora. Le “macchinine” perche’ dall’altro sembrano tanti modellini, vanno,  giu,  verso Sud mentre le “frecce”,  quelle bianche,  “tagliano” l’Italia. Le “pagode” della stazione sono ben visibili e riconoscibilissime dall’alto e danno l’idea della moltitudine dei pellegrini,  inizialmente disorientata ma via via felice e serena. Scalini,  via Crucis,  cimiteto polacco,  ancora un altro sforzo e ci siamo.

In cima e dentro al Santuario, si incontra e si porta la fede. E qualcuno la trova anche.   Un gruppo di Pellegrini, si salutano si danno appuntamento all’anno prossimo.  Più puntuali di me. Hanno appena terminato la loro settimana di ritiro spirituale. Dentro al Santuario mi perdo e lascio raccontare il tutto. E mi accingo ad ascoltare.

2 pensieri riguardo “Loreto”

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