Smog. Fog…”Non aprite quella porta”, (che sembra il titolo di un film) anzi, porte e finestre, meglio se chiuse; tra una pagina e l’altra della “preghiera laica mattutina”, cosi come sosteneva Hegel, e un orecchio a radio e tv, dopo aver sorseggiato il mio caffè nero bollente, scendo per strada e osservo gente che corre, felpe addosso, indicatori o meglio “riti” di passaggio, che ci segnalano che…c’era una volta l’estate e ora l’autunno. A pochi passi da ieri e da domani. È il periodo giusto per prendere un treno è lasciarsi inghiottire da nebbie padane. Per ora resto e opto per un giro in centro, di Torino, mani nelle tasche, rasentando via Roma, dove c’era La Stampa mentre oggi, a due passi da quel luogo resta solo l’insegna del bar che la ricorda. Osservo di tutto un po’, attentamente, in attesa dell’uscita didattica, presso La Stampa. Un pochino di storia non guasta mai: ma dirigo a piedi e poi in metro da piazza Solferino a via Lugaro passando appunto per via Roma. Di freddo penso solo ai titoli, come a quelli caldi. Al sommario, all’editoriale, alle colonne, di via Roma, e del giornale. All’occhiello
Al rientro, un giro veloce in un supermercato. Una bottiglia, Coca-cola Senigallia, sola soletta, mi ricorda la “bella estate” e altro o oltre. Mi ricorda il mare, la spiaggia, il velluto e lei vellutata, il faro i suoi occhi.Non ho nessuna intenzione di lasciarla sola. Ecco, le faccio l’occhiello, anzi no, l’occhiolino. Ho sempre la scuola “in testa”. La prendo con me e alla cassa pago, insieme ad altre cose. Esco, immerso nella nebbia recupero casa, scala, appartamento. Sprofondo sul divano in compagnia di un litro di buonissimi….ricordi.