Ho fatto la sua scoperta da circa un paio di anni, esattamente agli inizi di questo meraviglioso “viaggio” che comincia il primo settembre di ogni anno e che si chiama scuola: meraviglia, stupore, dolcezza quando lo vidi all’interno della vetrinetta.. No, non è certo la scoperta dell’America ma con “l’oro”e con “l’ora” ha molto in comune. Provando a declinare il nome è un “bucon d’or” e davvero tale, almeno per me, ed i miei sensi, è stata la sua scoperta. “Rinascimentale”. Un arricchimento al “piacere”.Chi lo ha detto che il piacere, a scuola, deve essere solo “D’Annunzio”? E al piacere nel portarlo in giro, con me, lo presento con classe. Un bollino “Sida”, il pacchetto rosa e via. In classe, che a dire il vero è tutta sua, del “bucon d’or” e anche tutta…”loro”, questa volta, senza apostrofo…Loro, di classe, per l’ora della classe, di religione. Quando entra in classe, i ragazzi, le ragazze, non scattano in piedi, sull’attenti: non ve ne è affatto il bisogno, e si che per loro, “i bisogni”, e’ un argomento principe e da assimilare. Gli studenti e studentesse attendono, in “religioso” silenzio, il loro turno per assaporarne la sua bonta’. E ai “consigli” si tace, un attimino, dandogli parola e noi i nostri palati. Ma di chi o cosa stiamo scrivendo?Ma del bucon d’or , il dolce di classe, della classe il preferito e apprezzato. Ha quel gusto leggermente mandorlato, e nella “mandorla” si sa, artisticamente troneggia il “buono”, “il vero”. Il misericordioso. E se ne siamo tanto golosi, bhe’, non importa . Alla pasticceria Sida, l’anno della misericordia non si è ancora concluso. E la “porta” è sempre aperta. E lui, il bucon d’or in “religiosa atesa”. E allora l’invito non puo’ che essere uno solo: “buon Bucon d’or”.