Tempo di raccolta. Meglio, raccogliere. Le cose. I pensieri. Cominciare ad archiviare, giorni, pulendosi la sabbia da sotto i piedi. Sono in uno dei tanti bar di Porto Cesareo, colmo come gli altri, di turisti. Leggo il quotidiano, di Lecce: mi piace la pagina geografica sul viaggiare dove raccontano la costa e i locali migliori dove mangiare. Appunto qualcosa, lascio cadere la penna. “Pero’, quanti bed and breakfast”. Penso alle case in affitto, ai consumi, e al lavoro che si muove, da qui a Gallipoli. Mi immagino per un attimo un amministratore locale. Solo un attimo. Ripongo il pensiero e la penna. Torno al punto di partenza dell’osservazione. Il vasetto trasparente, dove, al suo interno, vi sono sabbia e una conchiglia. Entrambi mi restituiscono ricordi di una estate calda, passata velocemente, con l’assillo dell’acqua, ricordo restituito anche questo da una brocca,
“bucala” o “ucala” fresca ghiacciata. Ricordi di infanzia. Ordino. “Il solito”, e aggiungo “caffe’, con ghiaccio, alla leccese”. Acqua. Pensiero di tutti.
Anche per Enrico e fratello che a cavallo tra gli “80” e i “90”devono trovare tempo e forza per bagnare le loro piante e conferire vita. Per me ancora il tempo di un ultimo bagno e rimettere nello zaino i libri che mi hanno accompagnato e che avranno sempre l’odore del mare, con qualche granello di sabbia che ritrovero’ nella stagione fredda. Tempo. C’è tempo. Slalom tra il solito nastro d’asfalto ricoperto a sua volta dal solito nastro d’asfalto di lamiera che sono le auto e che puntualmente rendono satura la costa per km e km. Fioriscono le bici in ogni dove e questo e’ un gran bene.