Fin dalle prime luci dell’alba, Torino è un fiorire di zainetti e dizionari: e’ l’annuncio di una nuova maturità alle porte. Trentamila? Chi lo sa. Molti, tanti, pero’. Carta di identità, biro, occhi stropicciati per una notte insonne o a singhiozzi, in tutti i sensi; eccoli pronti, i “maturandi” con un passo fuori dalla scuola e uno ancora dentro, in ogni caso, in piedi, “davanti al cancello” prima dell’appello, prima della busta, prima del tema o saggio, cellulare alla porta, ovviamente, prima di tutto. Un viaggio, per loro, di 5 anni che va esaurendosi, lentamente, ma che ricorderanno, per sempre. Nei discorsi, nelle sere d’estate che verranno, negli incontri che faranno, porteranno sempre “tracce negli occhi”. Ne parleranno, se ne parlera’ e riparlerà, per molto… ancora molto. Tutta una vita davanti. A buste aperte provo a leggere. Quella sul miracolo economico l’avrei svolta subito, immediatamente, con tutti quei ricordi universitari…miei; il movimento studentesco, quello operaio, Palazzo Campana, le contestazioni, il triangolo industriale, l’Italia che è una Repubblica fondata sul lavoro, ma che a Marcinelle (Belgio, accordo governo italiano-belga, minatori in cambio di operai minatori)morirono tantissimi italiani… e la politica, gli accordi, le ferie, il ritorno al Sud, le Ferrovie dello Stato e le industrie di stato… Ma anche il progresso materiale, morale (che dire? abusivismo, condoni, sanatorie, ne scriviamo?) e poi la tecnologia, il lavoro… erano belle e interessanti tracce. Nelle aule, una domanda: “Caproni, chi era costui? “
Poveri poeti, questi sconosciuti! (e ve lo dice un poeta…)
Tanto per cominciare vedere su https://it.wikipedia.org/wiki/Giorgio_Caproni
"Mi piace""Mi piace"