L’autostrada Torino-Milano non sfilava, via, veloce, come desideravo. Il treno Frecciarossa sulla destra, quello si che marciava. Ad alta velocita’. Un fischio di pochi secondi, al nostro fianco ne tagliava l’aria. Pareva essere ed e’ un re, al suo passaggio, su quella massicciata. In 40 minuti copre la distanza tra i due capoluoghi. E’ chiamata la metropolitana d’Italia, e infatti, il tempo di sederti, sfogliare il giornale, e hai coperto i 127 km d’asfalto a piu corsie. Ah quanto ho invidiato quei momenti in cui sono io li dentro mentre guardo chi è in coda qui, sull’autostrada. Quando ti abitui al treno veloce, il bus appare lento, alla stregua di un “personaggio” che non va mai fuori moda, soprattutto per le gite, ma e’ imbolsito come un vecchio signore, goffo nei movimenti sul quel lungo nastro d’asfalto che è l’autostrada Torino-Milano. Come sono lontane le Olimpiadi invernali di Torino del 2006 e come sono lontanissimi i cantieri per realizzare tutto quello. Cosa vorrei raccontare? Una uscita didattica, verso Milano, per “dialoghi nel buio”, un’oretta circa per testare come vivono i non vedenti e una ampia riflessione su tale condizione. Noi, che diamo per scontato tutto.
Due classi di scuola media superiore, verso Milano, partite da Torino intorno alle 8 e verso una esperienza, davvero profonda. Mentre il bus andava, strano ma vero, il silenzio regnava sovrano all’interno della ‘scatola di latta” in movimento. Niente musica, chitarra, giochi, schiamazzi. Tranne il solito “scartare” delle varie tipologie di merendine e cibi che accompagnano l’andata ed il ritorno di ogni viaggio da sempre. Zaini ricolmi al punto da sfamare zone intere dell’Africa. Strada, lentezza, slow. Il che conciliato con la riflessione, mia, sullo stato del blog, che non ha visto una riga il primo maggio, di pioggia, e neanche una su “Rinascimento privato”, libro in dirittura d’arrivo. Davvero bello, questo libro consigliatomi da una lettrice affidabile, raffinata e ottima consigliera al tempo. Mi piacerebbe discuterne come ai vecchi tempi…
I pensieri scivolano via mentre le prime costruzioni milanesi si allargano davanti a noi venendo cosi “inglobati” da case su case, cemento e cemento. Milano ci inghiotte insieme al suo traffico veloce mentre la nostra avanzata rallenta. Il “tom-tom” del bus, vicino l’autista, attento alla guida, cortese, professionale, ci indicava che pur essendo in Milano l’arrivo presso l’Istituto sarebbe stato di li a mezz’ora. E cosi è stato. La formazione dei gruppi per l’esperienza “al buio”, i biglietti, le riflessioni, condivisioni e poi 15 minuti a piedi, verso il Duomo. Le foto di rito, le pose, sorrisi da passaporto, gli scherzi… una bella giornata di sole e non solo.