Roma, ieri, dalle prime luci dell’alba al tramonto, si è esibita in tutta la sua bellezza; vestita e rivestita di fiori in ogni dove, capace di incorniciare il tutto con linee romantiche e armoniche; Roma e romani contestualizzati in una primavera davvero sfacciata: braccia, gambe e schiene alleggerite per molte e tanti. Roma che torna “centro” (Europa)per l’incontro celebrativo a 60 anni dalla firma dei trattati e dal battesimo Cee prima Europa poi. Evento celebrativo e chissà (e vedremo) quanto impegnativo. Roma che torna l’ombelico d’Europa. Roma che si ferma mentre cammina, e canta e balla.
Roma dalle strade deserte che chiudono il nulla, il vuoto e dentro la storia;che anche quando passa, in realta’ non passa mai. Roma colorata: rosso, verde, giallo, i colori dei semafori che si specchiano sull’asfalto e i sanpietrini mentre “fermano” qualcuno. Di qua non si passa. Roma alleggerita e “sfilata” da ben 4 cortei. Roma vestita a festa. E campane e fuochi. Insomma, Roma. Clicco la pennina su questi tasti e penso a quella “stylo” diplomatica; una stilo giovane di 60 anni e che ogni tanto sporca e impoverisce. Pronta a rifirmare. Nonostante gli intenti. Faccio una foto ai Fori, al Coosseo e “compagnia” e penso a quell’ altra, foto, “istituzionale”, forse poco garbata. “If you want… “… e ancora… “sindakosky. .. like him”. Mentre Roma era tutto questo, mi godevo dal colle le “fineste”del Colosseo, fatte apposta per filtrare luce. Per me. Roma per noi. Michelangiolesca bella e non solo. “Il Mosè, il Mosè… da rivedere”. “E il Bonifacio VIII di Giotto a san Giovanni no? ” Tutto questo e molto altro. Ieri. Da qui, anzi, da li, san Giova un salto, sentito, dovuto, alle Fosse Ardeatine. Il 218 a San Giovanni e un pensiero per i
335 martiri dell’eccidio. Domani li ricorderò a scuola. Su una delle tombe, un ragazzo, o una ragazza, aveva lasciato un pensiero. Per me. Per noi. Tutti. Per oggi e domani. Ricordare. Per non dimenticare.