La primavera irrompe e si fa sentire. Lungo le strade della nostra città comincia il tripudio dei colori: alberi che si rivestono di piccolissimi fiorellini che sono gemme e foglie in potenza. E’ il risveglio della natura. La primavera bussa alle porte, le donne cominciano ad alleggerirsi dei cappotti e maglioni, troppo pesanti e di pensieri ugualmente tali. Le vedi, in giro, tutte graziose e cool. Temperatura mite. A proposito: ho appena tetminato la lettura de
“La mite” del grande Dosto. Un amore sconfinato, di un addetto ai pegni, un uomo, che decide di sposarsi e innamorarsi strada facendo, e mentre ne fara’, conoscera’ il coraggio, il perdono, il rimorso, la volontà; è insomma, un capolavoro che abbraccia tutti i dilemmi quotidiani dell’uomo. Come tutti i romanzi di Dostoevskij non vedevo l’ora di portare a compimento la sua lettura e non appena lo chiudo (il libro) mi domando perché sia finito così in fretta, lasciandomi in dote quel senso di tristezza-piacere per averlo concluso. Nel frattempo ho ripreso tra le mani “La Storia” di Elsa Morante. I ricordi, e sono tanti, si sovrappongono sempre…. pagina dopo pagina, un libro stupendo. Un capolavoro. “Useppe è appena nato, Nino ha condotto Bliz a casa e sullo sfondo si è appena concluso il 1941. Il 1942 vede Useppe fare i primi versi e i suoi occhi volti alla ricerca dei misteri della vita. Ida invece…. “
conoco bene “La mite”…
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