Cracovia!
Il treno della memoria e’ giunto a destinazione. Dopo aver passato “Auschwitz”… e qui una notazione, anche il treno nel suo manifestarsi, è passato, piano, lento, quasi per rispetto, di tutto cio’ che e’ stato. Pochi istanti prima, il capotreno, con un suo italiano quasi perfetto, lo aveva annunciato, e noi, come studenti, in piedi, a voler cercare di capire qualcosa in piu’. Poi, con pochi minuti di ritardo sulla tabella di marcia eccoci sulla banchina, assediati da un freddo pungente. Qua e la’ ciuffi ribelli di neve, depositata da chissa’ quanto, spesso trasformatasi in veri e propri mucchi. Il sottopasso, la stazione, una tra quelle di Cracovia, ed ecco i bus, in fila, sul piazzale, pronti ad accompagnarci verso gli ostelli. Il nostro e’ in onore di
Lenin, o di un film, dato il goodbye. Dieci minuti e siamo in attesa, delle stanze. E in questo tempo siamo diventati perfetti accumulatori di freddo in ogni dove. Le stanze, le chiavi, bagagli depositati, le chiamate a casa, che forse costava meglio venir qui con tutta la famiglia, e poi, il cambio dei soldi e la ricerca di un posto convenzionato dove mangiare
. Il centro si apre a noi, meravigliati di tutte le sue meraviglie…