Lasciata Firenze, le sue meraviglie e bellezze, la destinazione e’ Faenza. 100 km di strada ferrata e “quasi mare di colline” e oceano di alberi spogliati e senza parrucca bianca, separano il capoluogo fiorentino con la citta’ romagnola, adagiata quasi al confine con la Toscana. A meta’ strada, un saluto al luogo natio di Dino, (Campana) a quello dell’amore sui con Sibilla, alle rose e al loro “viaggio chiamavano amore”. E uno sguardo quindi al contenitore di tutto cio’: Marradi, terra di sagre e di castagne (tutte le domeniche di ottobre). Un’ultima occhiata a qualche documento, la’ dove studio’ il grande Dino Campana (presso i Salesiani), Istituto non piu’ dei Salesiani e un altro a quel che resta dell’edificio in via di ristrutturazione.
Superato il portone di un antico e nobile palazzo, l’atrio, ecco a sinistra una “manica” dove sono collocate aule, forse luighi per corsi universitari, forse logopedia. Numerose targhe ne ricordano il direttore e i benefattori e ovviamente, il passaggio di Dino Campana
. All’interno del palazzo si apre uno di quei cortili cosi tanto simili ai quelli salesiani, fondamentali nella pedagogia di don Bosco
. A chiedere che ne è stato di tutto cio’ alcuni ne sanno davvero ben poco. Un gruppo di ragazzi si ritrova tutte le sere, nel cortile, un ritrovo, forse ignari di chi era don Bosco. Faenza e’ una bellissima cittadina dotata di una stupenda piazza, “Del Popolo”, colorata al suono di una musica; un loggiato, un Duomo, Cattedrale,
del 1400 (iniziata nel 1474 e terminata nel 1515)circa, il cui vescovo è Monsignor Mario Toso.
Una scalinata, una fontana ed un albero di Natale separano quello della piazza.
Una staffa di cavallo con due porticati e tanti localini uno piu bello dell’altro. Il freddo e’ pungente e nella nebbia ci si perde. Nebbia fitta e luci e dolci melodie si spandono nel centro cittadino. Su molti scalini che dividono porticato e loggiato sostano elfi e babbi natale. A sera la piazza del mercato e’ un posteggio con macchine in sosta per chi ha deciso di consumare la serata in citta’, in centro, scegliendo tra uno dei molti locali aperti. Al mattino, prima di riprendere la strada verso Bologna, non mi faccio mancare una buonissima colazione presso il bar Rossini, gia’ testato in precedenza. Le ragazze del bar sono affabili e professionali. Il locale e’ animato, pur essendo passate da poco le 7 del mattino. Sul bancone fanno sfoggio paste che si presentano davvero buone.
Il cappuccino è servito in un tazzone enorme che andrebbe bene per due clienti. Sui tavolini, ogni tipo di quotidiano aspetta per diffondere a moltitudini di mani le voci del giorno ptima. La Voce e’ uno di questi. Due chioschi di giornali distribuiscono alcune copie di quotidiani a clienti appena arrivati li in bici. Dopo aver pagato e scambiato qualche parola con i giornalai, le bici si perdono, tra le stradine di questa graziosa cittadina. Ma per perdersi, qui, basta davvero poco. Nebbia.
Tutto è famigliare e i rapporti cordiali; animano il centro rare persone a piedi che recuperano il centro della piazza per buttare l’occhio a terra dove luci di ogni colore disegnano chissà cosa di speciale, per poi sparire alla mia vista, verso la lunga via Mazzini, la direttrice che avvicina alla stazione.
La stazione e’ al fondo del viale, subito dopo l’Istituto di ceramica. Il mio treno e’ annunciato. Bologna e’ li che aspetta, come sempre. Faenza e’ bellissima. Ci tornero’. Peccato che l’Istituto Salesiano non esista piu’ dal 1999… Faenza, anni fa la abbinavo ad un treno, una canzone, un viso di una cantante timida, giovsne, una maturanda, degli anni ’90, la Pausini. Ora so che Faenza e’ davvero tantissimo. Molto. Faenza e’..
Bellissimi posti e ottimo il suggerimento per eventuali maturandi della tua scuola.Hai sempre ottime idee e….molti passi avanti rispetto ad altri prof. Magari di lungo corso…
Continua così! !!!un valore aggiunto al tuo Istituto!!
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