Giornata della memoria

torino-p-castello-25-1-2015-foto-borrelli-romano27 febbraio. Fa freddo. Non nevica. Corro,  come ogni anno,  in edicola. Compero e sfoglio i quotidiani . “La giornata della memoria”. Tutta la settimana l’ho dedicata al ricordo, alla memoria,  di cosa è  stato,  affinché non si ripeta. “Mala ed Edek”,  “La notte”,  “Oltre la cenere”,  “Se questo è  un uomo”,  “La tregua”,  “I sommersi ed i salvati”… Una introduzione, la  lettura collettiva  dei passi sottolineati. I concetti chiave. I 6 milioni di ebrei uccisi,  gli esclusi,  i non ricordati,  omosessuali,  zingari,  disabili,  oppositori politici,  campi,  lager,  escaletion di concetti,  esclusione,  emarginazione,  ghetto,  drportazione,  annientamento,  soluzione finale. Notte dei cristalli,  leggi razziali. Due ore sono davvero poche. Occorre ricordare. La campana non suona per il momento di raccoglimento. Una studentessa dell’Istituto scrive, una mail,  a tutt*,   un suo elaborato: e’ lei quest’anno la campanella. Lo leggo e rileggo. Mi piace.

 

Eccolo:

UN VIAGGIO CHE CAMBIERÀ LA MIA VITA

“27 Gennaio, Giorno della Memoria. Per non dimenticare. Per non scordarsi di un passato triste, angoscioso, di disperazione, ma soprattutto di rabbia. Rabbia, che ho io in questo momento mentre scrivo, perché non comprendo chi ha voluto che tutto questo avvenisse, non concepisco chi è riuscito a sterminare una popolazione mettendo un ordine di lavoro davanti alla vita di una persona che è il dono più importante che si possa avere. Non mi faccio capace della forza e della fermezza con la quale queste persone uccidevano senza avere un minimo di pentimento e di rimorso. Non capisco con che coraggio si possa arrivare a ridurre una persona come se non fosse e non valesse niente.
Quest’anno per ricordare questo evento, ho deciso di partire per rivivere un’epoca ormai distante dai giorni miei, ma che poi così lontana non è. Ho voluto fare il biglietto del treno per una meta dove c’è stato tanto dolore, tanta sofferenza e tanto terrore.
Ho scelto di andare fino ad Auschwitz, perchè vorrei poter mettere in gioco tutte le mie emozioni. Vorrei cimentarmi in quest’avventura e provare ad osservare la vita con occhi diversi dai miei, ovvero quelli della paura. Vorrei sentire il dolore in maniera intensa e profonda per poter provare almeno per un momento la sofferenza di tutte quelle persone. Vorrei poter capire come si sentivano, quali erano i loro pensieri e i loro sentimenti in quel periodo buio che mai più nessun essere umano deve vivere, perché non lo merita. Voglio portare il calore che non c’è mai stato e il colore in quella terra che per anni si è servita solo del bianco e del nero, non provando mai ad osservare le varie sfumature.
Sono sicura che questo viaggio mi renderà più ricca interiormente, saró capace di rendermi ancora più rispettosa nei confronti delle unicità di ciascuna persona e tornerò in Italia cambiata nel modo di pensare e di vedere le cose, perchè sarò segnata per sempre da quest’esperienza che mi insegnerà a vivere diversamente”. M. V.

Barocco

torino-21-1-2017-foto-romano-borrelliUna passeggiata per blogger dal sapore molto “gita scolastica”. Ritrovo  ieri presso la caffetteria del Polo Reale, torino-21-1-2017-romano-borrelli-foto per i saluti,  conoscenze,  quattro chiacchiere e due pasticcini,  in reata’,  un bel vassoietto per ciascun blogger o “instagram man” o giornalista della carta stampata seduti ad una delle tante poltroncine bianche intorno ai tavolini . Poi,  visita all’interno del Polo Reale,  Galleria Sabauda, per le collezioni di Carlo Emanuele I di Savoia,  cosi dedito a racimolare opere d’arte contemporanee. Terminate queste, a tempo di record,   un “filotto” di Basiliche e Chiese su via Garibaldi,  un tempo via Dora Grossa,  fulcro della vita cittadina. Il trionfo del Barocco,  grazie ai restauri della Compagnia di San Paolo:  tra una folla che “struscia” una visita nella Chiesa dei Santi Martiri,  con un occhio attento al San Paolo di Federico Zuccari,  membro della Compagnia di San Paolo. Una visita presso la Chiesa della Misericordia dove si trova un altro Zuccari,  ” La Decollazione di Giovanni Battista”;   oltre ad una galleria di dipinti e quadri e tra questi un Don Bosco a ricordare gli inizi del Santo,  compagno di don Cafasso. Infine un salto presso la Cappella dei Mercanti dove è  visibile “l’Adorazione  dei Magi” e un concerto torino-cappella-mercanti-foto-borrelli-romanotorino-21-1-2017-foto-romano-borrellipronto per l’occasione.  Davvero una Piccola Cappella Sistina torinese? Paragone poco…. “sabaudo”,  certo e’ che la citta’ e’ tornata a fruire in tutto il suo splendore un pezzo pregiato del Barocco. Il Barocco torna a splendere in un percorso cittadino reso simile ad un museo diffuso tra i luoghi di culto nel cuore della Mole.

Milano

milano-20-1-2017-foto-romano-borrelliIl cielo ancora scuro,  alle prime luci dell’alba,  strizza gli occhi infiniti e civolge  il suo buongiorno. Sono le 6. 00. A Torino,   la citta’ dorme,  sonnecchia,  lavora,  forse ama. Imbozzolato nel mio parka corro per strada, veloce,  verso la stazione. I pochi bus,  luci accese,  illuminano l’asfalto. Le pensiline,  vuote. Il silenzio e’ spesso coe il gelo. Poche falcate veloci racchiuse in una manciata di minuti,  et voilà,  Porta Susa per me. Scale mobili,  binario,  treno,  salgo,  fischia,  mi “accuccio” e resto nel mio bozzolo. Giornali,  libro,  il lavoro sulle ginocchia.   Il dito scorre veloce le notizie di ieri e di oggi alla stessa velocità del treno che porta a Milano. Il “lavoro e le competenze” attendono gli iscritti. Le sorprese non mancano,  a Milanomi-20-1-2017-l-da-vinci-borrelli-r-foto,  così come le notizie provenienti dall’ Abruzzo. Salvi i bimbi sommersi dalla neve. Una notizia bella,  finalmente,  dopo terremoto e maltempo. A Milano 15 minuti per “L’ultima Cena” di Leonardo Da Vinci. Era da un pezzo che la cercavo. Un paio di anni? Una cassetta del book crossing mi ricorda che ho in programma la discussione sul libro “La strada”. Al mio ritorno.  Ancora in corso,  in strada. Io…. Il cielo strizza ancora gli occhi,  l’ultima,  prima di darmi la buona notte e dormire. milano-20-1-2017-foto-romano-borrelli-porta-romana

“Gelicidio”

Gelicidio. Chi era costui? Sembra sentir risuonare la voce della professoressa M. intenta nella lettura dei Promessi Sposi. E noi,  in classe,  muti. Guai a distrarci. Correva l’anno che non si dice. Ma poi,  “chi era”,   meglio,  il gelicidio,   cosa è? Acqua ghiacciata con conseguenti cadute e ricadute in giro  per l’Italia e di conseguenza pronto soccorso intasati.  Alcuni anni fa,  di ritorno dalla provincia di Cuneo, in treno,  leggevo sulla Stampa,  in prima pagina,  il ritorno della galaverna. Era il 2008? Probabile. Strani “fenomeni”. Ora di ritorno esiste il freddo e il gelo. E di ritorno c’è  stato anche quello sui banchi di scuola e sulla cattedra,  anzi,  dietro,  e numeri alla mano e tabelloni a segnare il confine geografico tra trimestre e pentamestre.  Solo pochi giorni fa era la tombola. Fortuna che non e’ il “giudizio finale”. E in una Torino gelata non ci si è  fatta mancare una uscita didattica presso la “Piccola casa della divina Provvidenza” (Cottolengo) e Valdocco.  Cura e educazione,  oratorio,  istruzione.  Con attenzione al prossimo. Con sottofondo “La cura” di Battiato. La Mole, oltre Porta Palazzo,  immersi tra una grandissima umanita’. metto le cuffie e risento la cura… brrrr che bella,  e brrrr che freddo…

Canto, Canti e Fontamara

Dopo aver ultimato la lettura di “Canto di Natale” eccomi tra le nebbie,  il gelo e le ultime ore di “Luci d’Artista” alla ricerca di una libreria torinese per i “Canti Orifici” di Dino Campana. Mi interessa rientrare subito a “Faenza” e la sua atmosfera prima che i ricordi si diradino,  come le nebbie. Anche se,  ne dubito fortemente. E certamente non mi sono privato  della piacevole lettura in  loco,  cioe’ all’interno della stessa libreria. In serata,  ultimato “Fontamara” di  Ignazio Solone,  con la bellissima lettura delle gesta di Berardo Viola,  protagonista e artefice  insieme ai “cafoni”di Fontamara di una scintilla di ribellione ai soprusi e le torture del regime fascista. Il libro mi catapulta ad una estate lontanissima,  quando cilndolando sotto l’ombrellone,  A. mi raccontava i suoi,  molti libri,  letti e studiati,  e io,  stando zitto ai suoi,  rispondevo poco ai miei. Sarà  la neve che in queste ore scende copiosa sulla spiaggia di Torre Lapillo esattamente dove la “miciagnese” A.  mi raccontava  Fontamara. Un evento,  la dolcezza della neve,  che ha riaperto ulteriormente l’interesse per  questo libro ripirtandomi per alcuni istsnti sotto quell’ombrellone,   con uno scarto di anni che non hanno cancellato la  dolcissima voce raccontarlo in una caldissima estate.

“Interessanti” o curiosi i nomi dei personaggi quali don Circostanza,  il cav. Pazienza,  il buon Ladrone,  don Abbacchio,  il cav. Pelino e il linguaggio di chi,  con due nozioni riesce a fregare povera gente con “tre quarti e tre quarti”,  rifetito all’unico corso d’acqua che affamera’ i contadini a vantaggio dell’Impresario (altro personaggio privo di scrupoli), e l’uso di un “dieci lustri” per nascondere l’entita’ del tempo e della ruberia del corso d’acqua da parte dei piu forti perche’ ricchi, (rendendo i cafoni non solo affamati) e  rendere cosi arida e assetata la terra;  e fondamentale risulta la figura dell’amore di Elvira per Berardo… e che amore…

Un bel libro,  come sempre alla ricerca di suggerimenti per gli studenti,  un po’ come avviene per i “consigli per gli annunci”. Fontamara,  lettura seguita a distanza di mesi di “Vino e pane”. Ma come spesso capita,  ultimato un testo,  è  “La Storia” Di Elsa Morante a richiamarmi puntualmente.

Giulia, la sua calza e Giuseppe il veneziano

  • torino-6-1-2017-foto-borrelli-romanoNella calza della Befana,  Torino ha trovato numeri in grande,  e cosi, tutti in coda,  alla grande,  chi a guardare,  chi a comprare,  chi a sognare: 50-70 per cento. I saldi son tornati. I soldi,  mica tanto.  Quelli spesi (chi li aveva faticosamente  risparmiati e negli anni attinto) e quelli no,  perche’ semplicemente mai entrati. Spesso i conti non tornano. Numeri da tombola. Quanto sarà la spesa media per ciascun torinese? 100-200 euro, ma molto… dipende. Dal gelo,  che picchia l’economia ed è  pungente da un po’ su quasi tutto il territorio nazionale.  Imperversano freddo, neve e ghiaccio e i soldi non sono molti. L’ultimo giorno di vacanza ha conosciuto il suo dolce e qualche fortunato avra’ avuto il giusto premio con la sua fava. Calza dolce e dolce far niente   “consumato” comodamente nella lettura del libro “Canto di Natale”,  scritto da Charles Dickens,  in previsione del “rientro”. Fantasma,  spettri,  Natale del passato,  del presente e del futuro. Un viaggio,  librati sulle miserie umane,  dove le lontananze dall’ascolto, dall’ empatia,  dalla simpatia umana, solidarieta’,  sincerita’,  generosita’ appaiono ancora piu evidenti e gli uomini distanti. Concentrati su di se’ fino alla possibile redenzione. Un bellissimo libro,  di condanna e di speranza. Di condanna all’egoismo,  avarizia,  individualismo. Speranza di un cambiamento. Di redenzione. Di viaggio. Di meraviglia che poi è  il saper rinascere ogni giorno davanti ad ogni bellezza.  Un mondo diverso è  possibile,  insomma. Quattro passi fino alla fermata metro Principi D’Acaja,  dove una Giulia ha affisso un biglietto indirizzato ad un tal Giuseppe di Venezia.  Il biglietto ha inoltre un disegno,  una gondola,  che “trasporta la richiesta” di un incontro. Possibile. Anche Giulia sulla gondola dei sentimenti lancia e rilancia  un Sos:tutti i mesi in un quel giorno sara’ in tal posto. È  una nuova riedizione della storia di Diego e Marilisa? Allora porgo un assist al quotidiano torinese chiedendo di occuparsi della storia: chissà  se questo incontro andrà  in porto. Anche Giulia nella sua calza torinese vorrebbe trovare un veneziano: Giuseppe. Nuovi “canti di Natale”,  presenti e futuri,  viaggiano in metro.

Firenze-Faenza -Bologna

firenze-foto-borrelli-romanoLasciata Firenze,  le sue meraviglie e bellezze,  la destinazione e’ Faenza. 100 km di strada ferrata e “quasi mare di colline” e oceano di alberi spogliati e senza parrucca bianca,  separano il capoluogo fiorentino con la citta’ romagnola,  adagiata  quasi al confine con la Toscana. A meta’ strada,  un saluto al luogo natio di Dino, (Campana)  a quello dell’amore sui con Sibilla,  alle rose e al loro “viaggio chiamavano amore”.  E uno sguardo quindi al contenitore di tutto cio’: Marradi,  terra di sagre e di castagne (tutte le domeniche di ottobre).  Un’ultima occhiata a qualche documento,  la’ dove studio’ il grande Dino Campana (presso i Salesiani),  Istituto non piu’ dei Salesiani e un altro a quel che resta dell’edificio  in via di ristrutturazione.  faenza-3-1-2017-sales-d-bosco-foto-borrelli-romanoSuperato il portone di un antico e nobile palazzo,  l’atrio,  ecco a sinistra una “manica” dove sono collocate  aule,  forse luighi per corsi universitari,  forse logopedia.  Numerose targhe ne ricordano il direttore e i benefattori e ovviamente,  il passaggio di Dino Campanafaenza-3-1-2017-foto-borrelli-romano. All’interno del palazzo si apre uno di quei cortili cosi tanto simili ai  quelli salesiani,  fondamentali nella pedagogia di don Bosco20170102_171259 20170103_211935. A chiedere che ne è  stato di tutto cio’ alcuni ne sanno davvero ben poco.  Un gruppo di ragazzi si ritrova tutte le sere,  nel cortile,  un ritrovo, forse ignari di chi era don Bosco. Faenza e’ una bellissima cittadina dotata di  una stupenda piazza,  “Del Popolo”,  colorata al suono di una musica;  un loggiato,  un Duomo,  Cattedrale,  20170102_171259del 1400 (iniziata nel 1474 e terminata nel 1515)circa,  il cui vescovo è  Monsignor Mario Toso.  faenza-3-1-2017-foto-romano-borrelliUna scalinata,  una fontana ed un albero di Natale separano quello della piazza.   faenza-3-1-2017-foto-borrelli-romanofaenza-3-1-2017-foto-romano-borrellifaenza-3-genn-2017-foto-borrelli-romanoUna staffa di cavallo con due porticati e tanti localini uno piu bello dell’altro. Il freddo e’ pungente e nella nebbia ci si perde. Nebbia fitta e luci e dolci melodie si spandono nel centro cittadino. Su molti scalini che dividono porticato e loggiato sostano elfi e babbi natale. A sera la piazza del mercato e’ un posteggio con macchine in sosta per chi ha deciso di consumare la serata in citta’,  in centro,  scegliendo tra uno dei molti  locali aperti.  Al mattino,  prima di riprendere la strada verso Bologna,  non mi faccio mancare una buonissima colazione presso il bar Rossini,  gia’ testato in precedenza. Le ragazze del bar  sono affabili e professionali. Il locale e’ animato,  pur essendo passate da poco le 7 del mattino. Sul bancone fanno sfoggio paste che si presentano davvero buone. 20170103_081830Il cappuccino è  servito in un tazzone enorme che andrebbe bene per due clienti.  Sui tavolini,  ogni tipo di quotidiano aspetta per diffondere a moltitudini di mani le voci del giorno ptima. La Voce e’ uno di questi. Due chioschi di giornali distribuiscono alcune copie di quotidiani a clienti appena arrivati li in bici. Dopo aver pagato e scambiato qualche parola con i giornalai, le bici si perdono,  tra le stradine di questa graziosa cittadina. Ma per perdersi,  qui, basta davvero poco. Nebbia. faenza-3-1-2017-foto-romano-borrelliTutto è  famigliare e i rapporti cordiali;  animano il centro rare persone a piedi che recuperano il centro della piazza per buttare l’occhio a terra dove luci di ogni colore disegnano chissà  cosa di speciale,  per poi sparire alla mia vista, verso la lunga via Mazzini,  la direttrice che avvicina alla stazione.faenzs-2-1-2017-borrelli-romano-foto20170102_170711 La stazione e’ al fondo del viale,  subito dopo l’Istituto di ceramica. Il mio treno e’ annunciato. Bologna e’ li che aspetta,  come sempre. Faenza e’ bellissima. Ci tornero’. Peccato che l’Istituto Salesiano non esista piu’ dal 1999… Faenza,  anni fa la abbinavo ad un treno,  una canzone,  un viso di una cantante timida,  giovsne,  una maturanda,  degli anni ’90,  la Pausini. Ora so che Faenza e’ davvero tantissimo. Molto. Faenza e’.. 20170104_084128bologna-4-1-2017-foto-romano-borrelli

Firenze. Cimabue, Giotto, Donatello…

20170103_104940 firenze-3-1-2017-foto-borrelli-romanoA Firenze,  il  gennaio,  il freddo e’ pungente,  ma il cielo e’ chiaro. Il vento è  forte e fastidioso,  ma le piogge,  probabilmente,  saranno passate sul versante romagnolo. O chissa’. Come che sia,  sono qui,  libri alla mano,  in attesa. E i gradini da scalare sono molti. Non importa. La coda,  formatasi in attesa davanti ai monumenti,  da visitare, studiare,  fotografare e’ in religioso silenzio e in attesa di una “celeste apparizione”.  Siamo in una lenta processione,  come in attesa (non me ne voglia nessuno) di una Santa Eucarestia. Difatti, sul lato opposto,  (quale lato effettivamente non so),  “al dado” le formelle,  rimandano e restituiscono ai “doni” dei Sacramenti”.  Sul lato Est mi perdo e mi ritrovo tra un Isacco,  la navigazione e altro ancora. Gia’ perché davanti a tanta bellezza è  davvero gioia allo stato puro.  Come un incontro tra due innamorati. L’attesa e poi l’abbraccio,  sciolto,  in tantissime emozioni dalle sfumature piu svariate. Il 20170103_114205campanile di Giotto,  (un dado, solo), e tutto il resto  sono da scalare20170103_112845. Quest’anno, ( scolastico ) di meraviglie di Giotto ne ho collezionate davveroun bel po’.  “Restituite”,  ovviamente,  in svariate forme, agli studenti. Un pochino per volta,  gradino dopo gradino,  eccomi in “cielo”. Il fatto,  questo evento, rimanda a memoria le scalate di alcuni campanili torinesi,  quando in uscita didattica con una classe del mio Istituto,  ne anticipai le possibili emozioni. Fatto. firenze-3-1-2017-foto-borrelli-romanoUna foto,  anche io a testimonianza dell’evento,  e vedere cosi l’effetto che fa20170103_113507. “Vengo anche io” avrebbe cantato il medico Jannacci. Ecco,  Firenze e’ ai piedi di molti. Anche i miei. Poi è  la volta della cupola del Duomo. E poi… piazza della Signoria,  Ponte Vecchio, Santa Croce20170103_142533 firenze-santa-croce-3-1-2017-borrelli-romano-foto… per Cimabue,  Giotto,  Donatello…firenze-santa-croce-giotto-foto-borrelli-romano20170103_134152Giotto si inserisce all’interno di una “galleria” personale che continua e continuera’,  risorse permettendo. Cimabue ed il Crocifissofirenze-cimabue-foto-borrelli-romano20170103_134401 mi rimandano a pagine di storia,  studiata con grande passione, ai giorni tremendi dell’alluvione,  il 1966 e la “Meglio Gioventu”. Il film,  la storia,  l’alluvione.

Firenze-Marradi-Faenza

firenze-2-1-2017-foto-borrelli-romanoTempo ne abbiamo? Voglia ne abbiamo? Colori e penne? Poesiafirenze-duomo-2-1-2017-foto-borrelli-romano. firenze-2-1-2017-foto-borrelli-romanoE amore per l’arte? Si. Ma non ci basta. E così…via sul treno. 8. 20. Torino Porta Susa e… bla bla bla… Prima mi dirigo a  Firenze. Prima di Bologna il controllore mi fa notare di aver preso il treno sbagliato. Di 8 minuti. Stesso treno,  identico prezzo,  solo che il mio avrebbe dovuto essere quello successivo. Comprende la mia buona fede e mi risparmia multa e sovraprezzo.  Scendo a Bologna per salire 8 minuti dopo su quello per Firenze.  Potrebbe essere un “bis” come li chiamavano un tempo. Banchina. Il tempo per sorbirsi il fine viaggio di un lui e l’abbraccio di una lei con i vestiti di capodanno che avrebbe messo se ci fosse stato lui. Ma,  quei vestiti “li indossa ora e ora e’ il loto capodanno”.  Segni particolari: Bellissima. Caschetto,  frangetta,  piccolo neo a ridosso del nasino e  quintali d’amore. E a questo punto parte l’applauso del binario 18 di Bologna A. V.  Un incontro bellissimo. Un’attesa stupenda. A Firenze diluvia. Non importa. Coda. Biglietto,  15 euro,  Battistero,  Duomo,  Torre… Diluvia. Non importa.  Stazione. Treno.  Ancora. Non importa. Tempo ne abbiamo? Treno. Quello di…  Dante…. Era anni che volevo ripercorrere la strada ferrata sull’Appennino. La strada e storia  di un grande viaggio che lo chiamavano amore,  con tante spine e tante rose. Le loro,  le nostre. Dino Campana e Sibilla Aleramo. marradi-2-1-2017-foto-borrelli-romanomarradi-2-genn-2017-foto-borrelli-romanomarradi-2-1-2017-foto-borrelli-romanomarradi-2-1-2017-foto-romano-borrellimarradi-foto-borrelli-romano-2-1-2017A Marradi fa freddo. Le castagne d’ottobre sono terminate e pure le sagre. Ma non importa. Giacche ne abbiamo.Abbiamo voglia di sapere qualcosa di più del “Matt”,  leggere le sue poesie e carte. Immergerci in questa realtà. Un mare di alberi. E dopo averlo fatto,  via,  verso Ravenna,  passando da faenzs-2-1-2017-borrelli-romano-fotofaenza-2-1-2017-foto-borrelli-romanoFaenza. I monti,  le colline di allontanano… le nuvoleil cielo,  pare di vedere il mare. Ma e’ la sensazione. Strani amori…  si. Ma come era bella quella frangia… Un viaggio chiamato amore….