Mi trovavo a Porta Nuova, questa mattina, a cavallo tra questa ed il primo pomeriggio; ero stato appena espulso dalle porte di un bus rumoreggianti come “sparo ad aria compressa”, prima di farmi ingoiare da un atrio di due stazioni a matrioska, qiella dei treni e quella della metro
; l’hotel Roma da una parte, alle spalle, le mie, la porta della stazione davanti, come “te”; mi son fatto piccolo, come richiede la porticina, invaso da una musica, piacevole, di tasti, di testi, di piano e di forte, e spalle e orecchie, e musica per le mie, e tu, dentro una nota, dentro una testa, la mia…cosi piccola e fragile… piacevole cominciare la giornata con Amy…Avrei voluto restare, sotto il tabellone, dentro la musica, lasciarmi assorbire da tutto, inseguendo il presente, immaginando il futuro.
Emozionante articolo che intercetta Pavese ed Amy.Cesare Pavese poi….stupendo autore.
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