Torino 24 settembre 2016. Piazza Castello, Piazza San Carlo, il Valentino e oltre e altro. Una giornata tra gli stands diffusi di Terra Madre, tra Presidi, Regioni d’Italia e mondo, gusto, gusti, biodiversita’, camminando tra “casupole” bianche, tra 7 mila delegati provenienti da 143 Paesi Diversi. E’ l’ONU dei popoli della terra, agricoltori, allevatori, pescatori. E’ una bella manifestazione diffusa. Riuscita. Un assaggio qui, uno li, semi, prodotti e costumi che si incrociano e una Babele di lingue che comunica. È tutto semplicemente bello. Anche… Aspettando l’ultimo bus… o.. “waiting… for the last bus”
Anche io ho voluto partecipare a questa festa compiendo il tragitto da Palazzo Esposizioni ai Murazzi che costeggiano il Po passando per il Valentino fino ad arrivare a Porta Nuova per immettersi nel “fiume” umano che da Piazza San Carlo confluisce in piazza Castello attraversando via Roma. Non ho visto semplicemente un ghiottone curioso ma migliaia, fermarsi ad assaggiare, si, molecole o atomi di prodotti. Poi si, i banconi degli stand provvedevano alle degustazioni e non saprei dire se tanto o poco di prodotto o tanto o poco di costo. Certo trovarsi pezzi di un’ Italia che riceve identita’ col cibo è un’esperienza unica. Notevole. E certo anche vesti e turbanti e pensa gli al collo e pettorina “volonteer” e “delegate” fino alle “sentinelle dei rifiuti”. Profumi poi, non ne parliamo: “fermiamoci e dolcemente” accumuliamo panzerotti pugliesi (che mi ricordano tanto Giovinazzo), formaggi, prosciuttidi ogni tipo, pomodori, baccalà, alici, la tigella e olio di ogni tipo. Punto. O forse punto a capo o meglio i due punti che continuano l’elenco. Poi ognuno come desidera: a piedi, in navetta gratuita o ” Tobike”.