Macchina da cucire

S.Donaci, Br.19 8 2016 foto Romano BorrelliOlimpiadi,  la premiazione,  le medaglie,   l’inno e la luna piena. Le ragazze della pallanuoto guardano il loro argento. Sono tutte belle, queste ragazze, mentre guardano incredule le loro medaglie penzolare al collo. Sette… bellezze. Impresa d’argento dietro Usa e davanti alla Russia. Pesano,  si. Le medaglie. Eccome. Lo stesso podio da dove erano scese alcuni anni fa. Dodici.  Qui, invece, in Salento,  la macchina da cucire,  una Singer,  che chissa’ quante storie potrebbe raccontare. Solo parlasse. Invece… “trutrutrutru”… e via come un treno su stoffe di varia fattura.  Pedale,  imbastire,  cassetto,  cinghia,  maestra,  allievi/e.  Anni. E a partire dagli anni storie da cucire… scusate… scrivere. Guardare,  vedere,  osservare. Anni:  56-68-73-… Cerniere. Ma non ora. E’ terminato il filo… del discorso. La premiazione è  in corso… La ragazza di Jesi (ah come e’ bella questa… citta’)se la guarda e riguarda,  come le altre…la medaglia. La Singer della nonna o bisnonna e poi mamma: l’unica corsa “trutrutrutru… ” cerniere. Cerniere tra persone….

10 pensieri riguardo “Macchina da cucire”

  1. Tutte le nostre nonne avevano o sognavano una Singer, le storie che stanno dietro ai loro rammendi ce le portiamo cucite addosso e ogni tanto tornano a galla come se il filo si fosse attorcigliato in uno strano nodo da sciogliere.

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    1. Hai pienamente ragione. Di tanto in tanto tornano, affiorano, ma mai un gesto col la mano per allontanarlo. Anzi. È bellissimo accoglierli e cercare di focalizzarsi meglio e quando ciò avviene si allarga il contorno e rivivono altre persone, oggetti con cui parliamo.
      Un abbraccio e grazie per il contributo.

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  2. Per tutte quelle donne che hanno fatto del bricolage il proprio sport non ci sono gare, non ci sono medaglie e non c’è nemmeno considerazione e valorizzazione. Anni fa si vedevano molte nei mercatini artigianali ma adesso nemmeno vengono più perchè tanto non vendono niente. Adesso sono di più gli stand enogastronomici e basta.

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    1. Sai, ogni volta che entro in casa dei nonni materni mi emoziona il fatto di vederla e che intorno ad essa si siano formate tantissime sarte. Ogni tanto mia madre la mette in funzione e quei pedali rappresentano un po’ un nastro che torna indietro e srotola storie e vite
      Rivedere questa Singer in un luogo, trasformato, ovviamente, da laboratorio a qualcosa d’ altro accende i ricordi di mia madre. Il sapere, che si tramandava davanti al lavoro…
      ora è un pochino diverso ma sono sicuro che tanti lavori torneranno così come ora c’è il ritorno… “alla campagna”.
      ciao e grazie

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  3. Lo sai Romano che io ho quella macchina da cucire, e’ di mia suocera, quanto lavoro ha fatto, vestiva tutti i suoi cari e lavorava per gli altri, e’ ancora bellissima e ben tenuta, un abbraccio grande, buon weekend, 🙂

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  4. Si. vero. Lavoravano eccome. Oggi quasi più nessuno va dalla sarta. O dal sarto. Anche se, ad essere onesto, i sarti erano una piccola percentuale. Era un bel lavoro, vedere i manichini, l’imbastire, il cotone, il gesso…. ma chi se lo ricorda più il gesso da tracciare sulle stoffe? E poi quell’odore particolare, mai fastidioso. Si creava e parecchio. E la carta? Quella velina? La cinghia, l’olio. Quanto ricordi… belli. Anzi. Bellissimi.
    grazie del contributo, un abbraccio.

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  5. Caro Romano, ci riporti tutte alle storie di famiglia. Anche la mia dolce mamma aveva una Singer (non a pedale) e l’ha usata tantissimo. Io facevo i modelli e imbastivo…poi lei cuciva e realizzava i miei sogni. Ora la sua macchina, che a casa da me è inutilizzata, ho pensato di regalarla alla figlia di Marina, una mia amica, che ha apero un laboratorio di sartoria vicino a Torino. Così “lei” si sentirà di nuovo viva!

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  6. E’ una bellissima macchina da cucire.Ho provato a chiedere a chi ne sa il valore e mi è stato detto che vale.Potrebbe essere fine anni 30 inizio 40 ma oltre questo è interessante il motivo di discussione e pensiero che con il tuo post hai creato.Vecchi lavori e saperi di un tempo che andrebbero ripresi.E’ stato davvero interessante.
    Complimenti e doppi per tenere vivo giornalmente il blog.

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  7. Grazie. È un divertimento scriverci e si che mi piacerebbe anche su carta stampata. Chissa’. La macchina da cucire mi ricorda tanto e molto e ci tornerò su a scriverci. Il valore non so proprio e non ci ho mai pensato. Si, Morante come la zia… La storia. Bhe’ un pensiero a Laura. E auguri.

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