Dalla collina o “il monte” come lo chiamano quaggiu, che poi e’ zona Belvedere, la fila di macchine proveniente dall’entroterra pare un lunghissimo serpente che si snoda, direzione spiaggia, libera o in concessione. Al solo pensiero di quanti “attrezzi” siano contenuti in quegli abitacoli di macchine (palette, secchielli, rastelli… ) si capiscono i perche’ e i per come le costruzioni siano arrivate fino ai piedi del mare frenando così sabbia e spiaggia libere. Oramai. “Cosa resterà di questi anni ’80”? cantava Raf. Ebbene, ecco. O cosa non restera’. In ogni caso abbiamo i Pokemon e i 200 volte al giorno in cui guardiamo il cellulare mentre il buongiorno e il buonasera “chissa’ dove e'” o chissa’ dove sono, cantava Vasco Rossi.
In uno dei tanti stabilimenti si canta e si balla al ritmo di Cecchetto e tutti cantano “ballare, mangiare, dormire… “. Tempi che cambiano. Il tempo mette in prospettiva persone, personaggi, cose e ricordi e anziché ombrati ai nostri occhi divengono più nitidi. Nonostante la luce obliqua infinita. Il mondo cambia e così il modo con cui si rileggono le cose andate, passate, finite o quasi. Ma anche no, forse. Pero’ ci sono anche le cose bellissime, da fare, da ricordare. Le sagre, il vino e Laura, birra. Perdon, l’apostrofo. Artigianale e salentina. Bhe’ ora un bagno si rende necessario, tra danzatori d’acqua, nuotatori di professione e campionati mondiali di racchettoni permettendo. Poi, finalmente il mare. Grande bellezza.