Perugia, buongiorno

Perugia,  buongiorno! 'Perugia'.30 7 2016 foto Borrelli RomanoPer amare veramente una città  “non deve essere madre ma amante” scriveva Pavese. Così scriveva Cesare Pavese sul suo diario;  Pavese,   langarolo doc e innamorato del capoluogo torinese con i suoi km di portici,  ideale per passeggiare in qualsiasi condizione atmosferica. Cosi leggiucchiavo tra le mazzette dei vari quotidiani presenti  ieri su uno dei tantissimi tavolini, in uno dei bar perugini,  dalle parti dell’Università . E allora amiamola questa benedetta citta’,  afosa ma insieme opera d’arte,  musica,  da ascoltare e citta’ ancora da leggete con libri da scambiarsi. Ora,  il capitolo  di questo viaggio volge quasi al termine. Ma momentaneamente. Certo non si finisce mai di conoscere una persona,  una cosa, una  città come una  disciplina ma Perugia mi è  decisamente piaciuta. Fin da subito.  E molto anche. È  davvero una città  giovane. Universitaria e universale. In esposizione. Le cose che mi  resteranno dentro  sono tantissime (e certo ho già  messo in conto un ritorno) ma oggi  per questo blog mi soffermero’ sulla descrizione di cose… “perugine” nel senso  di… più… leggere.  In parte (bacio,  scritta muraria,  bici). Come la sua metro,  appunto (Fontivegge,  stazione ferroviaria,  Cupa,  destinazione),  29 7 2016 Perugia foto Borrelli RomanoPerugia.29 7 2016 foto Romano Borrelli. Estate,  “aperta per amori” fin dall’adolescenza,  con l’affiorare della soglia del desiderio e quindi,  tempo di baci e bacio che non sia il classico,  al cioccolato. Perugia 30 7 2016.Borrelli Romano fotoE quando l’amore cresce qualcuno trova anche tempo e modo di dirlo apertamente  e scriverlo gridandolo sui muri cittadini che poi l’amore è  vita e altro non si possiede (“ha” nelle intenzioni dell’autore,  frase però  già  brevettata e cantata nelle Chiese). Perugia.30 7 2016 foto Romano BorrelliE quando “l’amore c’è ” o è  ci si mobilità. Tutti.  E’ l’elogio della mobilita’. In bici, in due senza mani,   parcheggiandola poi chissà  dove,  anche sul muro se necessario. Perugia 30 luglio2016.Borrelli Romano fotoE se poi non fossero disponibile,  bici e muro,  bhe’,   in fatto di mobilità  qui la sanno lunga anche se in… “mini”. Perugia; 30 7 2016 foto, Borrelli RomanoPerugia 30 7 2016 foto Botrelli RomanoPerugia è  davvero giovane ed il titolo lo merita tutto. Quale? Capitale italiana dei giovani 2016. Perugia.29 7 2016.Borrelli Romano, fotoA parte questo e’qui presente una importantissima e conosciutissima Universita’ per stranieri. E poi qui davvero  tutto potrebbe essere arte. Vederla e metterla da parte. Perugia 30 -7-2016, Borrelli Romano fotoE ascoltarla,  perché  qui è  musica dolcePerugia foto Borrelli Romano. Molto. Perugia.30 7 2016 Borrelli Romano fotoAnche Perugia,  la bella statuina della fontana ci ricorda l’importanza delle arti. E anche la lettura fa la sua parte o due. O in due. E poi,  non e’ questa la patria di Sandro Penna? E poi,  qui,  il tempo è  nostro. Dimentichiamoci l’orologio. 20160730_115433 Perugia 30 7 2016,foto Borrelli RomanoE allora,  che dire? Buon viaggio e… visitate Perugia. 20160730_201427Ora colazione… giornali. E… andare. Ultimissima cosa. Qui a Perugia… Perugia 30 7 2016 foto Borrelli Romano31 7 2016 Perugia foto Borrelli Romano
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Perugia

20160730_09094820160730_091020Perugia 20160730_120515batte Roma. In fatto di caldo!Perugia 30 7 2016 foto Borrelli Romano. 20160730_083521Dunque oltre le foto,  alcune,  le postero’in seguito,  dopo aver visitato nell’ordine visita alla Galleria Nazionale dell’Umbria,  per vedere il “Perugino” la sua scuola e…. oltre,  Cattedrale con annessi e connessi,  Fontana e architettura.  Questo almeno dopo una abbondante colazione al caffè  Fortebraccio. 20160730_093802Ah,  qui le bustine di zucchero sono riposte in una tazza sul bancone   ed hanno sull’estrno,  diversamente da come capita per le frasi dei bacetti perugina. Intuibile facilmente il perche’. Cosa mi sara’ mai capitato nella mia? “Mi sono buttato dentro di te come fossi stato,  all’improvviso,  spintonato” (A. Pazienza). “Santa pazienza”,  esclamo io . La apro,  verso il contenuto nella tazza del cappuccino,  mescolo “bene-bene”e bevo,  meglio,  “sorbisco”.  Esco dal bar,  e cerco l’edicola,  per una antica abitudine di comprare e informarmi dai  giornali locali, la realtà  territoriale in cui vivo,  anche solo per pochi giorni: “ecco signore, il  Corriere dell’Umbria”, e l’edicolante mi allunga il quotidiano20160730_124126.  Perugia Cattedrale 30 7 2016 foto Borrelli RomanoLa Cattedrale è  qui a… una decina di gradini. Ci entro.A sinistra,  entrando,  all’incirca a metà  della Cattedrale,   la lunetta di Giannicola Di Paolo (Cristo risorto) e appena dotto la Vergine che implora Cristo nel salvare il popolo perugino implorante (1500 circa). Vedre in alto post del blog. Una visita attenta (e’ stupenda) e… poi il “Perugino”  e il suo allievo Giannicola Di Paolo,  con affresco della Madonna Della Grazia del XVI secolo racchiuso in un tabernacolo neogotico con cornice dorata del 1800 circa (lato destro entrando). Perugia catt.30 7 2016 foto Borrelli RomanoPerugia,30 7 2016 foto Borrelli Romanoper  una buona oretta Perugia, 30 7 2016 foto Borrelli Romanoconcentrato solo sulla fontana e suoi significati per cercare di interpretarla,  individuare personaggi e storie e mesi e cicli della natura e  raccolte varie. E poi trovare la bellissima “Perugia”… 20160730_082925nella seconda fontana. La Fontana Maggiore e’ uno dei principali monumenti di Perugia databile intorno al 1275-1278 costruita da Nicola e Giovanni Pisano. Si trova in fondo al corso principale,  in piazza IV Novembre. Corso che di sera si trasforma in un flusso continio di ragazz*  direzione fontana,  scalini della cattedrale,  piazze varie,  piccole pizzrtie al taglio lungo il braccio sinistro e il corso parallelo.  Corso che presenta al suo centro,  meglio,  pancia,  un grumo  di locali raffinati che rappresentano la tentazioni di quanti la propria pancia dovranno pur calmarla. La fontana  fu progettata in stile gotico e rovinata dal terremoto del 1348. E’ stata realizzata in pietra d’Assisi e la mia attenzione-su di essa consisteva nel sottoporre a verifica  le mie conoscenze sui 50 bassorilievi e 24 statue con cui dono state ornate le due vasche. Onestamente poche,  pochine, quelle di mia conoscenza. Nella vasca inferiore sono rappresentati i mesi dell’anno e i segni zodiacali e scene di tradizione agraria feudale e po20160730_082734i arti liberali e personaggi biblici: San Pietro,  San Paolo,  San Lorenzo,  Davide,  Salomone,  Mosè… Poi Università  e musica,  arti,  retorica.. . E qui fiorisce in ogni dove. Nei pressi di un oratorio tra chissà  quali scale “metriche” e non solo e “archi” sono stato invitato ad ascoltare Mozart e per uno che non ne capisce nulla… bellissimo! Poi, un salto presso l’ Università  e circa diecimila gradini e qualche centinaio di archi30 7 2016, Perugia.Borrelli Romano fotoPerugia.30 7 2016 foto Borrelli RomanoPerugia.30 7 2016 foto, Romano Borrelli. Ancora una volta Nel pomeriggio…. Assisi. Una Audioguida e vai con Giotto! Assisi 30 7 2016 foto Romano BorrelliAssisi 30 7 2016 foto Romano BorrelliAssisi 30 7 2016 foto Borrelli Romano

 

A Perugia

Perugia.29 7 2016.Romano Borrelli fotoPer molto tempo ho abbinato il nome di questa bellissima città umbra,  PerugiaPerugia 29 7 2016Perugia 29 7 2016 foto Borrelli Romano,  alle caramelle. Poi,  crescendo,  ai baci,  commistione baci-baci,  quelli di cioccolata scambiati dopo i” baci-baci” e subito aver staccato labbra e scartato la prelibatezza a leggerne le cartine, quei micro temi di 4 parole che cullano il buonissimo cioccolatino.  Senza disperderlo perche’ poi doveva essere attaccato sul diario di scuola! Poi lo legai alla cioccolata più  consistente,  in tutte le sue forme e alla manifestazione successiva organizzata dal comune in suo e loro onore,  quando Torino,  verso la fine degli anni 90  cominciò  ad “organizzarla” per… Perugia!! Un po’ come preparo’ radio e tv per Roma e la moda per Firenze. E il libro per Milano. Ancora cominciai ad abbinare il nome della città  ad uno spareggio calcistico  Torino-Perugia,  poi all’Università,  belle ragazze belle donne… nel 2016 ai giovani (Perugia capitale italiana giovani 2016)Perugia.29 7 2016.Borrelli Romano, fotoe oggi alle scale20160729_15365920160729_153636!!! Quante ne avro’ fatte?Boh! Fortunatamente esiste un metro’ leggero che è  una cosa spaziale ed evita così di andare in affanno.  Un figata! L’ho provato il mini metro’ o “capsule” senza pilota e così le centinaia di gradini. Data la vicinanza ad Assisi una toccata e fuga,  e Giotto stavolta non è  scappato dalle pareti.  Avrò  modo per scriverne.  Non ora pero’ che le gambe sono chissà  dove!  Perugia di sera è  uno spettacolo. E a proposito di spettacolo  non mi faccio scappare una bella orchestra

e bellissimi panorami

 

. Una bella suonata e… buonanotte!  Perugia….by  nightPerugia.29 7 2016.foto Romano BorrelliPerugia 29 7 2016 foto Romano BorrelliPerugia.29 7 2016.Borrelli Romano foto

Firenze

Firenze 29 7 2016. Foto Borrelli RomanoEra da un po’  che mancavo da Firenze. 12 anni? Troppi. Molti. Forse a ripensarci bene 10. La data e’ potrebbe essere quasi giusta. Cosa mi portava qui? I concerti dei Nomadi,  la politica, il festeggiamento della tesi,  un cambio treno per Pisa o la Garfagnana o verso Roma. Forse. E così stamattina freccia direzione “Fire”!  come usa dire qualcuno. 20160729_082912Nel tragitto del treno Torino Firenze,  tre ore di viaggio,  non mi son fatto mancare le mazzette dei giornali,  come d’abitudine,  sia che parta,  sia no,  e un buon libro. E facciamo pure due. La cronaca induce un’attenta riflessione sullo sdoppiamento della fiera o salone del libro. Le viaggiatrici,  altra riflessione. Riflessioni sul viaggio del Salone del libro che resta a Torino e più  “leggero”,  forse,  sdoppiato in “LeggeRho” ma divenendo cosi altra cosa. In ogni caso,  la trentesima  edizione del salone del libro si terrà  a Torino. Come e in che forme vedremo. Ma non vorrei parlare di questo ma di un altro argomento: cosa metteranno mai le donne in quei valigioni con rotelle che si incastrano tra un sedile e l’altro causando un ingorgo lungo il corridoio dei treni. A quel punto scattano le occhiate al biglietto e poi quelle fra maschi che cominciano a chiedersi di chi sarà  la volta.  Succede che  poi,  velocemente inquadrano un uomo che a sua vola inquadra la donna e senza sapere bene da chi parta la richiesta l’uomo si trova tra le braccia… il valigione mentre da sotto il coro femminile diviene più  forte:”più  su,  ecco,  a destra,  a sinistra” e naturalmente avendo spostato di qualche millimetro altro borsone ovali gia,  partono veloci i cori di allineamento”. Poi,  mentre chi è  seduto recupera respiro prova a chiedere con fiducia e speranza a chi e’ ancora in atto di trasloco:”scusi,  dove scende? “Ecco,  sarei molto interessato a saperlo,  così, per un racconto futuro. Scarpe? Trucchi? Magliettine di ogni tipo? Bho!

Ps. Il Duomo è  davverostupendo. A pensarci bene i dieci anni di assenza forse valgono doppio. Forse.

Giovanni e la radio

28 7 2016 foto Borrelli RomanoNella” rimessa”l’odore della benzina agricola era forte e nauseabondo.  A terra,  sul pavimento spartano,  una doppia striscia di olio faceva intuire che il trattore era stato posizionato fino al fondo, lasciando cosi pochi centimetri di spazio tra il muso e il muro. Tra l’entrata e il posteriore del trattore un paio di metri buoni permetteva il passaggio ora a destra ora a sinistra dove una porta sempre chiusa collegava questa rimessa col resto della casa. Rigorosamente bianca. Al lato destro del locale  enormi recipienti contenenti orzo e grano e attrezzi da campagna in attesa di qualche altro raccolto. Due sedie ed una finestra. A sinistra recipienti di olio e vino.  E quest’ultimo,  a dire il vero a sentirne l’odore,  molto probabilmente poteva essere aceto. Sul trattore una gallina aveva approfittato del portone aperto e  si era posizionata sul sedile. E covava. Gli odori non si facevano certo mancare tanto che neanche Rocky,  il cane di casa,  aveva piacere a sostare e anche la presenza umana che in quel momento ne registrava l’assenza lasciava le sue tracce con  un cappello di paglia,  pantaloni sfilacciati e camicia a quadrettoni leggera. Un paio di stivali ai piedi di tutto cio’. E poi cestini in vimini intrecciati un pallone bocce e boccino: presenza di qualche ragazzo che ora probabilmente aveva trovato nuovi e più  “attraenti” giochi. Faceva fresco li dentro dove il sole non entrava mai. Negli anni precedenti si raccontava che erano in molti a cercare riparo. Da cosa non e’ mai stato chiarito. Ma il luogo eletto era la sedia con la  radio. Era il periodo delle radio libere.  Una storia dell’estate di 40 anni fa. Adagiata su di una sedia al fianco di un’altra sedia libera. Giovanni,  mezzo cieco,  adagiava la mano sinistra sul bastone e con la destra girava e rigirava la manopola bianca della radio alla ricerca di qualcosa di interessante.  Era impressionato da tutti quei mondi racchiusi in quella scatola. Era felice e quando una musica andava si alzava e accennava passi di danza dall’alto dei suoi 80. Ma non erano passi: in realta’ stava fermo,  cioè. E anche la sua Paglietta  si muoveva sul suo capo calvo. Fino a pochi anni prima si raccontavano nello stesso luogo antiche storie popolari e si cantavano in dialetto canzoni dei tempi andati.  Tata Giuanni era uno spettacolo e un’attrazione per tutti i bimbini del posto che non andavano solo per osservare Giovanni e i suoi movimenti ma soprattutto per ascoltare tutti quei programmi che uscivano dalla scatola inframezzati da tanta pubblicità.   E quel concerto provocato dal movimento di due manopole era una festa libera per tutti. Cioè,   radio libere e commerciali per tutti. Un pensiero oltre a questo racconto è  andato alla stesura di una ricerca,  sul 1976,  RadioBra Onderosse e tutta la sua storia e quella di Carlo Petrini e Azio Citi,  verso Livorno alla ricerca di un… carrarmato americano abbandonato. Poi passarono gli anni insieme alle radio,  ai pretori che chiudevano e riaprivano radio e…  ed il resto lo conosciamo. Ma forse la storia di Giovanni detto “tata” non la conoscevate. Poi passarono altri anni,  5,  e Berlinguer ci disse qualcosa sulla questione morale. Tempo passato o presente?

Dalla radio…. un amore senza fine.

Lecce-Torino

Lecce 10. 55-Torino Porta Nuova 21. 40. Frecciabianca. Lecce.26 7 2016 foto Romano  Borrelli.jpg“Le cose che esistono sono tutte belle”,  così sento dire all’attore principale de “La meglio gioventu”,  cioe’ Luigi Lo Cascio. Un film che racconta 37 anni di storia italiana. Avevo appena posato la chiave di casa sul tavolo da lavoro,  dopo aver aperto e richiuso alle mie spalle la porta,  posato  zaino e zainetto sulla “cassapanca”,  aperto porte interne e  acceso la tv… quando… Torino.26 7 2016 foto Romano BorrelliLa meglio gioventu’ andava in onda per l’ennesima volta ma non importa e non  so e non mi pongo fino in fondo la domanda per quale motivo il film mi piaccia cosi tanto al punto da adorarlo.   Che sia merito di Giorgia una delle protagoniste? Diciamolo: ho sempre avuto un debole per Jasmine Trinca come ho già   scritto più volte per “La stanza del figlio” quando interpretava Irene e ora Giorgia. Un’interpretazione magistrale. Segni particolari,  bellissima anche coi capelli corti.  Che sia Torino? Diciamolo,  alcune scene girate a Torino sono davvero stupende.  Che sia la medicina? Diciamolo,  sono affascinato da quei camici bianchi,  sia dopo,  la specializzazione,  sia prima.  E poi la medicina,  le cure,  la psichiatria…. non so. Interessante.  Non so. Ancora. Adoro il film,  a tutto tondo. E allora tutto fermo,  zaino e zainetto,  luce spenta,  fresco e porte interne aperte,   affondo sul divano,  per vedere quel po’ di film che resta da rivedere. Di tanto in tanto la nenia del treno accumulata fa sobbalzare le mie gambe,  come lo fossi ancora,  su quel treno,  nebbia dolce a scatti per metà  che  mi accompagna mentre sono disteso sul divano,  un po’ come capita alle lucertole che continuano a muoversi… nonostante. E mi fermo per non urtare certe sensibilita’. Terminato il film il cellulare si accende. Un messaggio. In quel preciso istante penso a “Cane”,  personaggio del libro della,  “La femmina nuda” della scrittrice-giornalista Elena Stancanelli.  Roma,  Ostia,  amore malato e molesto. Non e’ lei e neanche Cane e nemmanco quei ricordi del libro da poco ultimato. È  la notizia che  un’amica parte. Direzione Argentina. “Hanno deciso così”,  mi scrive.  Che posso dire? Ci siamo incontrati  e abbiamo avuto modo di conoscerci. Gli altri no. E quindi siamo stati fortunati. Vorrei trovare le parole giuste e frugo nelle tasche del cervello,  in altri addii o saluti,  magari non voluti. Il nostro cervello,  quando decide,  si basa sull’85-90 per cento di quello che ha imparato con l’abitudine.  Ma non trovo altre parole.  “Devo andare. Questione di “obbedienza”. Mi spiacerà  come a tanti altri privarmi della sua amicizia. Un sentimento comune. “Va dove c’è  bisogno”,  dicono. “Vado dove il bisogno chiama”,  dice. Non trovo le parole adatte al conforto se forse ve ne fosse bisogno. Zero parole,  muto. Come nella mattinata di ieri:   dopo aver lasciato zaino e zainetto nel vagone,  posto,  sedile sceso per una boccata d’aria aggiuntiva sulla banchina della stazione. Due passi. Mi allontano. Ricontrollo il biglietto: vagone,  posto,  sedile. Salgo. Non ‘era più nulla. Controllo ricontrollo. Il treno stava per partire. E mentre mi preparavo a dire addio a zaino e zainetto mi accorgo di aver sbagliato vagone. Avevo perso le parole. Come ieri sera. Ho perso le parole. Non so che dire. Anzi si. Solo le cose che esistono sono davvero belle. E ne ho viste davvero nel viaggio Lecce-Torino fuori dal finestrino. Il film termina. La fame mi manda richiami della foresta che salgono su dallo stomaco. “Mi farò  una frisella”,  penso. Ecco,  si,  una frisella. Portata secondo la leggenda da Enea in Italia. La frisella. Appena appena bagnata,  pomodoro,  olio,  sale,  origano. Ecco,  una cosa che esiste. È  bella. E buona.

Lecce, stazione di Lecce

Porto Cesareo Le.23 7 2016.foto Borrelli RomanoC’era la pioggia nel pineto,  questa mattina. E la terra sprigionava i suoi profumi e cominciava a dare i suoi primi frutti mentre il mare conduceva i suoi  fino a me con leggerezza e a bordo di un venticello

25 7 16 foto Borrelli Romano

. La luna nei giorni scorsi,  con le sue gambe divaricate ha partorito notti bellissime e mentre la musica o “lu rusciu te lu mare” le ha rese ancora piu’ belle e goderecce.  Paesaggio “pascoliano”,  molto intimo,  e’ stato il primo pensiero. Pascoli cominciai a studiarlo con occhi attenti quando cominciò  “il tempo delle conchiglie”.  A dirla cosi sembrerebbe un film sugli amori adolescenziali.  Forse solo sull’amore. Che bisogno c’è  di declinarlo?  Salutati velocemente amici e vicini (che mi dicono: “ce sta faci,  sta parti? Allora si cujone”) creando cosi un’ennesima occasione di risata e Porto Cesareo con le sue casette basse poste  tra terra e mare mi dirigo velocemente verso Lecce dove è  in attesa il treno per Torino. Un  disegno lungo le strade di Porto Cesareo mi ha rammentato il significato di  un vero viaggio e per il tempo (gli occhi,  Proust,  anche questo e’ a corredo del tempo delle conchiglie) che ho disponibile voglio gustarmi un po’ di queste bellezze salentine. 20160726_094929Certo non mi faccio mancare il solito giro in centro,  Lecce 26 7 2016 ,foto Borrelli Romano20160726_095449Lecce.26 7 2016.foto Borrelli Romanoal Duomo,  davanti all’anfiteatro,Lecce 26 7 2016 foto Borrelli Romano ” con occhi da poeta” gustando ancora una volta,  alla faccia della dieta,  un pasticciotto. Un giro e il tempo stringe: Lecce staz.26 7 2016 foto Borrelli Romanole 11 si avvicinano e alla stazione dovrò  pur arrivare. In città  frotte di turisti carte geografica tra le mani. Un cartello in città  ci da il suo benvenuto. Nessun problema: il treno è  li ma è  solo una piccolissima parentesi.

25 luglio

25 7 2016 Bacino Grande, Le.Borrelli Romano foto25 luglio,  una data che nelle spiegazioni,  a scuola,  è  fondamentale,  così come l’8 settembre. E anche durante l’ultima maturita’ le due date sono state sviscerate dai candidati,  su richiesta del commissario.   Ma oggi e’ 25 luglio 2016. Come sempre Caronte si è  affacciato e ha caratterizzato la giornata rendendola ulteriormente pesante e faticosa. In spiaggia,  chi passeggia e chi sonnecchia e il caldo la fa da padrone. Asciugamani colorati sottolineano ed esaltano ulteriormente la bellezza dell’estate. Tutti in forma e prove costume ampiamente superate. Poi,  se qualcuno no,  “chissene… ” direbbero i miei studenti.  Le conchiglie sulla sabbia e deposte sulla riva inanellano numerose perle,  e certo  anche quelle sotto l’ombrellone cappello in testa non si fanno mancare.  E’ bellissima questa luce che si insinua in ogni dove25 7 2016 Bacino Grande, Le.foto Borrelli Romano.  Sulla spiaggia,  verso l’ora del tramonto,  son riuscito a trovare qualche lettrice,  al riparo dal sole sotto gli ombrelloni,  immersa nella lettura e pagine di qualche bellissimo libroBacino Grande, Le.25 7 2016 foto Borrelli Romano. Oltre che di crema solare. Il mare o le sue onde che si accavallano e ricamano trame bellissime con il filo dell’acqua e della schiuma rimandano ai miei piedi qualche conchiglia proveniente da chissà  dove,  chissà  quali terre. Ne colgo una e la avvicino all’orecchio rimembrando un gioco passato. Dal suo interno si propaga una musica,  “Tu come stai” mentre il mare fa la sua parte. “Gioco con i punti cardinale e immagino la Grecia,  la Calabria,  l’Africa,  il mar Adriatico,  poco più su. E chissà  che la conchiglia non giunga proprio da li. “Qual e’ il più  bello tra lo Jonio e l’Adriatico dal tuo/mio punto di vista?” provo a domandarmi.  Un po’  come chiedere per quale squadra tifi o la classica domanda posta ai  bambini: “vuoi più  bene a mamma o papa’? ”  A me piace tantissimo questo mare  ma Santa Mara di Leuca dove confluiscono i mari creando quegli effetti ottici così particolari non scherza cosi come non scherzano i colori di Otranto. E se dovessi pensare ad un posto dove stare sempre forse direi…. nel faro!!! Come classe,  come scuola,  come cattedra. E forse anche la conchiglia ci starebbe bene,  nella macchina della luce. Qui che e’ Salento dove mare e terra si confondono,  tra ulivi,  viti e muri a secco e masserie.  Bacino Grande 25 7 2016 foto Borrelli RomanoTorno sulla conchiglia che innesca una trama di ricordi e diviene per me una penna per inanellare racconti. Un po’ come aprire una  cassapanca,  coi suoi ricordi…”Cup o tea” direbbero gli inglesi.

L’Aura… birra

Bacino Grande (Le) 23 7 2016 foto Borrelli RomanoDalla collina o “il monte” come lo chiamano quaggiu,  che poi e’ zona Belvedere,  la fila di macchine proveniente dall’entroterra pare un lunghissimo serpente che si snoda,  direzione spiaggia,  libera o in concessione. Al solo pensiero di quanti “attrezzi”  siano contenuti  in quegli abitacoli di macchine (palette,  secchielli,  rastelli… )  si capiscono  i perche’ e i per  come le costruzioni siano arrivate fino ai piedi del mare frenando così sabbia e spiaggia libere.  Oramai. “Cosa resterà  di questi anni ’80”?  cantava Raf. Ebbene,  ecco. O cosa non restera’.  In ogni caso abbiamo i Pokemon e i  200 volte al giorno in cui guardiamo il cellulare mentre il buongiorno e il buonasera “chissa’ dove e'” o chissa’ dove sono,  cantava Vasco Rossi.  Torre Lapillo (Le)23 7 2016foto Borrelli RomanoIn uno dei tanti stabilimenti si canta e si balla al ritmo di Cecchetto e tutti cantano “ballare,  mangiare,  dormire… “.  Tempi che cambiano.  Il tempo mette in prospettiva persone,  personaggi,  cose e ricordi e anziché  ombrati ai nostri occhi divengono più  nitidi. Nonostante la luce obliqua infinita. Il mondo cambia e così il modo con cui si rileggono le cose andate,  passate,  finite o quasi. Ma anche no,  forse.  Pero’ ci sono anche le cose bellissime,  da fare,  da ricordare. Le sagre,  il vino e Laura,  birra.  Perdon,  l’apostrofo. Artigianale e salentina. Bhe’ ora un bagno si rende necessario,  tra danzatori d’acqua,  nuotatori di professione e campionati mondiali di racchettoni permettendo. Poi,  finalmente il mare. Grande bellezza. Bacino Grande, Le.23 7 2016 foto Borrelli Romano

Dal “ficarolo”, la “fica”

Che dire della giornata calda,  lunga e un pochino “stropicciata” di oggi? A Bacino Grande  governava il caldo. A Porto Cesareo il caldo la faceva già  da padrone alle 7. 30. Qui e’ l’imperatore e da queste parti non e’ solo uno che detiene il potere nell’arco della giornata nell’attivare o meno un condizionatore o un ventilatore ma un  vero “zuccherificio”: è  infatti il nome di un bar pasticceria vicino alla oramai famosa statua di Manuela Arcuri.  Ricerco un giornalaio adiacente la spiaggetta,  quella tanto per intenderci con i pini e la sabbiaPorto Cesareo, Le.23 7 206.foto Borrelli Romano,  detta spiaggia dei bambini,   quella riprodotta da migliaia di cartoline e conosciuta per il mondo intero20160723_081110. Un tempo. Oggi immortalata dai selfie.  Entro e mi rifornisco di mazzette di quotidiani. Gli ombrelloni sono chiusi Porto Cesareo.Le.23 7 2016.foto Borrelli Romanoma la gente corre alla ricerca di qualche fazzoletto di sabbia all’ombra dei pini. Imbocco la via del Corso e decido di fare incetta di pasticciotti presso l’Imperatore e i Bei tramonti e terminare il “dolce lavoro” sul lungo mare davanti all’Isola dei Conigli,  come un post di qualche anno fa. Ritrovo con piacere “ecstra” il “ficarolo”

che mangia,  e gli chiedo quali tra le sue bonta’ sta gustando così piacevolmente e con gioia  e mi risponde:”la fica,  la fica.  Ni vuei una? “(ne vuoi una? ) e me ne allunga una.  E già  perché  da queste parti il frutto è  al femminile. Cosa mangi? Risposta in dialetto:”la fica”. E giù  a ridere. 20160723_081952Continuo la mia chiacchierata immerso da odori che si sovrappongono: aglio,  cipolle,  pomodori,  origano e…. fica!