Porto Cesareo

Porto Cesareo, Le.26.6 2016. foto Romano BorrelliAl mattino il sole e’ gia’ alto. Entra attraverso le fessure delle finestre e allaga ogni centimetro quadrato. Le cicale mai stanche cominciano il loro instancabile canto che si prolunghera’ fino a tarda sera.”Ma che ora e’? Le 6.30″. Basta. Non si dorme piu’. Un’occhiata al fico e al giardino. Esco e scarpette ai piedi infilo  un nastro d’asfalto lungo un paio di km. Oggi regnera’ un po’ di confusione in  un anticipo o prova di quel che capitera’ a luglio e agosto. O sta gia’ capitando.  La corsa verso centimetri di spiaggia e’ iniziataTorre Lapillo, Le.26 6 2016 foto Romano Borrelli. Le macchine lentamente dai paesi dell’entroterra si muovono verso il mare. Vedo le auto sfilare mentre raggiungo velocemente un “pasticciottino” al pistacchio da addentare, appena sotto la TorrePorto Cesareo, Le. 26 6 2016.Borrelli Romano foto. Mi siedo tra un tripudio di bar: Miramare, Imperatore. “Ane allu Principe”  (vai al Principe) mi urla un signore la cui fronte e’ vendemmiata dal sole, e nell’allungarmi la mano per indicarmi la direzione mi scopre calli e anni di terra domata. “Esistera’ questo Principe?” Mi domando tra me e me. Un sorso al caffe’ Quarta,  un morso al padticciottino mentre sfoglio il Quotidiano di Lecce.”Nonno Uccio ha sostenuto gli esami”, l’Eurostar o “Freccia Rossa arriva da Milano ma non e’ sufficiente”, “Puglia sold out”…Mi giro. La statua dell’Arcuri e’ sempre al suo posto na le bellezze del luogo non fanno paragone.  Porto CesareoPorto Cesareo, Le.24 6 2016.Borrelli Romano sembra una cartolina. Colori vivi, accesi. Bellissimi. Profumi di pini, mare, bagno schiuma e creme solari. Un caldo da paura ci avvolge. Un gruppo fa gia’ il bagno. E sono le prime ore del mattinoPorto Cesareo, Le. 26 6 2016 foto Borrelli Romano. Provo una strana sensazione essere qui, ora. Ritrovo profumi, odori, colori di anni passati. Sembra di essere tornati indietro nel tempo, al perodo dell’infanzia, abituati alla confusione di agosto, nell’eta’ adulta, scandita dal lavoro, o,  al piu’ in botte di c. di fine luglio. Ma giugno lo avevo proprio dimenticato, quaggiu’, a due passi da Est, alle 5 con la luce del giorno gia’ accesa, con il rumore delle campane della chiesa arrivato qui dentro grazie ad un vento favorevole, in un tripudio della natura certamente mai cessato, implementato dal passeggio di “trecce” sulla spiaggia in ore piu’ favorevoli in questo senso. Volti mediterranei, capelli scuri, occhi neri e tratti di matita che ne sottolineano le bellezze.  E annoto sul calepino questi ultimi tratti.