Un SalTo sotto questo benedetto orologio che compie la bellezza di 100 anni. In testa “la corona” con il simbolo della citta’ e un pochino piu’ su, una data: 1916. Appunto. Intorno un mosaico o un abbraccio di lettere che e’ poi semplicemente un invito al lettore (e non solo)ad amare le differenze.
Un SalTo per vedere se il Sud Italia si trova ancora qui, come un tempo, a due passi dalla Torino-Ceres, sotto la tettoia dei contadini
, quando piove, o sulla piazza quando le giornate volgono al bello. E questa mattina il tempo era davvero bello e clemente, diversamente da ieri, quando il cielo ha distribuito come caramelle chicchi di grandine di un certo spessore. Nel sottosuolo delle parole di gruppetti sparsi a manciate resistono i dialetti ma di espressione di quali terre, e’ un dato non pervenuto o meglio non compreso dal sottoscritto. Provo a chiedere a mio padre di cosa secondo lui parleranno ma mi risponde utilizzando il passato: quando le 127 o le 128, la lastroferratura, la verniciatura e l’unita’ sotto il braccio e….”No, no ieri. A me interessa oggi”. Niente da fare. Vabbe’ facciamo due passi in questo “girello” aperto. A due passi da qui una targa ricorda Francesco Cirio
, capace nel suo tempo di imprimere una spinta propulsiva ai commerci. Dove c’era il capolinea del tram ora si affacciano negozi e sotto le tettoie dei contadini solo il ricordo di quel che c’era ieri e la fantasia di quel che ci sara’ domani. Ah, dimenticavo: una App mi ricorda che devo fare un SalTo al Salone del libro. La borsa e’ vuota ma pronta. All’uscita sara’ piena e quel contenuto mi impegnera’ per giorni in un lento e continuo travaso di personaggi e di vite. Bhe’ che cosa e’ in fondo la lettura di un libro se non la possibilita’ di vivere infinite altre vite? Forse a guardare bene anche la lettura di questo posto…
Questa tua descrizione è una vera poesia!
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