Sabato pomeriggio. Ripongo il libro, appena cominciato, “La strada di Swann” e dopo aver deciso per una corsa mi fiondo verso il parco. Mi lascio alle spalle i racconti fiume e storie intrecciate e che rapiscono tra sogni e speranze. Recupero la strada. Come me altri. Sbracciati e scalzi. Cuffiette alle orecchie. Scarpette da jogging e selciato di Parco Dora. Ultimo allenamento prima della Stratorino. Corrono veloci. Sembrano in fuga da qualcosa verso qualcosa d’altro. “La vita fugge e non s’arresta” scriveva Petrarca forse pensando un po’ a Laura. Altri sotto la grande struttura, lo scheletro della fabbrica di un tempo, giocano a basket, calcio o via sullo skate. Altri ancora ballano o ascoltano Carlos Gardel e Astor Piazzolla. Il fiume a sinistra i campi da gioco a destra e qualche nuvola in cielo. La pioggia fa la sua apparizione. Primo e secondo tempo. Scivola sulla pelle ma non lava via certi ricordi di un paio di primavere fa quando la forza distruttiva del mare, del fiume e della pioggia fecero le loro parti a Senigallia. In ginocchio ma non doma. Spiaggia di velluto, “gomito” sullo sfondo e le luci di Falconara e Ancona. Il rumore del treno, il suo cullare insieme al mare e il loro narrare. Personaggi del passato e amore di quel presente che si muovevano e muovono tra il frusciare delle tendine di una stanza d’albergo. Il ricordo dell’amore che respira e ansima. Quello della luce che filtra sotto la porta. Zaino da rovesciare sulla coperta di un letto non tuo. Cuscino sul quale trovare riparo come tra i seni di una donna. Scuola di scrittura, sempre affacciata in prospettiva. Affacciati sull’orizzonte. Sul mare. Palestra nel narrare nuovi incontri e amori. Senigallia. Sempre pronta ad accogliere nel giro di poco con qualche cerotto e cicatrice. Il pensiero della rotonda, coi suoi colori e profumi richiama spesso. E allora, un pensiero a Senigallia. Porto. Arrivi e partenze. Mare. Storie d’amore e amicizia con storie e nomi veri o fasulli con buone nuove da raccontare.
Io sono fuggita da quella scuola dove si parlava di “Industria del Libro” e non me ne sono mai pentita. Ma che c’entra senigallia con l’immagine della scuola holden che hai messo? non capisco il legame.
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Prima della corsetta si lasciano sul tavolo i compiti scritti (magari proprio della Holden) insieme ai personaggi che pero’ non ti abbandonano mai del tutto…si mischiano tra finzione e realta’….un prima, il compito. Poi i ricordi…che si mischiano…..buona domenica
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Buona domenica a te 🙂
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Buongiorno Romano e buona domenica allr lettrici e lettori del blog. Buona festa della mamma a chi lo e’. Allora, a che punto siamo con i corsi di scrittura?Sei quasi al termine? Certo hai preso davvero seriamente (come e’ giusto che sia) l’impegno scolastico da insegnante e questo e’ davvero ottimo. Poi una volta portati a termine sceglierai quali ripetere. Per il pezzo in questione piace il fatto che ti sia ricordato di un evento così doloroso e allo stesso tempo piace come lo hai raccontato. Un ottimo esercizio di scrittura.
Buona domenica.
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I corsi servono e sentivo la necessita’ di doverli fare: a scuola i verbali sono “all’ordine del giorno” e bisognerebbe essere in grado di saperli scrivere. Quindi la necessita’ di colmare un gap. A mie spese in tutti i sensi!!!Sono precario annuale e quindi non ho avuto possibilita’ di accedere al bonus renziano dei 500 euro e non li ho potuti nemmanco scaricare sul 730. Prima e contemporaneamente a questo ero iscritto ad altro corso di scrittura. Prima di tutto ripeto per la necessita’ di colmare un gap poi il desiderio di frequentare una scuola della quale ne avevo sempre sentito parlare e un pochino mi incuriosiva. Sempre posticipata perche’ piuttosto cara. Per me. Tutto a mie spese.
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