Quel che manca in un viaggio che continua

20160215_124816Il viaggio continua, la passione continua, Torino 2006 – Torino 2016, scale mobili della metro guaste in continuazione. Sali, scendi, scendi, sali. “Puff puff pant pant. Mancano le parole, talvolta, per scrivere, per pensare e scriverle. Mancano le mie e le tue. Uno, due, tre studenti passano al mio fianco, moduli di iscrizione alla mano: “prof.ma se posso entrare o uscire un’ora dopo e prima, perche’ non farlo? Le assicuro che le sue  lezioni sono interessanti, belle, storia delle…storia di tutto, ma….siamo un po’ egoisti e miopi. Ci priviamo di qualcosa per un calcolo miope “. Ci sarebbe da scrivere una lettera e un articolo. Di quelli che nessun giornale pubblicherebbe e nessun giornalista scriverebbe. “Il coraggio uno non puo’ darselo” scriveva Manzoni facendolo dire a don Abbondio. E io pure,  non ne ho voglia, di scrivere, al momento, onestamente. Ma domando e mi domando: come si fa a lavorare in tali condizioni? Conoscete la storia di quel calciatore venduto anzitempo…

Ho voglia pero’  di pensare e scrivere che mi mancano le parole, le tue, scritte. Mi manca quella “corrispondenza” solo nostra. Mi manca di piu’.

Manca anche Mario, 11 anni senza. Sempre dalla parte giusta. Un uomo al servizio della politica.

 

2 pensieri riguardo “Quel che manca in un viaggio che continua”

  1. Rinunciare ad un’ora comunque gia’ pagata e’ una scelta miope di ragazzi e famiglie. Forse quell’ora non dovrebbe piu’ essere facoltativa ma obbligatoria. E forse dall’alto ripensare per renderla uguale alle altre e ultimare il processo di Bologna. Poi vero e’ che non tutti hanno i tuoi titoli e quindi….bisognosi di..
    Ciao romano

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