Porta Susa: Mercato Metropolitano

Foto Borrelli Romano.To Porta Susa.12 12 2015Questa sera avevo voglia di farmi un giro, (era da tempo, in realta’) e per un po’, nel tempo. Ho deciso cosi che mi sarei recato a Porta Susa, dove ero solito prendere il treno e imbucare la lettera, prima di andare a scuola e che da oggi e’ “Mercato Metropolitano” 2.500 metri quadrati all’insegna del buon cibo e della filiera corta. A km zero proprio da qui dove di km se ne facevano, eccome.  Da quella buca, (scrivevo) che poi in realta’ erano due, rosse, le lettere arrivavano sempre prima a destinazione. E difatti era cosi. La “levata” della posta, come si chiamava, avveniva prima che dalle altre cassette, (o cosi si pensava) adagiate al muro. Se andavano verso Est, cioe’ a Venezia, un treno serale, intorno alle 24 avrebbe caricato su di se’, cioe’sul postale. Verso le 5 del mattino, quella stessa lettera poteva essere in un ufficio postale di Venezia come di Trieste o Pordenone. Era cosi che nel giro inverso, della lettera di risposta mi ritrovavo, biglietto alla mano,  a Pordenone o a Venezia, o Triedte. Citta’ che spesso avevano  capelli biondi, occhi chiari e dotate di una certa eleganza insieme ad una passione  per l’arte e la storia dell’arte. E anche delle lingue, ad essere onesti, perche’ da quelle parti, quell’Universita’ era parecchio quotata e da queste, invece,  le biondine. Col tempo cominciai a pensare che da qui, dalle cassette rosse di Porta Susa, potevano partire, dopo la levata, lettere verso “la rossa” dell’Adriatico. Da queste parti, le citta’ avevano capelli scuri (sporadicamente rossi) e talvolta occhi chiari, (verde mare) ma il piu’ delle volte, neri o al piu’, nocciola. Anche in questo caso, alla lettera  del ritorno si accompagnava sempre, nell’ordine, una rapida occhiata al tabellone degli orari, quelli gialli, righe e colonne: una occhiata prima a questi e  qualche deca allungato al bigliettaio, poi, direzione per quei lidi li. Perche’ da Porta Susa?  Perche da qui si raggiungeva Milano  con il regionale e da li, tanti inter-city erano pronti per abbracciare la riviera adriatica: Rimini, Ravenna, Ferrara. Questo almeno anni prima della Freccia, e dell’amore per la Pentapoli meridionale, famosa per un Papa, una rotonda sul mare  e gli anni’50. A dire il vero, ricordo anche i libri che mi accompagnarono in quei viaggi: Hesse verso est, la Morante verso il lido. Poi, ricordo le occhiate al tabellone e quei pochi soldi che tintinnavano nelle tasche del giubbotto di jeans: li pescavo, li estraevo per un espresso ristretto che all’epoca  era sempre in orario: davvero  piacevole il caffe’ alla stazione di Porta Susa. Cosi come la lettura dei giornali sulla panchina al passaggio dei treni…Ma di questo e molto altro, a Porta Susa, nulla e’ rimasto oggi. Nuovi locali e insegne a ricoprire una buona fetta di ricordi. Sempre vivi nel cuore di tanti. E quanta emozione vedere in quei locali, oggi, l’apertura di un mercato…metropolitano. Pizze, dolci, pane, formaggi. Vapore, di caffe’, quando un tempo era nebbia o qualche trenino che faceva le sue prove di partenza.Appena fuori, c’erano infatti due binari tronchi, con i vagoni “legati”, un pezzo per Rivarolo, un pezzo pe Castellamonte. Nei pressi c’erano alcune panchine e una fontanella. C’era anche chi si sedeva, blocco e penna, e ci scriveva. Storie che iniziavano e si dipanavano lungo le strade di Torino.To Porta Susa. Foto Borrelli Romano.12 12 2015proprio la’ dove si facevano biglietti. To Pta Susa.Foto Borrelli Romano.12 12 2015Vino la’ dove era la sala d’attesaTo Pta Susa.12 12 2015 foto Romano Borrelli e tavolini da barTo pta Susa.12 12 2015 foto Borrelli Romano dove in molti stazionavamo in attesa che capitasse qualcosa…a Porta Susa vecchia ci si incontrava, si partiva, si arrivava, si amava. E spesso ci si perdeva. Dalla sala d’attesa il rumore discreto di alcuni “viaggiatori”- avventori si confonde con i ricordi.  Alle spalle  la fontanella e’  al suo solito posto, mai stanca di emettere quel suono poetico alla Palazzeschi. Davanti all’atrio un’insegna sopra l’albergo: le sue finestre, i suoi balconi, tantissimi occhi curiosi che scrutano. Al di sopra di questi un cielo stellato; una coperta ben distesa, l’interno di quelli e sopra di quello. Tirata, ben distesa, da due mani femminili, forti e gentili allo stesso tempo. Senza una piega, per una storia liscia senza smussi. Il cielo e’ diverso, se lo assaporo ha un retrogusto dolce un po’amaro. Provo a ricordarne il gusto e a trattenerne il ricordo: dolce miele. Un attimo,  prima di perdermi nel ricordo. Da una delle tante cabine telefoniche sparse per l’atrio un uomo implora una donna: vieni, ti prego, per favore”. A due passi dalla cabina e da lui, senti’ risuonare  dal suo torace una dolce speranza. Come era bella Porta Susa, con la sua storia, le sue storie, le persone, i suoi personaggi, nella loro prima volta a Torino.To pta Susa.12 12 2015,foto Romano Borrelli