C’e’ una grande poltrona a forma di labbra in una delle tante stazioni della metro torinese. E’ il Divano Bocca, la poltrona Money-Money. Precisamente a “XVIII”. Gia’, i ragazzi quella che noi chiamavamo la vecchia Porta Susa loro han cominciato a chiamarla “XVIII” omettendo come sono soliti fare, Dicembre. Gia’, domani sara’ il primo dicembre. E allora cominciamo questo viaggio da qui. Devo far rientro a scuola per quelle cose “straordinarie” che di tanto in tanto i ragazzi fanno capitare, alla loro eta’, e che poi, noi, “educatori” per come possiamo, siamo tenuti ad apporre un “timbro” al loro corso. E al…consiglio. Ho le gambe piegate, la testa pesante e tanta stanchezza. Non passa nessuno, a quest’ora del pomeriggio. Mi accomodo, rileggo l’ultimo articolo del blog, poi, reclino il capo all’indietro e, non so se sia stato un sogno o una visione, ma la costruzione del personaggio femminile pare abbia voluto dare continuita’ al suo scritto e prendersi ancora la sua parte.
Oggi in questo dito di costa, di sole raro e generoso, pallido nei ricordi, mi fa compagnia un libro di Modiano. Mi piacciono i suoi personaggi, femminili, misteriosi, quelle fughe, sempre piu’ in profondita’ quasi a sfidare l’assenza precedente. In alcuni tratti, mi raccontano. Ce la metto tutta a cercare dei punti fermi. La vastita’ del mare e’ lo spazio di cui avrei bisogno, per emergere, non per sommergere. Provare a lasciare sul fondale una universalita’ di volti, inutili, superflui. Lo scruto, come se da un momento all’altro potesse trasmettere qualcosa, un consiglio, una parola, come se tra un’onda e l’altra potesse allungarmi una nuova carta di identita’…per una nuova narrazione: possibile. Insomma, non una semplice storia ma una grande Storia. Pero’, tutto si tiene: e’ la mia storia, ed e’ bella per questo.Unica.Come me. Mi domando se non sia proprio la mia presenza “a dare al luogo e alle persone quella loro aria strana, quasi li avesse impregnati del suo profumo” (P.Modiano, “Nel caffe’ della gioventu’ perduta”). Sembra Parigi, anche questo dito di costa che mi ha conferito i natali, trenta anni fa. E’ successo in novembre. E’ arrivata la metro e l’ora del consiglio e il metro del giudizio con cui dovremmo giudicare.
Volevo rimpolpare le “quattro paginette e scriverne almeno trenta. Avrebbero prodotto un effetto valanga e sarei potuto arrivare a cento pagine” , cosa possibile forse quando ci si sente definitivamente guariti dalle ferite di cere infanzie e adolescenze senza nessuna ragione per restare nascosti nelle zone neutre. E’ una bella Storia.
Il rumore di un Val che sta arrivando mi ha ridestato.
Pare la copertina del libro di Emanuelli 😀
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La Bocca: un divano in due stazioni metro. A Porta Nuova e XVIII Dicembre. Per sedersi un po’ e stare tra…le nuvole.
Un saluto.romano
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Scrivila questa storia! prova! sono convinta,sarà una bella storia!….e tu sei bravo e sai intrecciare efficacemente realtà è fantasia……
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Grazie Lavinia.Sarebbe bello ma…a volte manca la forza. Mi piacerebbe saper scrivere un modo per…andare avanti.
Un saluto
Romano
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Romano ha ragione Lavinia: Scrivilo questo libro di un amore grande.Scrivilo. I ragazzi hanno bisogno di esempi come il tuo.
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Complimenti Romano le tue parole fanno immedesimare completamente il lettore e fanno sì che si provino le stesse sensazioni raccontate da te! Si è vero ormai siamo a dicembre da qualche giorno…e si sente! Aspetto solo di leggere l’articolo che ,sicuramente scriverai , sul Natale e sull atmosfera che si respira a Torino 😁 A presto Romano …continua così 😬
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