Contrasti

Torino 17 ottobre 2015. E’ identico il luogo, stazione, citta’ ma sembra di essere altrove a spostarsi di banchina: Torino Porta Susa.20151017_074620 In attesa. Come un articolo del blog o di una telefonata mai arricata ma tanto sospirata. Nonostante i passaggi. Attesa. Che il treno passi, come il tempo, quando e’ l’unico rimedio ad un malessere e intanto perdura l’attesa. “Non scrivere tanto, il lettore si potrebbe stancare. Le foto dicono molto. Di piu’. Dicono tutto. I ragazzi sono per le immagini”. Cosi mi andava ripetendo un amico quando discutevamo di blog, social network, esame di comunicazione, scuola e ragazzi. Gia’, ma le immagini seducono e riescono con l’immediatezza delle loro rappresentazioni. Il treno arriva, si posiziona. Binario 2. Carrozza 6 posto 11, lato corridoio. Salgo, mi sistemo. Ho i libri, i giornali, i miei pensieri di una nuova professione e delle molte cose da imparare da una “sconosciuta” lavagna elettronica e da uno sconosciuto registro elettronico. Mi perseguitano. Devono farsi conoscere eppure hanno l’abilita’ di nascondersi dietro centinaia di finestre a tratti chiuse, inaccessibili. Dietro loro si nascondono volti e storie, misteriosi. So che quando si manifestano possono assumere forme varie, cavalloni impazziti o mare calmo e tranquillo. Altre volte, col tempo, spugne assetate di un’acqua che si chiama sapere. Il carrettino dei giornali passa:”Giornali, signori”, e nomina l’Italia dei quotidiani. Io opto.Il mio vicino, ormai grandicello, rifiuta garbatamente anche quello sportivo: “Grazie, non leggo mai”. Forse non e’ neanche per le immagini. E mi verrebbe da dirgli:”ma vaffanviaggio!” Intanto, il viaggio continua. Una giovane donna di trenitalia, tablet in mano mi chiede di porgere il biglietto. La sua mano curata, ingioiellata al punto giusto, curata e liscia fa scivolare dolcemente le sue dita sullo schermo aprendo finestre  che vusualizzano poltrone e numeri: e’ la disposizione dei posti sui vagoni. Tante storie che si illuminano con un tocco. Provo a leggerne il nome sul suo cartellino: Laura Marina, mi pare. Storia. Storie e regina dai contrasti, tradizione e innovazione. Mi restituisce il cartaceo e agli altri lo smartphone. I tre bottoni del polsino luccicano come il suo viso adolescenziale che contrasta con l’autorevolezza della professione. Sono uno dei pochi che resiste e faccio storia.Gli altri sono da immagini!Torinon17 10 2015 foto Borrelli RomanoTorino 17 10 2015.foto Borrelli Romano20151017_074742

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