Torino. MT.Metro torinese.Tra una spallata e l’altra, sulla metro, di tutto un po’. Una olimpiade mattutina per conquistare quei pochi centimetri utili per non rimanere sulla banchina. A bocca aperta. Pressati, pressata la borsa, pressato il giornale e le idee.Eppure c’e’ chi riesce a ritagliarsi ulteriori centimetri per una limatina alle unghie, chi si giura “sempre”, chi ri-gira “Verdone e Jessica e ‘o famo strano”, e chi dorme in piedi…fino a “next-stop is…”.Mentalmente preparo la mia lezione: tratti salienti della stanza del figlio o colpa delle stelle? E se fosse “analisi e riflessioni su Kafka e Tolstoy?” Next stop is…
Oggi 30 settembre..ieri 29 settembre…”seduto in quel caffe’….”E se fosse: “raccontatevi con una canzone?” In fondo…cosa vogliamo?teste ben fatte o teste piene? Seduto in quel caffe’…
Ps.A fine giornata si cosa voglio: Il caffe’ ci sta e la torta (Sida) pure!
Bella questa giornata, che è un po’, presumo, il racconto della tua. Bella la confusione immaginata nella metro e come prepari la o le lezioni. Dopo averne discusso con altri, sulla tua disciplina, penso, pensiamo, sia un ottimo modo di procedere. Forse i ragazzi avevano, hanno bisogno di questo: essere coinvolti nello studio, nella conoscenza con un modo particolare, finzione cinematografica si, ma anche e soprattutto letteratura che a te piace molto. E ricadute su visite a mostre, musei, teatro che ti è sempre piaciuto fare, nonostante il tempo e nonostante il fatto che tu sia ora alla prima esperienza come insegnante. Abbiamo sentito molte voci su quanti insegnano la tua disciplina. Non basta, non è sufficiente. Ecco, forse davvero entrando a scuola, tu, hai dato dimostrazione di essere una buona scuola.
ciao Romano
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