La strada e’ quasi ultimata. Tra le mani il libro, Sulla strada. Kerouac: una, due, dieci pagine. L’asfalto, i pali della luce, le corsie. Un gomitolo di strade e di pensieri, verso il gazometro, l’Universita’
ai piedi della collina, di Superga, un fiume, poi un altro, il trenino e noi stretti. Stretti nel nostro dolore delle nostre parole della realta’ dei fatti… che si poteva cancellare ma non si riusciva a dimenticare. Ci si provava a chiuderlo fuori, uno “zip” di cerniera, lasciandolo, ancora e ancora fuori. L’evento, la frattura, e ripartire da li, direbbe Michela. In fondo, non volevo, volevamo, mica la luna.
Solo una sana e robusta relazione, una sana e robusta costituzione. Non volevamo la luna. O forse si. Un mondo diverso, possibile, possibilmente. Ciao Pietro (Ingrao).
Pietro mi è semprepiaciuto. Come vedi ti ho trovato. Renata
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Bellissimo articolo, davvero. eravamo un po’ a leggere…il tuo ricordo…su uno dei pilastri della sinistra italiana. Ricordavano alcuni quando sei partito a Roma per portare la tua tesi sui movimenti e rifondazione dandola in omaggio a Liberazione, a Curzi e poi eri tornato dicendo che avevi incontrato Pietro…ti era piaciuto quel periodo….e poi complimenti per come hai raccontato…..
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