In metro

20150925_184836Torino. MT.Metro torinese.Tra una spallata e l’altra, sulla metro, di tutto un po’. Una olimpiade mattutina per conquistare quei pochi centimetri utili per non rimanere sulla banchina. A bocca aperta. Pressati, pressata la borsa, pressato il giornale e le idee.Eppure c’e’ chi riesce a ritagliarsi ulteriori centimetri per una limatina alle unghie, chi si giura “sempre”, chi ri-gira “Verdone e Jessica e ‘o famo strano”, e chi dorme in piedi…fino a “next-stop is…”.Mentalmente preparo la mia lezione: tratti salienti della stanza del figlio o colpa delle stelle? E se fosse “analisi e riflessioni su Kafka e Tolstoy?” Next stop is…

Oggi 30 settembre..ieri 29 settembre…”seduto in quel caffe’….”E se fosse: “raccontatevi con una canzone?” In fondo…cosa vogliamo?teste ben fatte o teste piene? Seduto in quel caffe’…

Ps.A fine giornata si cosa voglio:  Il caffe’ ci sta e la torta (Sida) pure! 30 9 2015 Torino.foto Borrelli Romano.torta Sida

Ciao Pietro

20150926_151229La strada e’ quasi ultimata. Tra le mani il libro, Sulla strada. Kerouac: una, due, dieci pagine. L’asfalto, i pali della luce, le corsie. Un gomitolo di strade e di pensieri, verso il gazometro, l’Universita’Universita' di Torino.25 9 2015, Borrelli Romano ai piedi della collina, di Superga, un fiume, poi un altro, il trenino e noi stretti. Stretti nel nostro dolore delle nostre parole della realta’ dei fatti… che si poteva cancellare ma non si riusciva a dimenticare. Ci si provava a chiuderlo fuori, uno “zip” di  cerniera, lasciandolo, ancora e ancora fuori. L’evento, la frattura, e ripartire da li, direbbe Michela. In fondo, non volevo, volevamo, mica la luna.Torino 27 9 2015. Univ.foto Borrelli Romano Solo una sana e robusta relazione, una sana e robusta costituzione. Non volevamo la luna. O forse si. Un mondo diverso, possibile, possibilmente. Ciao Pietro (Ingrao).

Il digiunatore di Kafka e la lezione di Michela Marzano

Sdraiati sulla sabbia vellutata a parlare di libri e a guardare il mare e il tramonto che partorisce la sera come ogni giorno  mentre allaga sulle nostre teste in una casa invisibile…Ci scambiamo i libri, della Marzano, l’ultimo e quello arrivato per posta, quelli che ci legano e legato e tenuti insieme…La filosofia, Lacan, Weil, la farfalla e volevo esserlo, e Parigi e il padre che ama puu’ di ogni altra cosa, anche quando nel 1993, in un pronto soccorso gli disse: “Sai …Simone Weil..” e lui rispose: “Ma tu non sei Simone Weil”. Il padre, che va sempre amato, anche quando talvolta si dimentica del compleanno e se ne ricorda a sera. Ma lo ami ed e’ giusto cosi. E poi l’evento che induce a ricominciare da qui e la “frattura”. Ti ricordi? Si andava e si chiedeva se per caso il pacco col suo libro era arrivato. Sono parole che piovono alla grande e la fantasia pure…complice una giornata ancora estiva e qualche kg di nostalgia da deglutire fra mare e sabbia.  Oggi c’e’ la lettura de Il digiunatore di Kafka (morto a 41 anni, nel 1922) pubblicato in seguito e la lezione di Michela Marzano: allora, ci andiamo? Torino, ore 17.30. La fantasia messa tra parentesi. Palazzi, edifici storici indicano che siamo a cavallo tra Il CambioTorino, Il Cambio.26 9 2015 Borrelli Romano, ristorante, PepinoTorino 26 9 2015 Pepino.Foto Borrelli Romano, i gelati, Palazzo Campana, l’ Universita’ e il ’68, il teatro CarignanoTorino.Carignano.26 9 2015 foto Borrelli Romano, oggi, Torino-Spiritualita’, Il Digiunatore di Kafka e la lezione di Michela Marzano. Esibisco il mio biglietto e salgo su, secondo piano. Apro la porta, la numero 42. 26 9 2015 teatro Carignano, To.Borrelli RomanoAlcune poltroncine rosse, odore di velluto26 9 2015 Torino.Carignano.foto Borrelli Romano. Sembro proiettato nel passato. Le luci si spengono, ed e’ la volta della lettura de “Il digiunatore”. Stupenda lettura. 20150926_175200Bellissimo testo. Foglio dopo foglio, scivolato via, cascato in terra, e cosi il tempo. Cade la terra. Il digiunatore…”almeno per 40 giorni…con i primi partecipanti attenti attivamente all’osservatorio col calendario che ne evidenzia i giorni passati, giorno dopo giorno, e le guardie a verificare…che il digiunatore non mangiasse davvero nulla. Un’attrazione che non si doveva…ammirare (dice alla fine il digiunatore). L’entrata in scena della pantera…la gioia, la vita e la morte del digiunatore”. Terminata la lettura, la volta di Michela Marzano. Una lezione. E quale! Magistrale.20150926_175200 20150926_173420

Marta e Olmo e…Tolstoy

Torino non sta mai ferma. E io neppure. Una giornata ricca di eventi. Da tempo avevo prenotato presso il Rifugio Antiaereo Torino rifugio 25 9 2015 foto Borrelli Romanodi Palazzo Civico di TorinoTorino, rifugio 25 9 2015 foto Borrelli Romano lo spettacolo “Marta e Olmo”. Torino, ore 16.30. Municipio, si scende: Torino rifugio antiaereo.foto Borrelli Romanoscalini, gallerie e ancora gallerie. Torino rifugio antiaereo, foto Borrelli RomanoSiamo nel rifugio del 1940 e nello spettacolo,  nel 1915. Siamo un bel gruppo. “Marta e Olmo” ci attendono. La radio con le stazioni dell’epoca, di quelle militari, gracchia, in sottofondo.Il rifugio ammutolisce.Le luci si spengono.Solo il volto dei protagonisti si illumina.Marta e Olmo.Torino 25 9 2015.Borrelli Romano Comincia lo spettacolo. E’ intenso,  con punte drammatiche…il ruolo degli adolescenti e delle donne “che ora eseguono ogni tipo di lavoro, come gli uomini” (dice Marta), e poi, l’amore che c’era perche’ qualcuno prima che accadesse la guerra, Marta se la guardava “ma ora non piu'” continua lei.  Forse non ci si pensa piu’, all’amore. L’amore messo tra parentesi. “Ora si deve pensare al pane” ci racconta. Da condividere. Marta, “portatrice”, la prima linea e seppellisce, seppellisce, seppelisce i corpi abbandonati ora dell’uno ora dell’altro schieramento. Di qua o di la della linea di confine. Marta che sale, sale, sale…montagne fino a un carico di 30 o 40 kg. Le portatrici potevano avere dai 15 anni ai 60. Marta e’ giovanissima.Olmo, figlio di una italiana e una austriaca…si incontrano. Lui e’ “piccolo”, lei e’ piu’ grande. Lei e’ bellissima anche quando  prima di cominciare trema, e i capelli pure e il viso impaurito, ma forte. E’ bella. Lui corre, meglio, mima una corsa, cappello in testa, cercando di essere grande, di fare la sua parte nel  contesto. Uno spettacolo che scivola via, piacevolmente, per un’ora. Poi, Marta termina regalando un fiore ad un signore, preso dalla cesta a centinaia, a migliaiaTorino Marta e Olmo. Foto Borrelli Romano., poi una carezza ad una signora fino a incrociare me, mi allunga la mano e mi dice che “trovero’ un tesoro e non sara’ solo oro”. Poi, una candela accesa…Marta e Olmo scivolano via. La radio torna a gracchiare. Li saluto, li ringrazio e corro verso il cimitero monumentale: la lettura di Jvan Il’ic di Tolstoy 20150925_181237attende.Torino, Tolstoy al cimitero.Foto Borrelli Romano. Esibisco il mio biglietto acquistato giorni prima al Circolo dei lettori ed entro. Dove? Al cimitero monumentale dove la lettura integrale di Tolstoy, “In morte di Jvan Il’ic, attende. Che spettacolo. Alle ore 18 il porticato pare trasformato in una tribuna: sedie, le riservate e quelle no, collocate appena sotto “foto” e “fiori” e nomi , cognomi e date e pensieri: di nascita e morte. Tanto loro, i morti non “paiono” essere disturbati da questo via vai del nostro voler riflettere e scoprire “di che pasta siamo fatti”. E mente e anima di una citta’ intera ricercano “L’impasto umano-Fatti di terra, guardiamo le stelle”. Io qui, altri in 30 luoghi diversi della citta’  con 120 incontri e 150 voci da tutto il mondo: spettacoli, conferenze, meditazioni, reading. Per l’undicesima edizione di Torino Spiritualita’. Dal 23 al 27 settembre.

Tra la “Spiritualita’” e il gioco. A Torino

La strada continua. Quella percorsa e quella asfaltata. Il cammino pure. Quattro cani mi tagliano la strada e “quattro cani” ne rendono dolce il cammino. Una musica, una canzone…”quattro cani…”Il dibattito tra dettato e riassunto idem,  teso a riempire pagine di giornale con considerazioni granitiche su poesie da mandare a memoria o canzoni e il web che “libera” risorse democraticamente. Ondeggiando tra Porta PalazzoTorino24 9 2015 Porta Palazzo.Foto Borrelli RomanoTorino Ports Palazzo.24 9 2015 fotoBorrelli Romano, il centroTorino 24 9 2015 foto Borrelli RomanoTorino 24 9 2015 foto Romano Borrelli, Il Circolo dei Lettori e Torino SpiritualitaTorino Circolo Lettori.foto Romano Borrelli‘. E il “gioco” Via Roma Torino foto Borrelli Romano.24 9 2015..e’ assicurato con il calciobalilla lungo 121 metri e 424 persone per giocare.  Totale: 2332 omini per 101 palline e 106 biliardini. Quello sara’ infatti predisposto tra piazza San Carlo e piazza Castello lungo la via Roma. La Marco Berry Onlus organizza l’evento”One two one”. Calcio d’inizio alle 19.30. Il ricavato andra’ in beneficienza per la costruzione di un ospedale pediatrico in Somaliland.

“Elogio” del riassunto

Torino. Ore 8.00: la campanella suona per tutti e anche i clacson delle auto fanno la loro parte. Nel suonare.  L’odore del catrame si spande  e  il rullo modella su una striscia d’asfalto il nuovo tratto di Corso Principe Oddone. Torino 23 9 2015 foto Borrelli Romano“Stanno asfaltando, stanno asfaltando. Accorrete. Viniti (in dialetto)” urlano eccitati alcuni anziani come per l’arrivo delle giostre.  Una attrazione  che li impegnera’ e li trasformera’ per alcuni giorni in geometri e architetti. Si piazzano li dove correvano i binari del treno e per loro lo spettacolo e’ assicurato. Almeno per qualche giorno. Poco prima erano “affacciati” su corso Umbria per altro evento, sostanzialmente diverso. Per un attimo anche io ero del loro gruppo. Sulla strada, a guardare. Sfogliavo mentalmente i giornali e ripensavo a maggioranze e opposizioni. Chi asfalta chi. “La strada”. “Era il tuo libro preferito, ma non comprendevo le tue parole e i suoi riferimenti. Ieri mi mancavano  le parole per dirlo, oggi mi manchi tu e ora parlo al …vento e “BlaBlaCar”…Ma allora le parole erano dritte al cuore”. L’odore nell’aria e’ forte, di usato. Riprendo la mia strada, Porta Palazzo, Borgo Dora, il Serming, la scuola Holden Continua a leggere “Elogio” del riassunto

XX Settembre

20150920_111723Il calendario e l’orario dei treni in arrivo e in partenza da Torino Porta Susa20150920_111233 mi ricorda che oggi è il 20 Settembre 2015. Una data che è stata ed è una “porta” (e breccia). Una data che ha fatto Storia ed è stata “via” ( in un paio di sensi) per una storia. Piccolina, personale, ma storia. E che storia. “Mi piace”. Perche’ l’ho scritta io. “Buongiorno Prof“.  Sembra il titolo di un libro e lo e’ come quello ricevuto in dono dal prof. Giovanni Carpinelli, nel mio primo giorno di scuola. Da prof. Ma quel “buongiorno” è stato, oggi, il saluto di una studentessa che ha colto l’occasione per presentarmi  la sua famiglia.  Ero appena “sbucato” dalla “balena” spiaggiata, in vetro, che è Porta Susa quando sono stato “investito” dal suo divenuto più largo, saluto. Su uno dei tavolini del bar di quella avevo raccolto idee per una breve riflessione. “Comunità e prossimo”. Una riflessione. Riflettere su se stessi, sulla comunità e di cambiare mediante l’empatia. Quale comunità? Domani proveremo a dargli corpo, con la riflessione e la scrittura. Con “la fedeltà a un impegno e la purezza di cuore come virtù basilari che portano alla salvezza e al trionfo…” (ricordando Italo Calvino).

LaStampa_t2_20150918_018Pagine estratte_2

 

 

 

 

 

 

 

 

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Dal Circolo dei Lettori

20150916_180055Piove. Appena. Su Torino. 16 9 2015 d.Domenico Ricca, foto Borrelli RomanoDestinazione Circolo dei Lettori, dopo aver trascorso indenne il terzo giorno di lavoro. A scuola. Ulteriori soddisfazioni.”Prof.che argomenti tratteremo quest’anno?” Due quinte, una quarta…Seconda…destinazione, un caffe’, veloce, espresso, prima della presentazione di un libro. Per un vasto pubblico. Sorseggio lentamente ilcaffe’ caldo. Il tempo (in tutti i sensi, inteso come clima e come quello a disposizione) lo permette. “Cade la terra”, di Carmen Pellegrino. Torino 16 9 2015 foto Romano BorrelliIl senso della memoria, delle radici, delle tradizioni. La sala e’ pronta. Carmen, anche. Mi firma il libro. Torino 16 9 2015 foto Borrelli RomanoProbabilmente lo faro’ leggere ai ragazzi. Poco distante…tra poco l’intervento. Ps. L’intervento di Carmen e’ stato annullato a data da destinarsi. Peccato. Mi sarebbe piaciuto restituire qualcosa, domattina, ai ragazzi. Provo ad incamminarmi sul selciato bagnato di Torino e dirigermi verso altra presentazione di libro: ” Il cortile dietro le sbarre: il mio oratorio al Ferrante Aporti”, di don Domenico Ricca.16 9 2015, d.Domenico Ricca, foto Borrelli RomanoFoto,   Borrelli Romano

Secondo giorno di scuola

20150901_085606Torino. Fin dalle prime luci dell’alba (ma oramai e’ un’alba che si “stiracchia”  sempre un pochino piu’ in la’, con l’autunno praticamente alle porte) l’oggetto su cui volgo la mia attenzione non e’ lo smartphone ma il calendario delle lezioni. Due terze, una prima, una seconda. Oggi. Non li conosco, i ragazzi che in mattinata mi ritrovero’ in classe (e loro troveranno me) e incontrero’ davanti e riesco solo immaginarli. Penso: “Tanto, a quella eta’, sono quasi tutti simili”. Piu’ o meno. E cosi  gioco con la fantasia nel provare a dar loro voce, occhi, capelli e li immagino mentre consumo velocemente la mia colazione o sul breve viaggio in metro lungo il tragitto casa-scuola. “Saranno attenti? Curiosi? Affamati di sapere? Faranno domande come solo i ragazz* riescono a fare? Saranno stanchi, timidi, esuberanti, speranzosi?” E io, saro’  all’altezza delle loro aspettative”? “Learn by doing”.  La voce metallica della metro annuncia che siamo in una citta’ francese. Le porte si aprono e recupero insieme ad altri la scala mobile, con il mio carico di grappoli di emozioni e sentimenti. Cominciano a materializzarsi lungo le scale della metro, alcuni un pochino curvi, per attutire l’impatto con l’aria fresca del mattino ma con l’estate ancora dentro e la T shirt a ricordarcelo fuori.  Altri scherzosi e altri ancora seri o pensierosi. “Chissa’ se saranno loro il primo incontro questa mattina”. Posso solo dire e affermare che sono rimasto colpito dal loro alzarsi in piedi, come accadeva un tempo (e io che la pensavo pratica oramai desueta), con i loro nomi scritti su di un foglio di carta, come accade tra i giornalisti della tv. In quelle aule, scolastiche, con tutti quei nomi, talvolta difficili da pronunciare,  si distende un atlante. E Torino,  anche. I giri di presentazioni raccontano di una “utenza” (pero’, come non e’ bello questo termine) varia e di varia provenienza: Lingotto, Borgata Parella, San Paolo, Borgo Dora, tantissima Barriera e tanta provincia, sud di Torino, Europa, come accennato, e resto del mondo. Mi anticipano, con quei nomi esposti sul loro banco, dandomi il benvenuto. Loro. Poi, lentamente, tutto si scioglie. Alcune aggiungono alla loro presentazione quella del libro adagiato sul banco. Forse desiderosi di smentire le notizie che sono  pochi gli studenti che leggono, che pochissimi visitano un museo e altrettanti un sito archeologico. E la relazione si instaura e declinano  sottovoce le loro richieste-esigenze, i loro posso: “Professore, posso andare a temperare la matita nel cestino?” Professore, posso andare in bagno?” Professore, posso mangiare il panino? Ho fame, devo abituarmi ai nuovi orari. Prometto che non faro’ rumore. Mastichero’ in silenzio”…La scuola comincia….poi la campanella li riaccompagna ciascuno nelle proprie dimore. E il rientro si fa anche per me. Alla metro, un gruppo di studenti mi saluta:” Buongiorno Prof.” Ripenso ai fogli bianchi affiancati da una penna. Una distesa bianca, neve immacolata. Una storia da scrivere. Lunga un anno.

Prima campanella: per 539 mila in Piemonte (276 mila torinesi)

20150914_083023Torino, 14 settembre 2015, ore 9. Fermata metro. E’ il grande giorno del “primo giorno”. Al via l’anno scolastico. Incontro il prof. Giovanni Carpinelli, che a suo tempo, pazientemente mi ha accompagnato alla conclusione dei cicli di Scienze Politiche. Un’amicizia. Non trovo le parole giuste per dirgli grazie ma ci tengo sia lui a condividere con un caffe’ la mia gioia. E’ quasi una sorta di accompagno (certo li ricordo tutti i prof. delle tesi, Reburdo, prof.Bennardo e dedica). Parliamo del passato, quando questo si fa storia” e del presente. Poi, ci salutiamo, con un arrivederci a presto, da queste parti. E’ ora di “andare”. La scuola, la classe, la campanella  e si accede alla…classe. E’ l’ora. Mia. Si spengono i device per due ore.  Poi…Una spremuta di emozioni. Un cappello sopra la tesi in tempi di record perche’ fortemente volevo incontrare loro,  le classi, gli studenti. Una quinta per due ore, per cominciare. Non potevo chiedere di meglio. Un sogno che si e’ avverato, lungamente atteso, rincorso. Con tutte le forze. Penso ai saluti istituzionali del Sindaco di Torino (in visita all’Istituto Comprensivo Marconi-Antonelli) e allo stesso tempo rileggo le sue congratulazioni per “l’obiettivo raggiunto”. A tempo di record. Il sogno nel cassetto ha lasciato ora solo “il secondo”(il cassetto, nell’aula insegnanti), come contenitore. Due ore scivolate via, nel migliore dei modi. Il registro elettronico, volantini distribuiti all’entrsta da chi compra-vende libri usata, adagiati  sui banchi, emozioni stemperate e tanta voglia di raccontarsi. I saluti, i ringraziamenti e l’appuntamento a domani. Certi sogni di sa…si realizzano anche.