Lecce.Il treno i.c.night proveniente da Torino, (notturno), è un pochino in ritardo: un paio di ore. Un po’ invidio chi scende, in tutti i sensi, nonostante la stanchezza e la rabbia mal celata. Più di due ore di ritardo. Motivi? “Guasto alla rete elettrica e motrice” mi dice chi scende rabbrividendo per il caldo guardando a Sud Est. Consumo velocemente il mio pasticciotto accompagnato da un buon Quarta caffe’ e sfoglio il Quotidiano di Lecce: mi mancherete nell’ordine. Lentamente le porte della Freccia Bianca si aprono. Salgo su e ripongo dove posso trolley e zaino. La voce metallica di trenitalia snocciola tutti i dati possibili lungo i 1200 km circa che legano Capo a capo: città, stazioni, orari. Armaroli del Tg 5 non informera’ quanta gente, sulle strade e quelle ferrate, la coda ai caselli e i treni con tutte le sue domande a e su e come e quando,e nessuno sapra’ se ad Ancona si sorridera’ come una volta se sulla Senigallia Marotta Mondolfo pure e se a Bologna…Chissa’ perche’ torno indietro negli anni: piccolo, bambino, i miei, i nonni…Io che guardo fuori, sulle terrazze, sulle “chianche” bianche baciate dal sole, appena catramate ai lati , poco umide o quasi mai bagnate. Fichi secchi e pomodori spaccati e panni stesi al vento. Sono una meraviglia, a pensarci. Quest’inverno apriro’ i “vasetti” e uscira’ tutto il Salento. Sara’ la mia lampada e dentro una sorta di mago asciughera’ umor acquei. Fuori e’festa: Sant’Oronzo, il patrono di Lecce. Luminarie si o no ma che importa? Guardate la grande bellezza che avete! Tutto l’anno senza strofinare “du cazzu te vasettu cu bitite nu picca d’estate”. Da voi è sempre estate. E’ il momento dei saluti. Abbraccio forte mio padre e mia madre. Le porte del treno si chiudono.
Poi, il treno comincia a sferragliare. Lentamente. Al suo interno nessuno parla. E chi ne avrebbe voglia? Guardiamo tutti fuori, dal finestrino, come i bamnini, quasi a voler trattenere il tempo
.Tutti indietro, e indietro tutta, solo che non fa ridere e viene voglia di piangere. Penso alla bellezza dei giorni appena trascorsi. Penso a quelli passati, penso ad una sala d’aspetto vuota e una banchina altrettanto vuota. Penso al mare ai miei…un selfie, si, un selfie.
Arrivederci, Lecce, arrivederci Salento e salentin*: Voglio ricordarvi così: belli e bellissime.
Archivi giornalieri: 26 agosto 2015
Salento: lu sule, lu mare, lu jentu e …li “cristiani” (persone)
Come si fa a dimenticare loro, i veri protagonisti di questa terra?I salentini:contadini, lavoratori proprietari a giornata, e lavoratori tutti, donne e uomini che continuano a don armi prodotti della terra “per la strada”, o come dicono loro, “pi li viaggiu” pensando che il treno sia mio e non saprei neanche dove mettere tutta questa bontà: ne conservo una parte, e ce la metto per sempre, nel cuore. Ma la cosa più bella è andare nelle “cantine” o stabilimenti come dicono “quaggiu” e sentirsi dire:”scegli quello che vuoi, quale vino e festeggia su su quella benedettissima laurea. Mib (bevi) balla e canta”. E poi ancora gli ulivi….E allora prepariamo questi borsoni…