La spiaggia, dopo la pioggia, e’ un tappeto di velluto, compatto, appena” stirato”. Non so dire se e’ un anticipo di Pasquetta che verra’ o una sua appendice, di quella appena trascorsa. Tra una barca capovolta e l’altra, spiaggiata nella sua pennichella pomeridiana, si distendono su fazzoletti di spiaggia corpi offerti ad un labile sole ristoratore quanti hanno trascorso la notte in attesa di una stella, cadente o ascendente che sia. Lettori forti, forti lettori e compilatori di cruciverba, fotografati da un occhio che registra questo spettacolo. Insomma, chi ho davanti me lo dice un libro, una perfetta carta di identita’.Racchette pronte all’ uso e palloni che ripropongono una infinita Barcellona -Juventus, che ovviamente fara’ recapitare la coppa dalle grandi orecchie nella bacheca juventina. Due nonni ripetono una identica predica, nebbia, litania a due nipot* appena giunt* da una grande citta’ del Nord: “Nu faciti tardu stasira”. Loro, giovani, si adeguano, alla comunicazione dove tutto puo’ “lu sule lu mare lu ientu”, ovvero, il Salento. Qualche parola in italiano, anteposta da “lu” e altre in dialetto, a conclusione del discorso, predica e concetto. “Nu be’ preoccupati. Stasira durmimu cu l* zit*”. ( ziti fidanzati, zite uguale a fidanzate). “E gia’”, si affrettano a non dirsi ma a pensare i due “saggi” nonni guardandosi negli occhi, rossi dal tempo…”comu cangiane li tiempi”. Salento, lu sule, lu mare, lu ientu. “Quistu, nu cangia mai”.
Come hai documentato questa insenatura e’ davvero un mare da amare che fa innamorare e induce a innamorarsi.Bellissimi colori bel mare e bellissima spiaggia. Una bella cartolina e un invito ad investire da quelle parti. Bellissime foto dopo “il diluvio e lampi e tuoni”.
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