Come gia’ scritto altre volte un senso di romanticismo coglie buona parte dei turisti, nei posti di mare, quando i tuoni annunciano pioggia e il cielo e le nuvole sospingono carichi d’acqua che chissa’ dove saranno “rovesciati” come secchi d’acqua. Il tutto mentre tutti, turisti e indigeni si domandano se sia meglio chiudere tutto, infilarsi in macchina e riprendere la via del ritorno o se sara’ soltanto un capriccio “temporale”, uno di quelli estivi, veloci e passeggeri come certi amori adolescenziali. E mentre tutt* recuperano le idee sul da farsi il mio incedere, infradito ai piedi, si imbatte in un grande personaggio del luogo, gran “ricamatore” storico di “pelle” come di storie di questo magnifico posto. Dove puo’ succedere che di tanto in tanto uno si faccia male. “Dottore buongiorno”, e mentre lo dico allungo prima un ginocchio e poi l’altro, esibendoli come trofei.”Questo è il mondiale del 1982 e l’altro del 1986″. Si china con occhi attenti perizia e diligenza. Gli butta un occhio e dalla sapienza e saggezza dei suoi 80 scruta le ginocchia e mima le mani e le dita e pare stia ancora disinfettando e fasciando. Sono due piccolissimi “punti” ma con occhio “clinico” li riconosce. “Basta così”, gli dico. Il ricordo fa ancora male. E lui attacca: “In quei giorni…” e pare un predicatore della domenica o una donna che proprio in quei giorni…Poi, esce di casa la figlia. Mi presento: “sono uno dei tanti “ricamati” dal dottore: a becco di rondine, a punti, fasce, h 24 festivi compresi. Ovviamente, mi capitava, tanto per rovinarmi le vacanze” .Lei si presenta. Un cervello in fuga, zona centro settentrionale, settore medicina. Adora il dialetto leccese, mi dice, anche se parla italiano. “Ormai sono anni che risiedo su”. Il dottore addenta una puccia, qualche tarallo nell’altra mano.E’ seduto. Allunga il tutto con gentilezza e garbo salentino.”Vuole favorire?” Tutte le mattine lo si puo’ trovare li, estate e inverno, autunno e primavera. Scruta il mare, il porticciolo e saluta quanti corrono verso un riparo, oggi, prima che il diluvio si faccia strada, fra me e mio padre e noi due non saremo mai Mosè. Sembra un marinaio, e forse a suo modo lo e’ stato. Guardo nei suoi occhi e penso quanta “storia” avranno ricamato le sue mani, prima e dopo di me. E quanti figli avra’ fatto nascere e a quanti avra’ fatto da padrino. I suoi occhi scrutano oltre, il mare. Poi, come risvegliatosi di colpo, mi chiede:”Tu, sei sempre del Toro?” Mi stupisce, parecchio, ma lo stupore aggiunge stupore quando mi domanda dell’altra cicatrice. “Quale?” Domando. Lui mi guarda dritto negli occhi e sorridendomi dice:”Quella che tutti quando passano mi nascondono. Quella del cuore”. Sono in macchina, sulla via del ritorno. Traffico impazzito, tutti che ritornano verso i paesi e le case. Diluvia.Tuoni e lampi e campi che inghiottono campi. Gli ulivi sono uno spettacolo nello spettacolo.
Non era un temporale estivo e così pensando poso la mano sul cuore. L’altra sui ricami delle ginocchia. Cioè, delle storie.
Le foto sono bellissime stupende e anche la storia raccontata e “imbatita” o “ricamata” come hai scritto e’ davvero toccante capace di intercettare un dramma, quello dei senza lavoro con le storie di riscatto personali, forse un po’ come la tua, accennata in biografia, dalla fabbrica alle lauree in Scienze Politiche al mondo dei “banchi della scuola” spostati e sognati a quello della cattedra con l’ultima laurea a tempo di record ottenuta quest’anno. E’ piaciuta molto la storia nella storia dove hai esibito due “punti” che sembrano due periodi storici riconosciuti dal dottore.
Complimenti e buone vacanze da alcuni giornalisti.
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Si “bissa”. Alle 15 di domenica pomeriggio “tutto si oscuro’. ” E fu venerdì Santo. Poi vento pioggia di ogni tipo, poi fulmini tuoni saette…qualche sirena e contadini volti verso l’alto a scrutare il cielo e pensare che “portare avanti” le campagne….A Porto Cesareo sotto il diluvio….un venerdì Santo di una domenica d’agosto del 2015.
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Mi hanno comunicato che una camionetta dei vigili del fuoco era oggi presente, chiamata dai bagnanti, intorno alle 11 per un grosso nido di api-vespe nei pressi di Bacino Grande, tra Torre Lapillo e Bacino Grande.
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